"Nessun pestaggio, è stata una rissa"| I ristoratori in cella si difendono - Live Sicilia

“Nessun pestaggio, è stata una rissa”| I ristoratori in cella si difendono

I titolari dei ristoranti “Il Bucatino” e “Unico” respingono nel corso dell'interrogatorio l'accusa di avere sequestrato e picchiato due dipendenti di un'impresa di logistica con sede a Termini Imerese.

PALERMO – “Ma quale pestaggio, è stata una rissa”. I titolari dei ristoranti “Il Bucatino” e “Unico” non ci stanno a passare per dei picchiatori. Picchiatori e sequetratori. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip del Tribunale di Termini Imerese hanno rispedito le accuse al mittente. Maurizio De Santis, il figlio Giovanni, e Francesco Marsalone sono i gestori di due locali in via Principe di Villafranca, a Palermo, fra i più frequentati della città. Assieme a loro è finito in manette anche Alessandro Lo Bello, a cui nel frattempo sono stati concessi gli arresti domiciliari. Tutti gli altri dall’8 gennaio si trovano rinchiusi nel carcere Ucciardone, dove si sono presentati prima ancora che gli venisse notificato l’ordine di custodia cautelare. Avevano anche chiesto di essere interrogati.

Due dipendenti dell’impresa “2D Logistica srl”, con sede nell’agglomerato industriale di Termini Imerese, lo scorso ottobre hanno denunciato in Procura di essere stati picchiati a sangue. Il pubblico ministero Antonia Pavan ha aperto un fascicolo, delegando le indagini agli agenti della polizia giudiziaria della Procura termitana. A dicembre la prima svolta. In carcere sono finiti i titolari della ditta: Tiziana Carla Binaghi (per cui nel frattempo gli avvocati Claudio Gallina Montana e Sal Mormino hanno ottenuto i domiciliari) Aurelio D’Amico e Francesco Marcello Comparetto; il dipendente Francesco Paolo Saladino e il collaboratore esterno Nicola Sposito.

A gennaio i nuovi arresti. Lo Bello, Marsalone e i De Santis sono accusati di sequestro di persona, estorsione, lesioni e minacce. All’origine del pestaggio ci sarebbe il tentativo di smascherare gli autori di una scia di furti. Per ultimo, un camion della “2D Logistica srl” sarebbe partito da Termini carico di materiale elettrico per 230 mila euro per giungere vuoto a Catania. “Conosciamo i titolari dell’impresa perché frequentano i nostri locali e ci hanno detto dei furti che li stavano mettendo in ginocchio”, hanno raccontato i ristoratori. I loro sospetti si erano concentrati sui due dipendenti.

De Santis, padre e figlio, Marsalone e Lo Bello hanno confermano di essere intervenuti per risolvere la faccenda. Solo che per l’accusa avrebbero convocato i due dipendenti nei locali dell’impresa dove il pestaggio sarebbe stato preceduto da una sorta di interrogatorio. Niente di tutto questo, si sono difesi gli indagati: “Sono volate parole grosse, ci siamo tirati addosso i posacenere, fino a quando non è scoppiata la rissa”. A provocare le scintille gli insulti – “ma voi chi di m… siete” – che i due dipendenti avrebbero rivolto agli arrestati. A conferma della rissa hanno detto di avere riportato anche loro delle ferite lievi che non avrebbero ritenuto necessario fare curare al Pronto soccorso.

Come lievi vengono giudicate dalla difesa le ferite riportate dai due dipendenti medicati in ospedale. I referti parlano di tre e sette giorni di prognosi. Oggi l’avvocato Nino Zanghi presenterà ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione dei De Santis e di Marsalone.


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