"Salvini, un disastro per Lampedusa | Ma adesso il Pd deve svegliarsi" - Live Sicilia

“Salvini, un disastro per Lampedusa | Ma adesso il Pd deve svegliarsi”

Dopo l'ultimo naufragio, parla Totò Martello, il sindaco di Lampedusa. E non le manda a dire.

Mentre i cadaveri dell’ultimo naufragio di Lampedusa continuavano ad affiorare, il sindaco, Totò Martello, commentava sconfortato: “Non ci resta che ascoltare il silenzio dei morti. Siamo da soli a raccoglierli in mare, a piangerli ed a seppellirli. Siamo circondati da silenzio e indifferenza”. Un’isola teatro di una tragedia senza interruzioni, approdo dei vivi e dei morti, segno di una attenzione smodata o dell’indifferenza. E chi ha raccolto i corpi avverte il gelo della solitudine.

Sindaco Martello, è cambiato qualcosa per voi con il nuovo governo?

“Sì, qualcosa è cambiato. Prima non ci davano conto, come si dice, non ci ascoltavano, non ci prendevano in considerazione; parlo della compagine gialloverde, ovviamente. Ora si discute, almeno, c’è una interlocuzione col ministero degli Interni e un impegno vero sui trasferimenti”.

E allora? Perché l’abbandono?

“Perché comunque, per quelle che sono le nostre urgenze, restiamo soli, solissimi, con il poco o nulla che abbiamo. Il sistema dell’accoglienza degli hotspot, non solo del nostro, è in crisi. Mancano le figure professionali, mancano le risorse che devono gestire un’emergenza permanente che, infatti, continua ad esistere. Questo per i vivi. Poi ci sono i morti… Vuole sentire?”.

Prego.

“La Capitaneria recupera i cadaveri? Bene. Ma, una volta a terra, ce ne occupiamo noi del Comune, me ne occupo io, con queste mani. Il ministero copre le spese. Noi, materialmente, prendiamo i corpi, li sistemiamo nelle bare e dobbiamo pensare a tutto. Ci consideriamo abbandonati, sì. Lampedusa non ha una vera camera mortuaria, non ha le celle frigorifere, non ha niente. Eppure, c’è chi si permette di attaccarci, chi scrive sui social insulti, chi, addirittura, passa alle minacce. Il clima, non lo nascondo, è pesante. Senza contare i danni per i pescatori, per la gente!”.

Quali danni?

“Sono affondate, negli ultimi anni, centinaia di imbarcazioni. I rottami nei fondali rappresentano un grave rischio per chi esce in mare a pescare e può avere la barca distrutta. Il porto stesso è stato danneggiato, per non dire dell’inquinamento e siamo soli, sempre, immancabilmente, soli. Oltretutto, il governo gialloverde, sempre quello, ha azzerato i contributi sugli sbarchi, spostando i soldi sui rimpatri che, peraltro, non sono stati realizzati”.

Sono accuse serie…

“La verità è che il ministro Matteo Salvini per Lampedusa è stato un disastro e un elemento di confusione per tutti. Non si capiva più niente, tra tweet, annunci e proclami. E non abbiamo dimenticato lo slogan assurdo dei porti chiusi, la mortificazione delle Ong. E’ notorio che gli sbarchi non si sono mai fermati. C’è un’atmosfera di odio e rancore nei confronti di chi solo osa parlare di migranti. Lancio una provocazione: giusto mobilitarsi per Venezia e per le opere d’arte, ma potremmo farlo anche per le persone che muoiono in mare?”.

Sembra arrabbiato, sindaco.

“Sono soltanto un uomo che non si rassegna davanti ai cadaveri di uomini e donne affogati a ottocento metri da terra. Chi è lontano considera i migranti come numeri, da vicino non puoi. Ho negli occhi l’immagine di una donna incinta sul molo Favaloro. Due vite spezzate in una. Non lo capisci, se non lo vedi”.

Lei è un militante storico di sinistra, con la tessera del Pci conservata da qualche parte.

“Proprio per questo sono meravigliato dall’immobilismo: non so cosa voglia fare il Pd, ma credo che dovrebbe decidersi una buona volta”.

Cioè?

“Abbiamo avuto Renzi che magnificava il sistema Lampedusa, lo esportava, salvo poi allontanare chi non era della sua parrocchia, mortificando esperienze e competenze costruite sul campo. E adesso c’è Zingaretti che mi sembra troppo timido”.

Perché?

“Il Partito Democratico, di fatto, non ha una sua voce sui migranti, nessuno può smentirmi. Dovrebbe pungolare, rivendicare, muoversi, ma sta zitto. Mette tutto sotto il tappeto. Solo che…”.

Solo che?

“Non è polvere, sono esseri umani”.


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