"Rotoli, chiedo scusa a Palermo: ecco cosa stiamo facendo"

“Rotoli, chiedo scusa a Palermo: ecco cosa stiamo facendo”

Lo scempio dei Rotoli e le mosse del Comune: partendo dalle scuse.
INTERVISTA CON L'ASSESSORE SALA
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2 min di lettura

Assessore, scusi, ma chi gliel’ha fatto fare?
“Non è retorica, ma quello che sento: l’amore per la città”.

Toni Sala è il ‘fortunato vincitore’ a cui è stata assegnata, tra l’altro, la delega per i servizi cimiteriali del Comune di Palermo. Come dire: l’allenatore della Longobarda, ma senza Aristoteles. Una persona perbene, uno che lavora sodo. Il dubbio fondato è che possa alleviare – risolvere sembra già escluso in partenza – la crisi endemica di un settore. Ci vorrebbero dieci Maciste.

Entrando al cimitero dei Rotoli, davanti alle cataste di defunti, ho provato, come tutti, un senso di acutissima sofferenza e di smarrimento.
“Condividiamo questa emozione. Anche io soffro moltissimo. Qualcuno doveva provarci, qualcuno deve farlo. E io voglio fare, ho le idee chiare. Scontiamo, ovviamente, il problema strutturale dell’assenza di un nuovo cimitero”.

Quante sono le bare che aspettano?
“Novecento. Ci sono novecento persone in attesa di una degna sepoltura, fra depositi e tensostrutture, anche da un anno. Qualcuno aveva previsto che a giugno sarebbero state duemila. Non sarà così, perché qualcosa abbiamo fatto. Ancora poco, dal mio punto di vista. Ovviamente, il Covid ha peggiorato ulteriormente la situazione”.

Cosa farete, nell’immediato?
“Dobbiamo alzare le bare da terra, utilizzando tutti gli spazi possibili e liberando le aree che possono essere liberate. A breve, il protocollo d’intesa con Sant’Orsola rappresenterà la svolta. Potremo trasferire mille defunti, di cui quattrocento subito. E sarà importante parlare con i parenti, con la necessaria delicatezza”.

Non sarà semplice.
“Lo so. In quelle bare ci sono mio padre, mia madre, mio cugino… La vivo in modo personale. Ho sperimentato un vero e proprio choc. Per motivi personali, di dolore personale, non entravo ai Rotoli dal 2006, da quando ho perso mio padre”.

Le soluzioni a medio termine?
“Il nuovo cimitero, che io non vedrò. E riavviare il tempio crematorio. Nel frattempo, lavorare notte e giorno. Voglio chiedere scusa”.

A chi?
“A chi soffre, alla città, a chi entra ai Rotoli. Ripeto: farò anche l’impossibile e credo in un cambiamento. Intanto mi scuso”.

Questo le fa onore, assessore.
“Sono una persona come tutti. Comprendo il dolore”.

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