Salvini, delirio d'onnipotenza | Il rischio è l'estremismo - Live Sicilia

Salvini, delirio d’onnipotenza | Il rischio è l’estremismo

A rischio le sorti della nostra democrazia.

Semaforo Russo
di
2 min di lettura

La situazione politica è improvvisamente precipitata e non possiamo sapere, allo stato delle cose, come si evolverà. Certo è, come ha ricordato il premier Conte, che tempi e modi della crisi di governo non sono nella disponibilità di Salvini che appare, tutt’a un tratto, assalito da una sorta di delirio d’onnipotenza.

In attesa degli sviluppi, però, la mia personale opinione è la seguente. Non siamo in una fase, seppur difficile e contraddittoria come altre nel passato, “ordinaria” della storia politica italiana. Una vittoria schiacciante della Lega in caso di elezioni in autunno, quindi padroni assoluti del governo del Paese probabilmente insieme a Fdi, significherebbe consegnarci a una destra estrema, razzista, contro l’Europa e autoritaria. Per quanto riguarda la Lega anche di fatto separatista (con l’autonomia differenziata a favore delle regioni del Nord). Una minaccia magari sofisticata nei mezzi, non esplicita, ma non perciò meno pericolosa, ai principi fondamentali della nostra Costituzione.

Non sono i miei funesti presagi, abbiamo già avuto in quest’anno di governo segnali inequivocabili dello scenario che ci attenderebbe. Se è vero che non siamo in una fase “ordinaria” dello scontro politico occorre allora che tutte le forze politiche, a cominciare dal M5S e dal PD, mettano da parte gli errori commessi, ma da fissare bene nella memoria, le divisioni interne, gli elementi più o meno forti di differenza e si intestino un’azione comune di contrasto all’avanzata leghista dando al Paese un governo che finalmente affronti i temi finora tralasciati, o lasciati alla sciagurata cultura sovranista e anti europeista, quali il lavoro, la sicurezza, la migrazione controllata in ambito europeo, la riforma della giustizia e del sistema fiscale, per fermare la violenza dei gesti e delle parole ormai dilagante nei confronti dei “diversi” e per recuperare progressivamente vasti strati dell’elettorato finora rimasti nell’area astensionista o in quella altrettanto ampia dei delusi.

Delusi che sperano in un cambiamento, in un qualunque cambiamento che però per i suoi connotati potrebbe rivelarsi fatale per le sorti della nostra democrazia.


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