Roberto Lipari, attore, regista, scrittore, sceneggiatore e comico, condivide attraverso un’intervista rilasciata a LiveSicilia il suo personalissimo ricordo di Pippo Baudo, scomparso sabato 16 agosto all’età di 89 anni. Il 34enne palermitano è oggi uno dei volti più apprezzati di “Striscia la notizia”, programma Mediaset che conduce a rotazione in coppia con Sergio Friscia, anche lui originario del capoluogo siciliano.
Roberto Lipari ha saputo trasformare la sua naturale predisposizione alla comicità in uno strumento di comunicazione efficace e coinvolgente unendo leggerezza e profondità. Durante i suoi interventi e i suoi spettacoli non si limita a strappare sorrisi: ogni battuta diventa occasione per stimolare il pubblico a riflettere su temi di attualità, costume e società.

“Io cresciuto con Pippo Baudo, che peccato non averlo mai incontrato”
“Ho il rammarico di non averlo mai incontrato – dice Roberto Lipari a proposito di Pippo Baudo – però c’è stato uno scambio di messaggi vocali tramite Sergio Friscia. Dal bancone di ‘Striscia la notizia’ gli augurammo buon compleanno e lui inviò un audio per ringraziarci”.
Ma non fu quella l’unica volta in cui ebbe la grande opportunità di conversare con il Pippo nazionale: “In un’altra occasione, eravamo ad un evento, ci sentimmo tramite Salvo La Rosa che gli aveva parlato di me”.
“Mi manca non averlo conosciuto – sottolinea – Sono cresciuto con lui, con la sua tv. C’è questo gap anagrafico per cui quando io iniziavo, lui era già lontano dalle scene, ma per me è stato ugualmente un grande punto di riferimento”.
“Attraverso la tv Pippo era diventato uno di famiglia”
Roberto Lipari descrive cosa provò quando si ritrovò ad interagire, seppure solo telefonicamente, con una leggenda della tv come Pippo Baudo: “Quando vedi o senti un altro siciliano per la prima volta, hai la sensazione di conoscerlo da sempre. Ciò accade quando si condivide la stessa terra, specialmente quando si tratta di una regione dall’identità forte come la Sicilia”.
“Mi capitò anche quando telefonai a Pino Caruso per chiedergli il permesso di fare un suo pezzo in uno spettacolo – confessa – Fu come parlare con uno zio. Circostanze come queste mi fanno pensare alle riunioni di famiglia a Natale”.
“Pippo Baudo possedeva una caratteristica che hanno in pochi – rileva il 34enne palermitano – ogni volta che appariva sul piccolo schermo, ti trasmetteva la sensazione di casa. Attraverso quella scatola magica che è la tv e che è molto di più di un semplice elettrodomestico, è diventato uno di famiglia. Io lo guardavo e dicevo: ‘Lui a casa mia c’è stato un sacco di volte, figurati se non mi conosce’. Né il cinema, né internet, né nessun altro mezzo, ha lo stesso potere della televisione”.
Intervista a Roberto Lipari, la prima volta a “Zelig” e il monologo sulla tv
Roberto Lipari non esita a dire la sua sullo stato di salute della televisione italiana. Conversando con LiveSicilia, torna indietro con la memoria al suo debutto sul palco di “Zelig”: “Era la mia prima volta su Canale 5, in prima serata. Feci un pezzo sulla tv dipingendola come un’amica in difficoltà. Chiudevo così: “Non voglio massacrarla ma penso che possa fare di più, che possa avere ancora una funzione sociale. Ora voi direte: ‘Ma hai 30 anni, perché stai facendo ‘sto discorso? Parli come se fossi Pippo Baudo’”.
“Lui era un termine di paragone – dice – per indicare la tv che ha rappresentato, che non esiste più e che non esisterà mai più. Come non esiste un altro Pippo Baudo. Lui è immortale grazie ai suoi programmi, opere d’arte che restano nel tempo”.
Roberto Lipari spiega perché è impossibile tornare indietro alla tv e ai generi di un tempo: “Oggi i ritmi sono forsennati, si cercano i numeri con poco budget e si preferisce puntare su format vecchi ma sicuri, piuttosto che scommettere su nuovi. Io ho la fortuna di condurre un programma (Striscia la notizia, ndr) che è lo stesso dal 1988 pur essendosi rinnovato”.
Il conduttore palermitano descrive il tg satirico di Antonio Ricci come “uno dei posti più liberi dove io abbia mai lavorato”.
“L’artista deve dare quello che il pubblico non sa di volere”
“Cosa penso della tv di oggi? Che bisogna fare un enorme setaccio per scovare qualche pepita ma penso anche che non sia del tutto impossibile trovare cose belle anche in programmi brutti – continua – Per quanto mi riguarda, dopo dieci anni di carriera, mi fermo spesso a pensare che contributo che do io in prima persona. Credo che l’artista debba dare quello che il pubblico non sa di volere. Pensare di soddisfarlo è il più grande errore. Personalmente, le cose migliori che ho fatto sono arrivate quando ho sentito l’esigenza di dire qualcosa”.
“Oggi non c’è tempo per sperimentare, la tv segue i ritmi di TikTok. La prima cosa da fare sarebbe gettare via il telefono – suggerisce – Non riusciamo neanche a fare più una vacanza perché anche lì c’è sempre qualcosa da fare, come fotografare il cibo o ciò che vediamo. La vacanza è un secondo lavoro. Ecco, anche la tv oggi subisce la logica del tempo e il suo compito è quello di intrattenere un pubblico che non ha tempo con personaggi pescati su TikTok. È un processo inarrestabile che non porterà a nulla di buono. Tra dieci anni saremo super esauriti”.

