PALERMO – Non vuol parlare di certezze, ma di dubbi. Sì, perché per Beppe Sannino, il Palermo deve ancora interrogarsi su cosa vuole fare e su cosa vuole davvero. Insomma, ancora non è stato fatto nulla, per arrivare al traguardo bisognerà lavorare e correre ancora per un po’.
“La partita sarà diversa dalle altre anche per la pesantezza e per quello che ci si può prospettare dopo – ha detto Sannino in sala stampa – quello che è stato fatto è ormai archiviato, quello che conta è quello che dobbiamo fare. in questa settimana i ragazzi mi hanno fatto capire tanto, ci deve accompagnare il dubbio di sapere da dove arriviamo e di cosa dobbiamo fare. Certezze dobbiamo averle dopo il 95′. Più si avvicina la partita più vedi la tensione positiva. Sentono la pressione, capiscono che si sta creando qualcosa che nessuno poteva immaginare prima. Ho visto ragazzi consapevoli, sanno che domani saremo noi dal campo a farci spingere dai palermitani, non viceversa”.
“I palermitani hanno già fatto fin troppo, se hanno questa voglia è perché sanno che è stato un anno particolare ma potrebbe accadere qualcosa di importante. I nuovi? C’è voglia di dare, in campo ne vanno undici, le mie scelte puntano al gruppo”.
Tra i convocati c’è anche Abel Hernandez, ok Miccoli e Sorrentino, out Dossena. Venduti tantissimi biglietti, circa 30 mila presenze al Barbera: “Io sono emozionato a pensare chi ci possa essere il pienone, non credo che durante l’anno ci sia stato un movimento di massa così, e lo stesso vale per i giocatori. I ragazzi sono stati gli artefici di tutto ciò, hanno trovato nella gente quella ventata per far riprendere questa fiammella. Adesso è difficile, dobbiamo solo aspettare domani e sapere che quella è la partita. Come è stato con la Samp, con la Roma e col Milan. La partita più difficile è quella che verrà”.
Palermo, Siena e Genoa, Sannino vede i toscani leggermente favoriti: “Il Siena è sicuramente quello più avvantaggiato. il Palermo è una squadra di operai umili che ha trovato il modo di interpretare gli allenamenti e ha fatto sì che invece di essere tanti giocatori sia come un giocatore solo. E’ cambiata la consapevolezza nel pensare di fare la guerra tutti insieme, se possiamo farlo con tanta gente nello stadio è ancora meglio. Santa Rosalia? Ha tante altre cose a cui pensare, deve guardare persone e momenti più difficili dei nostri. Credevo di andare su per fare una visita senza che nessuno lo sapesse”.
Infine una certezza: “La squadra che giocherà domani sarà fatta da gente che battaglia, in certe zone del campo bisogna avere aggressività oltre che qualità. La cosa lampante è notare il confronto tra i ragazzi. Questo sta a dimostrare che tutti ci tengono e ci credono, anche se per adesso siamo retrocessi. Se vogliamo fare qualcosa di straordinario, dentro al Barbera si deciderà la nostra sorte”.