Aeroporto, nodi e prospettive| "Manterremo le promesse” - Live Sicilia

Aeroporto, nodi e prospettive| “Manterremo le promesse”

La società ha da poco superato la verifica Enac sul piano investimenti previsto per il quadriennio 2016/2020.  L’ad Sac Gaetano Mancini fa il punto sul futuro dello scalo. Tutti i particolari.

l'intervista a Gaetano Mancini
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CATANIA – Un finanziamento pari a 200 milioni di euro in arrivo per i prossimi quattro anni e un programma articolato per realizzare il necessario ammodernamento dell’infrastruttura. Si tratta del piano d’investimenti – da cui dipendono i regimi tariffari per le compagnie aeree – da poco approvato dall’Enac e con cui l’aeroporto di Catania si prepara ad accelerare la sua scalata. Le risorse serviranno, oltre che a coprire parte delle esigenze di liquidità di breve periodo della società di gestione dello scalo catanese, anche al completamento delle opere previste dal nuovo contratto di programma.

A fare il punto sugli investimenti e sulle criticità dello scalo è Gaetano Mancini, l’amministratore delegato Sac. “Abbiamo fatto le nostre valutazioni insieme all’Enac in merito agli investimenti necessari per favorire il processo di crescita del traffico e lo sviluppo dell’aeroporto. Il piano investimenti – dice – ha superato la verifica da parte dell’Enac. Approvati anche carta dei servizi, piano qualità e piano ambientale. Sono i tre pilastri su cui si si regge l’intero sistema del contratto di programma e il suo monitoraggio”.

Ma L’Enac nella nota di sollecito di stesura dei piani investimento ha colto l’occasione per ricordare alle società di gestione dell’aeroporto (lo stesso vale per Punta Raisi) gli strumenti di controllo di cui dispone in caso di mancato rispetto degli accordi di programma, fra cui la decadenza delle concessione di gestione aeroportuale. Il prossimo quadriennio, dunque, sarà nel segno dell’estremo rigore e vigilanza in merito alle promesse fatte dalla Sac. “Siamo sereni rispetto agli impegni assunti”, precisa Mancini.

Gli investimenti ammontano a 200 milioni di euro. “Catania insieme ad altri due scali – spiega Mancini – di livello internazionale ha avuto una situazione particolare, giustificata dal ritardo nell’approvazione del vecchio piano per motivi sostanzialmente ministeriali. Il precedente contratto di programma avrebbe avuto un altro anno ulteriore di coda, ma con la nuova legge sono partiti nuovamente tutti gli accordi, facendo sì che il precedente contratto di programma si accavallasse con il nuovo”. Il precedente accordo di programma stipulato con Enac nel 2012 ed entrato in vigore nel 2013 ha previsto negli scorsi mesi il closing di finanziamento pari a 80 milioni di euro in parte già impiegati per i nuovi parcheggi multipiano e avvio di altre opere.

Fra gli interventi in corso e futuri, la rimessa in esercizio del vecchio terminal Morandi, ampliamento area partenze e la rivisitazione del layout dell’aerostazione. “Sono già in corso – prosegue – la realizzazione di alcuni interventi con la finalità di aumentare il traffico ampliando l’area security: questo ridurrà le code ai varchi. Quando poi la Morandi verrà messa in esercizio, area controlli e security verranno spostati nel vecchio terminal. Sono degli interventi obbligati per ovviare al limite strutturale dell’infrastruttura (la poca profondità), e snellire i passaggi ai controlli, evitando lunghe code”. La Morandi sarà aperta alla fine del 2017” – assicura Mancini.

Ma tre le questioni di primaria importanza per la crescita dell’aeroporto di Fontanarossa rimane l’allungamento della pista, un intervento che imporrà l’interramento di un pezzo della ferrovia. ”A Catania non ci saranno due piste, – prosegue l’ad Sac – ma una sola, nuova e più lunga che verrà realizzata accanto a quell’attuale. L’intervento consentirà in primis di aumentare la frequenza di decolli e atterraggi degli aeromobili anche a pieno carico”. La pista non sufficientemente lunga al momento avrebbe penalizzato nel mercato lo sviluppo dello scalo, tanto che la società si sarebbe vista costretta a fare delle rinunce: “Molte compagnie aeree hanno dato la loro disponibilità ad attivare dei collegamenti con altri scali anche per rotte intercontinentali, ma le limitazioni derivanti dell’attuale pista non ci hanno consentito di ricevere nuovo traffico”.

