Processo Saguto ad alta tensione | Scontro fra il pm e un avvocato - Live Sicilia

Processo Saguto ad alta tensione | Scontro fra il pm e un avvocato

Il Tribunale di Caltanissetta

Nuove intercettazioni. Il legale di un amministratore giudiziario rinuncia al mandato.

PALERMO – Nuove intercettazioni entrano nel processo Saguto. Il giudice accoglie la richiesta del pubblico ministero secondo cui, “ci sono gli elementi indiziari per ritenere sussistenti gli estremi della subornazione”. “Subornazione”, codice penale alla mano, è “l’atto di istigare qualcuno a venire meno a un dovere al quale è tenuto per legge o per un obbligo socialmente rilevante”.

È stato il pm Bonaccorso a svelare in aula, alla scorsa udienza, l’esistenza di un’inchiesta per falsa testimonianza sulle dichiarazioni di due testimoni. Sono stati intercettati al telefono e in macchina. Non solo, il pm aveva gettato ombre pesanti sul ruolo dell’avvocato Boris Pastorello che assiste alcuni imputati, tra cui il professore dell’Università Kore e amministratore giudiziario Carmelo Provenzano. Il sospetto dell’accusa è che i testimoni siano stati condizionati affinché rendessero dichiarazioni favorevoli agli imputati.

Pastorello oggi ha rinunciato al mandato, dopo avere denunciato che le nuove indagini avrebbero violato il diritto di difesa. Anche Provenzano è finito sotto intercettazione. Lo hanno ascoltato mentre spiegava alla moglie, di ritorno in macchina dall’udienza, che “questa strada fu studiata nei minimi particolari… era contento Boris… sono soddisfatto tutto quello che avevo previsto si è verificato”.

Secondo l’accusa, sarebbe la conferma che le testimonianze di Alessandro Bonanno e Roberto Pagano sarebbero state condizionate. C’è pure la vicenda di una praticante legale che, durante una pausa processuale, avrebbe chiesto alla moglie di Pagano di inviare un sms al marito per tranquillizzarlo visto che il pm lo incalzava con le domande. C’è stata “una interferenza illecita nella testimonianza”, ha tuonato Bonaccorso. Per l’avvocato Pastorello, invece, le intercettazioni proverebbero solo che i pm hanno avuto la possibilità di conoscere la strategia difensiva.

“Per la prima volta, dopo oltre venti anni di carriera, sono stato costretto a rimettere il mandato difensivo”, afferma in una nota l’avvocato Liborio Paolo Pastorello. “Purtroppo nel processo in cui assistevo tre professionisti, – spiega – sono stato, mio malgrado, bersaglio di alcune gravi e ingiustificate ‘accuse’. Si è fatto intendere ch’io avessi un ruolo in alcuni atti che il Pm ha offerto in visione al tribunale; si tratta di intercettazioni relative ad un procedimento penale parallelo per falsa testimonianza a carico di uno dei testimoni che ha deposto e per il quale la difesa aveva prestato il consenso ad acquisire sia le sommarie informazioni che le dichiarazioni rese al difensore nelle indagini difensive”. “Ad oggi, nonostante l’attacco frontale operato dal pm alla mia persona, tengo a precisare che la mia scelta non è legata ad una mancanza di fiducia nei confronti del collegio al quale ho, nel corso dell’udienza, ribadito la mia personale fiducia e rispetto – prosegue -. La mia dolorosa e sofferta scelta deriva, solo ed esclusivamente, dalla consapevolezza che in questo processo occorre una difesa credibile: credibilità che, dopo oltre venti anni, qualcuno ha provato, senza riuscirci, a mettere in discussione”.


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