Ritratto di un gentiluomo - Live Sicilia

Ritratto di un gentiluomo

Il commiato
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Delio Rossi lascia. Va via con il fardello di lacrime di una dannata finale e con il dolore sportivo di un lavoro lasciato a metà. Non ci sarà nessun seguito al preambolo di una ordalìa persa con onore. Non ci sarà nessun secondo tempo per il suo Palermo che ha giocato a calcio, divertendo e pagando il prezzo della gioventù e dell’inesperienza. Due giudizi si possono azzardare senza timore di smentite. Delio Rossi è un signore perbene. E’ anche stato l’allenatore più importante della recente epopea rosanero. Più di Guidolin che portò la sua navicella gloriosa in serie A, dando la stura a una gioia troppo tempo trattenuta. Lo ripetiamo: la storia non è soltanto una somma algebrica di eventi. E’ in prospettiva un segmento di memoria legato all’affetto che porta. Delio, che ha conseguito i migliori risultati degli ultimi anni ha già scalato il podio più alto nel cuore della gente. Non sarà dimenticato.

Sulla qualità dell’uomo, poi, non c’è nemmeno un centimetro d’ombra. Un galantuomo che ha saputo attirare amore e gratitudine dalla sua parte, a prescindere dai risultati. Chiunque, nell’onnivoro mondo pallonaro, sarebbe stato crocifisso dopo sette gol subiti in casa. Rossi ha avuto sempre solidarietà e partecipazione, ma non le ha mai utilizzate per confezionare pose da capopopolo. Farà la fortuna della sua prossima squadra. Noi lo salutiamo con gratitudine e rimpianto. A Palermo arriverà Pioli, un ottimo tecnico, un altro cultore del lavoro. Ma già sappiamo come finirà.


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