L'auto a 50 metri da Mulino Vecchio | Veronica, Loris e quei trentasei minuti - Live Sicilia

L’auto a 50 metri da Mulino Vecchio | Veronica, Loris e quei trentasei minuti

Veronica Panarello all'uscita dalla questura

Svolta delle indagini. Loris Stival, secondo la ricostruzione degli investigatori, non arriva mai a scuola la mattina del 29 novembre ma torna a casa da solo alle 8.32 subito dopo esserne uscito. Diciassette minuti dopo, alle 8.49, rientra anche la madre, Veronica Stival, che esce nuovamente 36 minuti dopo, alle 9.25 circa.

l'omicidio del piccolo loris stival
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14 min di lettura

SANTA CROCE CAMERINA (RAGUSA) – La Polo nera della mamma di Loris Stival il giorno della scomparsa del figlio non ha mai raggiunto la scuola del bambino di 8 anni, ma è ripresa mentre passa a 50 metri dalla strada che porta al Mulino Vecchio, dove lo stesso giorno, il 29 novembre, è poi trovato il cadavere del piccolo. E’ il ‘grande fratello’ di Santa Croce Camerina, una quarantina di telecamere di sorveglianza sparse per il paese, a svelare i dettagli agli atti dell’inchiesta sulla morte di Loris Stival, strangolato con una fascetta di plastica e gettato in un canalone.

Come il fatto che il bambino non arriva a scuola, ma torna a casa alle 8.32. Trascorsi 17 minuti, alle 8.49, rientra anche la madre, che esce nuovamente 36 minuti dopo, alle 9.25. L’analisi di polizia e carabinieri dei video delle telecamere di Santa Croce Camerina ricostruisce così la mattina della scomparsa del bambino, come registrato dalle telecamere di sorveglianza. Sono quattro quelle che ‘guardano’ il tratto di strada indicato dalla madre nella sua ricostruzione. La donna ha raccontato di essere transitata da via Giacomo Matteotti, nei pressi della scuola e di aver lasciato il figlio a poche decine di metri dall’ingresso. Ma nessuna telecamera la riprende, mentre la vettura è visibile in immagini vicino alla ludoteca dove Veronica Panarello lascia il bambino più piccolo. La mamma di Loris quindi ritorna a casa, dove resta 36 minuti. Poi esce, con destinazione Donnafugata dove deve partecipare a un corso di cucina, e l’auto è nuovamente ripresa dalle telecamere mentre transita a 50 metri dalla strada che porta a Mulino Vecchio, ma non si vede che direzione imbocca.

A riprenderla è una telecamera di una stazione di carburanti: si vede l’auto “completare il curvone sulla sinistra, scomparendo dal campo visivo della telecamera”. Una telecamera in ‘controcampo’ di un’azienda privata riprende una vettura scura che si avvicina al Mulino Vecchio, ma la visione è sfocata e non permette alcuna identificazione. Dalla visione delle videoriprese emergerebbe quello che secondo gli investigatori sarebbe un ‘buco’ di 15 minuti. Una telecamera ha stabilito che la donna è uscita di casa alle 9.25. Per raggiungere la tenuta, hanno ricostruito gli investigatori, a un’andatura normale si impiegano circa 15 minuti. La donna, secondo questa stima, sarebbe dovuta arrivare al corso, che cominciava alle 9.30, non più tardi delle 9.40. La mamma di Loris, secondo un testimone, si presenta invece alle 9.55. E quando arriva fornisce una giustificazione che investigatori e magistrati definiscono ‘non richiesta’: “scusate il ritardo – avrebbe detto la donna – ho avuto dei problemi”.

A fare luce sul ‘buco’ di 15 minuti non sarebbe servita la perizia eseguita sul Gps dell’antifurto satellitare che installato sulla Polo, che non conterrebbe dati. Resta il mistero del quarto d’ora oscurato. Ed è quello che vuole risolvere la Procura di Ragusa. E chiarire anche se c’è una connessione con il ritrovamento di tracce organiche, individuate col luminol e sottoposte a esame genetico, che sarebbero state individuate sulle forbicine trovate nell’abitazione di Loris Stival. Gli esperti sono anche al lavoro sulle fascette di plastica che Veronica Panarello due giorni dopo consegna alle due maestre del bambino che la vanno a trovare per farle le condoglianze: sarebbero infatti compatibili con quella utilizzata per strangolare il piccolo. “Il papà di Loris, su pressioni della mamma – ricostruisce una delle insegnanti, Teresa Iacona – ci ha dato una confezione, aperta, di fascette di plastica bianche, sostenendo che sarebbero dovute servire al bambino nei lavori in classe proprio il giorno in cui era scomparso. Siamo rimaste sorprese perché non avevamo mai chiesto di portarle. Le abbiamo consegnate in Questura”. Le indagini proseguono, alla ricerca di riscontri. Come un sopralluogo compiuto dalla polizia scientifica nel Mulino Vecchio, struttura accanto al luogo del ritrovamento del corpo di Loris, e nei locali attigui al Castello di Donnafugata. Anche gli accertamenti medico legale non si fermano, come quelli su presunti segni sui polsi di Loris La famiglia non commenta le indiscrezioni.

