Sirigu, stella di Palermo | per una notte in cima al mondo - Live Sicilia

Sirigu, stella di Palermo | per una notte in cima al mondo

Buffon non gioca, c'è Sirigu. E il portierone ex rosanero ha mostrato al mondo cosa può fare un uomo tranquillo, con la forza delle sue mani.

Il protagonista
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Ci sono molti sogni accatastati in cima a questa notte brasiliana. C’è il sogno di Cesare Prandelli. Lo abbiamo sfottuto e sbertucciato, dopo le ultime prove asmatiche della Nazionale. Ma il Ct riesce sempre a mettere una squadra in campo, una squadra forte, fatta di persone che remano dalla stessa parte. C’è il sogno di Mario Balotelli – che anagrammato è Altobelli, vorrà dire qualcosa? – il bad boy azzurro che si trasforma in risorsa, una volta toccato dalla bacchetta di Cesare, la fatina buona. C’è il sogno infinito di Andrea Pirlo. Ormai gioca da fermo. Ma il pallone va dove dice lui, dove egli comanda, dove il piede indica, come se fosse una mano. E poi c’è il sogno che ci sta a cuore da palermitani, un po’ di più degli altri. Il sogno a occhi spalancati di Salvatore Sirigu, stella del Psg, transitata al ‘Barbera’. Perciò possiamo ben dire che la notte brasiliana, con i suoi sogni in cima al mondo, è anche nostra, di Palermo.

Buffon non gioca. Ha male alla caviglia. E chi gioca? Chi? Sirigu? Gli scettici avevano mormorato e masticato malvagità. Vedrete, non sarà all’altezza. Vedrete, perderemo. Vedrete, vedrete. Totò Sirigu si è presentato all’appuntamento con la storia, forte della sua serenità di ragazzo tranquillo. All’inizio, durante gli inni nazionali, con una faccia tirata e le goccioline di sudore, da far ritenere imminente un collasso. Gli inglesi ci hanno provato come con l’orsetto del luna park. Tiro. Parata. Tiro. Parata. Tiro. Parata. Oh my god! Il super-orsacchiotto ha disteso le mani, è stato capace di rimbalzare di qua e di là. Ha concesso un gol imparabile, ma un paio ne ha sventati. Siamo sicuri che nella prossima gara toccherà a Buffon?

Non lo sappiamo, intanto ci godiamo una scaglia di luce riflessa. Totò aveva mani grandi pure quando era piccolo. Fu un prof di Educazione fisica a consigliarlo: ragazzo, perché non vai in porta? Lui andò e non tornò più. Se sei portiere, lo sarai in eterno. La porta sempre tale e quale è. Non cambia misura. Perciò non c’è da spaventarsi, ci sia davanti Rooney o il compagno di banco delle elementari. E’ la forza di Sirigu, era la forza di Zoff. Il pallone sta lì per essere preso, senza smancerie, né pose drammatiche. Perché il pallone non conta. Contano le mani.


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