Sanità, rebus Iacolino per il governo: l'effetto domino e le tensioni

Sanità, rebus Iacolino per il governo: l’effetto domino e le tensioni

Gli impegni presi con FdI, le ripercussioni su FI e gli altri

PALERMO – Mantenere fede agli impegni presi con Fratelli d’Italia sul caso Iacolino, chiedendo un sacrificio a Forza Italia. Passa da questo duplice passaggio il completo rasserenamento dei rapporti tra il governatore Renato Schifani e i meloniani di Sicilia.

Iacolino, ipotesi ritorno all’Asp di Palermo

Incontrando la delegazione FdI in separata sede nel giorno del vertice di maggioranza, Schifani ha preso atto della posizione ferma dell’alleato che non ha condiviso la riconferma (per ora con una proroga tecnica di due mesi) di Iacolino alla guida della Pianificazione strategica. Una decisione irremovibile quella dei meloniani, ma allo stesso tempo il governatore non intende fare a meno dell’esperienza del supermanager e così si fa strada l’ipotesi di dimissioni di Iacolino con un suo conseguente ritorno all’Asp di Palermo.

Il fronte interno di Forza Italia

Per il manager agrigentino sarebbe un ritorno negli uffici di via Giacomo Cusmano, dove ha svolto il ruolo di direttore generale dal 2005 al 2009. Una possibilità avanzata già nei mesi scorsi, quando l’addio di Iacolino alla Pianificazione strategica appariva certo in virtù della nomina di Daniela Faraoni ad assessora alla Salute. La ‘medicina’, tuttavia, potrebbe provocare l’effetto collaterale di una riapertura del fronte interno a Forza Italia. Il dirottamento di Iacolino all’Asp comporterebbe un inevitabile dietrofront sulla decisione di assegnare la guida dell’Azienda sanitaria ad Alberto Firenze, sulla cui nomina si erano espressi con favore sia l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo che i deputati Marco Intravaia e Gaspare Vitrano. La nomina di Firenze, del resto, non compare ancora tra gli atti di Giunta pubblicati sul sito della Regione.

assessorato Salute
L’assessorato regionale alla Salute

I malumori dei ‘lealisti’

I problemi, però, potrebbero allargarsi oltre i confini di Forza Italia. In queste ore, infatti, mugugni si registrano in generale dall’ala ‘lealista’ della maggioranza che all’Ars mantenne fede agli ordini di scuderia uscendo dall’Aula. Un ripensamento sulla nomina di Iacolino verrebbe visto anche da Dc e Lega, uniti ormai dal ‘Patto di Ribera’, come un cedimento eccessivo alle rivendicazioni di Fratelli d’Italia, “il cui gruppo parlamentare è rimasto a Sala d’Ercole – osserva una fonte del centrodestra – a votare la manovra con Pd e Movimento cinque stelle”.

Ipotesi Sgroi per la Pianificazione strategica

In questo quadro resterebbe vuota la casella del dipartimento Pianificazione strategica. Sul nome di Mario La Rocca, ben visto da FdI, pesa come un macigno il “potenziale conflitto di interessi” (contestato però dal diretto interessato) messo nero su bianco nella delibera di Giunta che aveva ufficializzato al riconferma di Iacolino. A questo punto si aprirebbe l’ipotesi Giuseppe Sgroi, attuale capo di gabinetto di Faraoni all’assessorato alla Salute.


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