E’ il loro legale, l’avvocato Francesco Villardita, uscendo da casa Stival, a farsi loro portavoce: “Le ricostruzioni non le voglio conoscere – afferma – fino a quando non abbiamo atti ufficiali non esistono”. “In questo momento – replica ai giornalisti che gli chiedono delle presunte incongruenze nel racconto della sua assistita – non sono in grado di poter rispondere alle vostre domande perché non abbiamo comunicazioni in merito. La signora non è indagata, è parte lesa, ma anche se lo fosse non avremmo accesso agli atti: nulla cambia”.

Il giallo punto per punto: l’auto della mamma vicina alla strada del luogo del ritrovamento

L’auto di Veronica Panarello, la mamma di Loris, è transitata a 50 metri dalla strada che porta a Mulino Vecchio, il luogo dove è stato trovato il cadavere, la mattina di sabato 29 novembre, quando il bimbo è scomparso. E’ quanto emerge da un rapporto di polizia e carabinieri che l’ANSA ha potuto visionare. L’auto è stata ripresa da una telecamera.

Al fine di seguire il percorso dell’autovettura” della madre di Loris, si legge nel rapporto, “si acquisivano le registrazioni della telecamera della stazione di servizio carburante Erg sita sulla strada comunale 35 che da Santa Croce Camerina conduce a Punta Secca”. Dalla visione di queste immagini, scrivono gli investigatori, si nota transitare alle 9:27:08 “l’autovettura riconducibile alla Volkswagen Polo della Panarello Veronica che, proseguendo per quella strada comunale, a distanza di qualche minuto, arriverà a completare il curvone sulla sinistra, scomparendo dal campo visivo della telecamera”. “Va fatto rilevare – annotano polizia e carabinieri – che a circa 50 metri dal termine del sopracitato curvone, vi è l’ingresso della strada poderale che conduce al Mulino Vecchio”, il punto dove è stato trovato il corpo di Loris alle 16.50 di quel maledetto sabato. Ma non è finita qui. Gli investigatori riescono infatti ad acquisire ulteriori immagini da una telecamera posizionata su un’azienda privata all’inizio della strada poderale del Mulino Vecchio. “Anche in tal caso – si legge – con orario di ripresa indicato da tale impianto, comunque disallineato con la realtà, si nota anche se in lontananza a causa della distanza tra il posizionamento della telecamera e la sede stradale poderale, il passaggio alle 09:21:20 del 29 novembre di un’autovettura di colore scuro che, senza minimamente rallentare la marcia, prosegue in direzione della strada che va al Mulino Vecchio, scomparendo in tal senso dalla visione della telecamera”.

Quei 36 minuti

Loris Stival, secondo la ricostruzione degli investigatori, non arriva mai a scuola la mattina del 29 novembre ma torna a casa da solo alle 8.32 subito dopo esserne uscito. Diciassette minuti dopo, alle 8.49, rientra anche la madre, Veronica Stival, che esce nuovamente 36 minuti dopo, alle 9.25 circa.

E’ quanto emerge da un rapporto di polizia e carabinieri dopo l’analisi dei video delle telecamere di Santa Croce Camerina, in cui viene ricostruito tutto quel che accadde la mattina della scomparsa del bambino, così come registrato dalle telecamere di sorveglianza.

Le quattro telecamere e l’auto che non c’è

Sono 4 le telecamere installate sul percorso tra la casa di Loris Stival e la scuola frequentata dal bambino che non rivelano il passaggio dell’auto della madre Veronica Panarello la mattina del 29 novembre, quando la donna ha sostenuto di aver portato il piccolo a scuola. E’ quanto emerge da un rapporto di polizia e carabinieri dal quale si apprende che la Polo Nera, dopo aver effettuato la prima parte del percorso come indicato dalla donna, ha svoltato lungo la strada in cui si trova la ludoteca dove è stato lasciato il figlio più piccolo, senza mai raggiungere la Falcone e Borsellino.

A non rilevare il passaggio dell’auto nell’orario indicato sono la telecamera TC15 “che inquadra via Caucana e parte della piazza G.B.Celestri”, scrivono gli investigatori, “TC17 (via Roma – piazza Vittorio Emanuele), TC20 (via Carmine – via Matteotti), TC32 piazza Carducci – via Matteotti)”. Tutte queste telecamere, si legge nel rapporto, “non rilevano in alcuna maniera, durante la fascia oraria d’interesse sopra citata e cioè a decorrere dalle 8:33 alle 8:39, il passaggio dell’autovettura Volkswagen Polo di colore nero” della mamma di Loris.

