Rivolta dei partiti contro le trivelle | Il Pd in pressing su Renzi - Live Sicilia

Rivolta dei partiti contro le trivelle | Il Pd in pressing su Renzi

Dopo i comuni, anche l'Assemblea regionale prende posizione contro l'articolo 38 dello 'Sblocca Italia'.

PALERMO – E’ rivolta in Sicilia contro le “trivellazioni selvagge”. Dopo i comuni, anche l’Assemblea regionale prende posizione contro l’articolo 38 dello ‘Sblocca Italia’, così come i partiti di maggioranza e opposizione, pronti alle barricate anche se con idee diverse. Il Pd spinge per modificare la norma, attraverso un pressing politico nei confronti del governo Renzi ed evitare che gli eventuali ritardi della burocrazia regionale, chiamata a esprimere un parere entro sei mesi, possa di fatto “commissariare” la Regione, con lo Stato che avrebbe carta bianca sulle trivellazioni nell’isola. Differente la posizione del M5s, pronto a lanciare un referendum, coinvolgendo almeno quattro consigli regionali: un percorso ritenuto dal Pd troppo lungo.

“Il Pd è per la tutela del nostro territorio – dice la deputata del Pd Antonella Milazzo, promotrice dell’odierna convocazione della Commissione Ambiente dell’Ars sul “rischio trivelle” – e chiediamo che vengano apportate le necessarie modifiche al dl 133, appena convertito in legge, partendo da una differenziazione dei territori. E’ necessario avviare una seria azione di tutela del nostro mare, e in particolar modo delle zone come quella, ad esempio, delle Isole Egadi, in cui vigono aree marine protette, ove persino l’ancoraggio è vietato, e dove quindi appare quanto mai insensata una ipotesi di sondaggio ai fini dell’estrazione di idrocarburi. Tutto ciò – continua la deputata del Pd – dovrà portare il governo regionale ad un’azione forte nei confronti del governo nazionale partendo dal recepimento della Convenzione di Barcellona del 2011, che riguarda la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento, e della Convenzione di Aarhus, volta a garantire ai cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia di processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti l’ambiente. I cittadini, infatti, devono poter esprimere un parere sull’idea di sviluppo che vogliono dare ai loro territori”.

Per Mariella Maggio (Pd) “un altro punto fondante è relativo alla scelta energetica contenuta nell’articolo 38 del decreto Sblocca Italia, con la concessione quarantennale che privilegia l’utilizzo del carburante fossile”. “Sollecitiamo, perciò, il governo regionale ad indicare, attraverso la realizzazione del piano energetico, un indirizzo che vada verso uno sviluppo sostenibile e verso la scelta delle fonti energetiche rinnovabili – aggiunge – Una scelta energetica che sia strumento di programmazione verso una nuova politica capace di attivare azioni di sviluppo che tengano conto degli ecosistemi specifici presenti e della salvaguardia del territorio e per la valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche, archeologiche, storiche, gastronomiche. Ad esempio – conclude Maggio – non possiamo non tener conto che il Mar Mediterraneo è un ‘cantiere archeologico’ di una valenza enorme, a cui sarebbe delittuoso continuare ad attentare”. “E’ necessario che il Pd siciliano si faccia promotore di un’azione forte nei confronti del governo nazionale, per ottenere in tempi brevissimi – concludono le due parlamentari democratiche – una nuova regolamentazione che non espropri il governo regionale delle prerogative della valutazione ambientale, a tutela del suo patrimonio naturalistico”.

Prosegue l’impegno dell’AnciSicilia contro le trivellazioni nel Canale di Sicilia. L’associazione dei Comuni siciliani, in piena sintonia con i comuni interessati, Greenpeace e le altre associazioni ambientaliste ha ribadito, anche stamattina nel corso dell’Audizione in IV Commissione all’ARS, la propria posizione sul cosiddetto “Sblocca Italia” (convertito in legge n. 164 dell’11 novembre 2014) che, all’articolo 38 della legge, consente una procedura amministrativa eccessivamente semplificata per le società che chiedono l’autorizzazione ad avviare le prospezioni petrolifere anche nel territorio siciliano con i conseguenti rischi per l’ecosistema dei nostri mari e delle nostre coste. “Analisi presentate da multinazionali come la Schlumberger, non evidenziano adeguatamente come lo sviluppo di prospezioni petrolifere nella zona dello Stretto di Sicilia possa rappresentare una gravissima minaccia alla biodiversità e alle attività economiche siciliane legate al mare quali il turismo e la pesca – ha dichiarato Leoluca Orlando, Presidente Anci Sicilia – e autorizzare le trivellazioni vuol dire compromettere la vita dei nostri mari e le prospettive di sviluppo per il nostro territorio”. “Abbiamo già espresso ampiamente quale è la nostra posizione e intendiamo continuare nella difesa delle coste della nostra Isola proseguendo in questa battaglia contro le trivelle – continua Orlando – e procederemo anche per le vie legali, anche con appositi esposti e diffide”. “Prendiamo atto – ha dichiarato Paolo Amenta, Vice Presidente Anci Sicilia – che c’è la volontà di tutte le componenti istituzionali regionali di intervenire per scongiurare questa grave minaccia ambientale. Riteniamo che l’art. 38 del cosiddetto “Sbocca Italia” sia stato votato al buio a causa della forzatura prodotta dal voto di fiducia e per questo abbiamo chiesto in Commissione che l’Ars, utilizzando le proprie prerogative, proponga in maniera formale al Parlamento nazionale un disegno di legge che possa consentire una più ampia discussione e porti all’abrogazione di tale previsione. “La specialità del nostro Statuto attribuisce alla Regione competenza esclusiva in materia ambientale e paesaggistica nel nostro territorio e pertanto siamo in presenza di un sopruso che non può passare inosservato – continua Amenta. Purtroppo, ancora oggi, si assiste a una eccessiva superficialità nelle approvazioni di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) e VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che è accompagnata all’assenza di una strategia rispetto alla pianificazione dello sviluppo del territorio e dell’utilizzo delle risorse comunitarie.”


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