Salvini chiude il caso Samonà| "Preferisco i versi di Leopardi" - Live Sicilia

Salvini chiude il caso Samonà| “Preferisco i versi di Leopardi”

Tappa a Bagheria: "Musumeci? Oggi non lo incontro ma ci scriviamo spesso". Candiani smussa le polemiche su Caronia
IL LEADER DEL CARROCCIO IN SICILIA
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BAGHERIA (PALERMO) – Le poesie di Samonà? “Preferisco i versi di Leopardi, ad ogni modo non li leggerò”. Nessun incontro con il governatore Musumeci? “I tempi sono serrati e oggi era difficile incontrarsi. Noi comunque ci ‘messaggiamo’ sempre, c’è una buona condivisione dell’attività amministrativa”. Matteo Salvini piomba in Sicilia in una giornata afosa di metà giugno e schiva subito le insidie che si presentano a Villa Ramacca, antica dimora di Bagheria prescelta dallo stato maggiore della Lega in Sicilia per l’incontro del leader del Carroccio con la stampa. Lungo il suo tragitto trova anche la protesta delle Sardine: “La Sicilia non si Lega”, recita uno degli striscioni affissi a Bagheria da una trentina di manifestanti.

Al suo arrivo a Palermo tappa alla stele di Capaci per omaggiare le vittime della strage del 23 maggio 1992: il tempo di chiedere ancora una volta il ponte sullo stretto di Messina e di attaccare Alitalia (“prende miliardi e i cittadini volano a prezzi cari”), poi il bagno di folla a Porticello, borgata marinara vicino a Bagheria. Già lì il primo dribbling sulla domanda più ‘calda’: Alberto Samonà, l’assessore regionale ai Beni culturali in quota Carroccio che ieri ha dovuto difendersi per la poesia sulle famigerate squadre naziste SS scovata da ‘Il fatto Quotidiano’. L’ostacolo si ripropone a Villa Ramacca: “Ai poemi di Samonà preferisco i versi di Leopardi – ironizza Salvini -. Non ho letto i versi di Samonà e non li leggerò”. Poi la frase ribadita due volte: “Nazismo e comunismo sono la stessa feccia, sono stati sepolti dalla polvere e dall’infamia descritti sui libri di storia”. Il diretto interessato rafforza: “Se la comunità ebraica si è irritata mi scuso ma stiamo parlando di cose di 20 anni fa. L’Alberto Samonà di allora non è quello del 2020. Nazismo, stalinismo e comunismo sono stati orrori della storia che fortunatamente non potranno ritornare”.

Chiusa la parentesi storica si passa all’attualità, a quell’incontro mancato con Musumeci (“ma sul covid quello che ha fatto questo governo regionale per la Sicilia e i siciliani nella fase della chiusura e della riapertura non credo sia stato fatto in molte altre regioni italiane”, le parole suadenti di Salvini all’indirizzo di Palazzo d’Orleans). Sorride Igor Gelarda, nominato coordinatore dei 24 nascenti dipartimenti del Carroccio che saranno la base del programma elettorale in Sicilia (“vogliamo declinare in chiave siciliana i principi della Lega”, dice il capogruppo del Carroccio al Comune di Palermo), meno l’assente Marianna Caronia, deputata leghista da settimane data in uscita e che ieri aveva sollevato dall’interno il caso Samonà chiedendo una presa di posizione da parte del partito. Sulla vicenda il segretario regionale Stefano Candiani va dolce: “nessuna espulsione, fa parte del nostro gruppo parlamentare all’Ars. Se si fosse confrontata col gruppo avremmo potuto incanalare la questione in modo corretto. Noi siamo una squadra e dobbiamo muoverci da squadra”.


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