PALERMO – La prima sezione civile della Corte di Appello di Palermo ha condannato il ministero della Salute a risarcire con quasi ottocentomila euro i genitori di un ragazzo di 19 anni ammalatosi di Aids e deceduto per una trasfusione di sangue infetto. Il giovane era affetto da emofilia sin dalla nascita.
I giudici di appello hanno ribaltato la sentenza di primo grado. Il Tribunale, infatti, aveva escluso la responsabilità del ministero visto che il giovane aveva iniziato l’assunzione di emoderivati nel 1977 e cioè in un’epoca in cui non vi sarebbe stata ancora conoscenza del virus. Di conseguenza, il ministero non avrebbe mai potuto testare il sangue destinato alle donazioni.
Una consulenza medico-legale, invece, e su di essa si basa la condanna di secondo grado, ha stabilito che già dagli anni Sessanta lo Stato avrebbe dovuto farsi carico dei controlli.
“Si tratta dell’ennesimo episodio di una storia che condanna – spiegano gli avvocati Ermanno Zancla, Mario Bonello e Chiara Carlozzo – e inchioda lo Stato italiano alle sue gravissime responsabilità, causa di tanto dolore e sofferenza, come nella vicenda odierna che ha visto distrutta una famiglia a causa delle terribili malattie e della prematura morte del loro giovanissimo figlio”