Intervista a Roberto Lipari: “Con Fiorello il varietà funzionerebbe”
Qualche mese fa, prima della morte di Pippo Baudo, Rosario Fiorello aveva espresso pubblicamente il desiderio di fare un varietà la domenica pomeriggio. “Oggi questo genere non funzionerebbe. Se lo fa lui funziona”, commenta Roberto Lipari.
“Il 16 settembre sarò con Fiore a Taormina per un evento di beneficenza – rivela – È un fuoriclasse, basti pensare al successo avuto di prima mattina con ‘Viva Rai2!’. Quando l’ho incontrato per la prima volta, è stato come vedere palleggiare Maradona. Qualcosa di indescrivibile. Fiorello non ama replicarsi e fare le stesse cose, si prende il suo tempo e fa anche le vacanze”.
Quando gli si chiede cosa e chi salverebbe della tv di oggi, Roberto Lipari cita “Splendida cornice” di Geppi Cucciari, “Una pezza di Lundini”, perla di Rai2, la Gialappa’s Band (ripartita da TV8, ndr) e Stefano Bollani e Valentina Cenni con il loro “Via dei Matti N° 0”.
“I format che ti intrattengono portandoti a pensare e a riflettere sono da tutelare e possono diventare veramente un servizio”, afferma. Roberto Lipari boccia invece “i programmi che si fanno i fatti degli altri, quelli in cui la cronaca nera e la cronaca rosa diventano show”. “La kiss cam al concerto dei Coldplay ha fatto più notizia di Gaza ed è anche il motivo per cui esiste ancora Fabrizio Corona”, sentenzia.
“Pippo Baudo non è siciliano”, la teoria negazionista proposta a “Striscia”
Nel 2021, in piena pandemia, Roberto Lipari andò in giro per Militello in Val di Catania proponendo una nuova teoria negazionista al grido di “Pippo Baudo non è siciliano”. Cercò di convincere i militellesi che il loro compaesano fosse originario del Südtirol adducendo finte prove, “perché il negazionismo funziona così: se lo dico io sono un minch*one, se lo dicono in tanti è la verità”.
“Ho cercato di fare intrattenimento – spiega oggi – L’intento era quello di far divertire e riflettere portando ciascuno a trarre le proprie conclusioni. All’inizio da parte dei concittadini di Pippo c’è stata molta resistenza e anche un po’ di scetticismo. Poi hanno capito che era una burla, anche perché qualcuno già conosceva il nostro format”.
“Rivedere Militello è stato bello – aggiunge – e poi quando da inviato facevo servizi in Sicilia era una scusa per tornare a casa”. Il conduttore di “Striscia la notizia” elogia Pippo Baudo per come ha raccontato la sua terra, “senza cadere negli stereotipi” e facendo “un gran favore all’immagine del suo paese”.

“In questo ambiente l’amicizia è una rarità”
A proposito di incontri e alchimie immediate con i propri conterranei, Roberto Lipari ricorda la prima volta in cui si è imbattuto in Sergio Friscia insieme al quale, da cinque anni, conduce “Striscia la notizia”: “Eravamo sul set del film ‘Tuttaposto’. Io ero un suo fan, lui mi conosceva attraverso i social. Non sapevo che mi seguisse. Sapevamo tutto l’uno dell’altro e al primo ciak fu come se ci conoscessimo da 20 anni. Oltre che colleghi, siamo amici…una rarità in questo ambiente. Pippo Baudo aveva tanti amici, si vede che ha seminato bene”.

