Palermo, caso Farinella all'Ospedale dei Bambini agita FdI

Sanità, caso Farinella: anche Intravaia (FdI) contro il trasferimento

Il provvedimento non è piaciuto all'esponente dei meloniani all'Ars

PALERMO – La rimozione della responsabile della direzione medica di presidio dell’Ospedale dei Bambini di Palermo, Desiree Farinella, finisce per agitare anche le acque all’interno di Fratelli d’Italia. La decisione adottata dal neo manager del Civico Walter Messina, appena nominato nella tornata di nomine della sanità pubblica alla guida dell’Azienda ospedaliera cui fa capo il ‘Di Cristina’, ha fatto saltare sulla sedia non soltanto i sindacati ma anche uno degli esponenti più in vista del partito di Giorgia Meloni, il parlamentare regionale Marco Intravaia, tra i fedelissimi dell’ex governatore Nello Musumeci.

Intravaia: “Non è così che si risolvono i nodi della sanità”

Intravaia prende carta e penna e firma una nota durissima nei confronti dei provvedimenti adottati da Messina, che però, secondo i rumors, è stato sponsorizzato per il Civico da un altro big di FdI nel Palermitano, l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò. “Non è con procedimenti amministrativi sommari e facendo saltare qualche testa che si risolvono i problemi della sanità siciliana e si appura la verità dei fatti”, dice Intravaia in riferimento alla sostituzione e al demansionamento della responsabile della direzione medica dell’Ospedale dei Bambini in conseguenza di una polemica nata a seguito della lettera inviata dalla madre di un bambino ricoverato nel reparto di Nefrologia a ‘Repubblica’.

“No ai processi sommari”

“Ritengo controproducente – aggiunge – quello che somiglia ad un processo sommario per placare l’opinione pubblica, senza tenere in considerazione il valore indiscusso, e condiviso anche fuori dall’ospedale, della dottoressa Farinella e di tutto il personale sanitario che si trova a lavorare in condizione di trincea e di carenza di organico. Non sostituiamoci ai giudici e agli organi che hanno il dovere di accertare la verità dei fatti, Asp e Nas, contribuendo a creare tensione intorno al personale ospedaliero, già provato da enormi difficoltà quotidiane”.

Le proteste dei sindacati

Sulla vicenda, intanto, piovono altre critiche sindacali. Le firmano Aaroi Emac, Anaao Assomed, Cimo, Fp Cgil medici, Cisl medici, Fassid, Fesmed, Fials, Fvm federazione veterinai e medici e Uil Fpl. Dai rappresentanti dei lavoratori arriva una condanna unanime per la rimozione di Farinella. L’atto, per la precipitosità, “ha assunto – dicono – i connotati di un processo sommario”. “Riteniamo inaccettabile la misura presa, poiché opinabile nel merito, in quanto i fatti contestati appaiono pretestuosi e sicuramente irrilevanti rispetto alle carenze strutturali e organizzative della nostra sanità – scrivono le organizzazioni sindacali -. La misura è anche errata nella forma. Non è supportata da opportune indagini, che seguano un preciso iter amministrativo, finalizzato ad appurare prima la sussistenza, poi la consistenza dei fatti denunciati e infine le eventuali responsabilità”.

“No alla retorica giustizialista”

La nota delle sigle sindacali segnala inoltre “il mancato rispetto dell’articolo 15-ter del decreto legislativo 502 del 1992 sul riordino della disciplina in materia sanitaria, in cui si esplicita che la revoca è prevista in caso di ‘inosservanza di direttive impartite dalla direzione, responsabilità grave e reiterata, mancato raggiungimento degli obiettivi assegnati'”. I sindacati poi continuano: “Pure l’ispezione dei Nas, prontamente giunta a verificare quanto contestato, nella sostanza non ha rilevato le anomalie denunciate. Non è accettabile che gli stessi professionisti e le stesse professioniste, raccontati sempre a mezzo stampa fino a ieri come ‘eroi’, possano diventare così facilmente carne da macello: delle due l’una – continua la nota -. Questo atto e la sua implicita retorica giustizialista smascherano una politica, volta alla strumentalizzazione dei fatti a vantaggio degli interessi del momento, che continua a ignorare i problemi atavici della sanità e che manca di chiarezza sulle strategie e sui programmi riguardo alle sfide future. Una politica – concludono i sindacati – che si comporta come chi nasconde la polvere sotto i tappeti e che senza prudenza semina impulsi vendicativi a danno di una categoria già fin troppo segnata da episodi di violenza e di aggressione ad opera di pazienti o dei loro parenti”.


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