Rimane poi la questione del potenziamento del radar, un intervento che, però, esula dal piano investimenti. La spesa per potenziare i software e hardware connessi al radar, tale da consentire una maggiore movimentazione oraria dei voli, spetterebbe allo Stato. “Al momento non è un’emergenza, – precisa – ma lo potrebbe diventare nella prospettiva di un’ulteriore crescita dell’aeroporto. Siamo vicini al limite, diciamo. C’è una consapevolezza da parte delle istituzioni in merito al problema e una loro disponibilità futura a risolverlo”.

Mancini si sofferma anche sullo sviluppo infrastrutturale del trasporto aereo e sul progetto finalizzato alla realizzazione dei collegamento intermodale. Un progetto che più in generale s’inserisce nell’ambizioso sistema pensato per collegare fra loro – in futuro – le infrastrutture (porto, aeroporto, stazione) concentrate nell’area Bicocca di Catania. “Si farà una stazione ferroviaria direttamente collegata all’aerostazione. – dice –. La Rete ferroviaria italiana ha dato una diponibilità totale in merito, ma non sappiamo ancora quanto tempo ci vorrà. Lo stesso ministro dei trasporti, Graziano Delrio ha caldeggiato il progetto, la cui realizzazione dipende certamente anche dalle risorse finanziarie disponibili”.

Le cifre dunque ci sarebbero. E sulla copertura finanziaria Mancini è sereno. La Sac è già stata assistita nelle precedenti operazioni da Mediobanca. Al 19 febbraio scorso risale il contratto di finanziamento di 44 milioni di euro. “Abbiamo parte dei fondi – aggiunge – già assicurata dal prestito bancario ottenuto con Intesa Sanpaolo e Cassa depositi e prestiti (36 milioni di euro)”. Gli investimenti a medio termine, dunque, potranno contare sulla liquidità messa a disposizione dalle banche, ma per i progetti più a lungo termine la società – come è noto – ha avviato il processo di quotazione proprio con lo scopo di ottenere l’equity necessaria per gli investimenti futuri previsti dal piano quarantennale per un impegno economico che si aggira intorno ai 500 milioni di euro.

Ma proprio in merito all’ingresso in Borsa dell’aeroporto si è consumato di recente un braccio di ferro tra Confcommercio e Sac. Mancini smentisce i dati diffusi da Pietro Agen secondo cui l’aumento positivo del capitale si aggirerebbe intorno al 30%, e sarebbe finalizzato a “far fuori” gli attuali azionisti. “Assolutamente no. – afferma – Sono decisioni che a breve l’assemblea dei soci dovrà prendere. Entriamo solo adesso nella fase conclusiva di quotazione”. La quotazione dovrebbe avvenire tramite Ops, ovvero con un’offerta pubblica di sottoscrizione di azioni di nuova emissione, al fine di mantenere l’attuale governance. Ma Mancini non escluderebbe neanche l’ipotesi di un’operazione mista tra Ops e Opv. “Attraverso l’offerta pubblica di sottoscrizione, – spiega – la società compra nuovi azioni e le immette nel mercato, chi le compra immette liquidità nella società. Con l’Opv invece i soci vendono le loro stesse azioni e incassano i soldi. E’ ancora da stabilire. La scelta dei soci comunque è quella di mantenere l’attuale governance della società. Ci piacerebbe – dice – che un tema che riguarda il futuro della società venga discusso in maniera più serena senza spot a mezzo stampa”.

Mancini infine dà qualche anticipazione sul bilancio 2015, lasciando intenderecome la crescita rispetto al 2014 sia rimasta contenuta. “Ancora è presto, ma quest’anno viviamo certamente gli effetti di una serie di situazioni. In primis la vicenda di Fiumicino, che ha operato per oltre tre mesi al 60% della propria capacità e per di più le limitazioni hanno riguardato in maniera ancora più consistente i voli nazionali, cioè quelli che collegano Catania. La rotta CT-Roma è da 3 anni la più trafficata d’Italia. Si traggano le conseguenze. Ma ricordiamo -insiste l’amministratore delegato della Sac- che nel 2014 l’aeroporto ha avuto una crescita del 14,3% ed è quello che negli ultimi tre anni è cresciuto di più in Italia. L’aeroporto quest’anno non avrebbe potuto sostenere un’ulteriore crescita, opera già in una condizione di sofferenza a cui è possibile ovviare -conclude- solo tramite la realizzazione degli interventi previsti dal piano”.

 


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