Risonanza guasta al Civico| L'allarme dei sindacati - Live Sicilia

Risonanza guasta al Civico| L’allarme dei sindacati

"Fuga dei pazienti verso le strutture private"

PALERMO – Si ferma l’attività di diagnostica attraverso risonanza magnetica al Civico di Palermo. Ne danno notizia le sigle sindacali Cimo, Anaao Assomed, Uil Fpl, Ugl, Fials e Ussmo, che in una nota parlano “dell’ennesimo perdurante guasto dell’unica macchina attiva nel più grande ospedale da Napoli in giù”. “Ormai da 16 mesi – prosegue la nota – si attende che venga riattivata la seconda Rmn, prima spenta, dopo qualche mese smontata, quindi trasferita in altro padiglione, e di cui si sono perse le tracce”.

“Il ‘pasticciaccio brutto’ delle costosissime macchine dell’Arnas Civico è noto ed è già stato denunciato dai sindacati – ancora la nota -. Nel maggio 2019, a distanza di un anno dalla prima audizione sul problema (maggio 2018), la VI commissione legislativa nel corso di una puntuale ispezione all’Arnas, ha preso atto che costose macchine, alcune delle quali acquistate con fondi europei,

fossero incomprensibilmente conservate ed inattive nei locali e negli scantinati dell’ospedale, così come più volte denunciato dai sindacati. E mentre il presidente La Rocca Ruvolo annunciava l’invio di un dossier alla Corte dei Conti, il direttore Generale dell’Arnas ed il direttore dell’Ufficio tecnico assicuravano che entro giugno 2019 sarebbero state attivate la Rmn, nonché quella dell’Ospedale dei Bambini, acquistata nel lontano febbraio 2016 e mai entrata in funzione. Nulla di tutto questo è successo. Nessuna delle Risonanze è stata a tutt’oggi attivata. L’unica macchina attiva, sottoposta a grande usura per la sproporzionata mole di lavoro, conosce ripetuti guasti con conseguente inginocchiamento dell’intera attività assistenziale. Tutto questo accade in un’Azienda con un disavanzo di 61 milioni di euro dovuto quasi per intero a mancata erogazione di prestazioni sanitarie. L’impossibilità, in queste condizioni, di erogare una assistenza di qualità sta ulteriormente determinando la fuga di pazienti presso le strutture private ed un profondo rosso nei conti economici – avvertono i sindacati -. Sale sulle ferite! Si perdono migliaia di prestazioni per un danno che ha superato abbondantemente il milione di euro, senza contare la perdita di pazienti, costretti a rivolgersi a strutture private. Si predica austerità e si chiedono sacrifici da lacrime e sangue ai lavoratori quando sarebbe più semplice una attività amministrativa ed organizzativa più rispettosa delle attese dei cittadini e dei lavoratori”.


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