Rosario? Ma Rosario chi? | La pantomima dell'Ars - Live Sicilia

Rosario? Ma Rosario chi? | La pantomima dell’Ars

Lo strano emendamento e la polemica d'aula, mentre all'Ars si discute di Finanziaria. All'interno la foto del documento.

Lo strano emendamento
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Rosario? Ma Rosario chi? Nel corso della Finanziaria che naviga a vista, sullo sfondo della perfetta tempesta siciliana, non mancano i diversivi. Capita (documentato nella nostra diretta dall’Ars) che a un certo punto salti su l’onorevole Vincenzo Figuccia: “C’è stato presentato un emendamento a firma ‘Rosario’. Ma che significa?”. Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, un po’ motteggia, con la pupilla traboccante di una risata che non arriva alla bocca, per decoro istituzionale: “Il fatto di firmare solo col nome forse vuol dimostrare la sintonia in Aula. Comunque, ‘Rosario’ sta per ‘Rosario Crocetta”.

Un siparietto come tanti che inframezzano le sedute a Palazzo dei Normanni, “ridotto – come denuncia una signora onorevole – a teatro della politica” e sai che novità. E in questo proscenio i protagonisti sono tanti, tutti scenograficamente attrezzati, a parte Venturino che ha pur sempre un mestiere alle spalle.
Esiste una sintassi collaterale, un linguaggio del corpo, degli occhi e delle mani, che nessun resoconto stenografico potrà mai rendere nella sua freschezza e nella sua mimica. Il cipiglio severo dal pulpito che, un minuto dopo, si trasforma in un caffè alla buvette tra onorevolissimi nemici – fino a un minuto prima – e successivamente ridanciani, allegri, compari. Lo sdegno civico, la mascherata di vecchissimi lupi di mare di quei corridoi, che fanno la faccia innocente dei nuovi, mentre si rammaricano per uno scellerato passato, come se bastasse piegare le ginocchia al verbo della rottamazione, per emendarsi, come se la responsabilità del disastro fosse sempre di invisibili e innominabili ‘altri’.

C’è l’acrobazia verbale che ancora porta a sorridere: “Noi ci comportiamo come Superciucchi” (sarebbe l’indimenticato ‘Superciuk per chi ha l’età). Ci sono così tanti genocidi lessicali che ormai si prova quasi tenerezza per l’ignoranza al potere.

E c’è Rosario, Rosario chi?, che porterebbe a una rinnovata allegria di naufragi, se ci fosse ancora tempo, se questa pantomima non somigliasse all’ultimo, al naufragio dei naufragi, all’accappotamento definitivo. Sicché, se si parla di Rosario, viene in mente soprattutto la coroncina che fedeli e bisognosi di aiuto stringono nel momento del bisogno. E che Dio ce la mandi (ancora una volta) buona. Fino alla prossima volta.


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