 

La diretta della giornata

18.34. Concluso pochi minuti fa il sopralluogo nel mulino accanto alla zona in cui è stato trovato il corpicino del piccolo Andrea Loris.

17.22. “È necessario che ci si interroghi su quello che è accaduto – dice al telefono monsignor Paolo Urso, vescovo di Ragusa che al momento -. Quella di Santa Croce Camerina è una comunità molto provata. È quindi comprensibile che in questo momento ci sia un senso di smarrimento. Per cui ogni parola che va al di fuori del conforto e della preghiera per la famiglia ora sarebbe inutile. Piuttosto fermiamoci e riflettiamo su quanto accaduto. Solo la verità potrà aiutarci a meditare sugli errori commessi”.

17.18. Un nuovo sopralluogo della Polizia Scientifica è in corso nelle campagne di Santa Croce Camerina dove il 29 novembre scorso è stato trovato il corpo di Loris Stival, il bambino di otto anni ucciso per strangolamento. Gli accertamenti sono estesi anche alla attigua struttura del Mulino Vecchio.

16.47. “Le ricostruzioni non le conosco e non le voglio conoscere, fino a quando non abbiamo atti ufficiali non c’è alcuna ricostruzione”. Lo ha detto l’avvocato Francesco Villardita, legale della famiglia Stival, uscendo dalla loro abitazione, commentando le indiscrezioni riportate dalla stampa su presunte incongruenze rese dalla mamma di Loris sul giorno della scomparsa del bambino.

16.45. “Ci sono problemi su una fascetta che sarebbe compatibile, e qualunque strumento penso sia compatibile per strangolare una persona purché sia abbastanza lungo per poterlo fare”. Lo ha detto il legale della famiglia Stival sullo strangolamento del piccolo Loris. Alla domanda se le fascette consegnate dalla madre alla maestra del piccolo possano essere compatibili, ha risposto: “Non lo so, ci vogliono accertamenti tecnici per poterlo accertare”. “In questo momento – ha aggiunto rivolgendosi ai giornalisti – non sono in grado di poter rispondere alle vostre domande perché non abbiamo comunicazioni in merito. La signora non è indagata, ma anche se lo fosse non avremmo accesso agli atti. Nulla cambia”. “Oggi – ha concluso il legale – sono venuto soltanto a trovare la signora che sta malissimo”.

16.39. “Ho il dovere morale di preservare la mia comunità dall’assalto mediatico di questi giorni per il delitto del piccolo Loris. Il dolore della famiglia è il dolore di un’intera comunità. Non a caso l’amministrazione comunale ha deciso di sospendere le iniziative natalizie. Per noi non ci sarà Natale”. Lo dice il sindaco di Santa Croce Camerina, Franca Iurato. “Mi appello alla sensibilità e alla deontologia dei giornalisti – aggiunge il sindaco – impegnati in questi giorni a raccontare la cronaca del delitto. Ma un conto è la cronaca, e un altro la morbosità delle notizie”.

14.43. Tracce organiche, ora sottoposte a esame genetico, sarebbero state individuate sulle forbicine trovate nell’abitazione di Loris Stival, sequestrate dagli investigatori. Secondo quanto si apprende, il campione genetico sarebbe stato isolato con il luminol dagli esperti, che stanno ora eseguendo gli esami per stabilire a chi appartenga quella traccia.

14.42. Ci sarebbe un buco di 15 minuti nel racconto che Veronica Panarello, la mamma del piccolo Loris, ha fatto ad investigatori ed inquirenti su quel che accadde la mattina di sabato 29 novembre, il giorno in cui è scomparso il bimbo poi trovato morto nel fosso a Molino Vecchio. Dai video in possesso degli investigatori emergerebbe infatti che la donna esce di casa attorno alle 9.15-9.20 per raggiungere il castello di Donnafugata e partecipare al corso di cucina. Per raggiungere la tenuta si impiegano tra i 15 e i 20 minuti, ad un’andatura normale, come hanno verificato gli stessi investigatori. Veronica Panarello dovrebbe essere arrivata al corso, che cominciava alle 9.30, non più tardi delle 9.40. La mamma di Loris, stando invece alla testimonianza di un partecipante al corso, arriva alle 9.55. e quando arriva fornisce una giustificazione che investigatori e inquirenti definiscono “non richiesta”: “scusate il ritardo – avrebbe detto la donna – ho avuto dei problemi”.

14.34. La Polo nera di Veronica Panarello, la mamma di Loris, non ha mai raggiunto la mattina di sabato 29 novembre la scuola frequentata dal piccolo, come invece ha raccontato la donna. Le telecamere nei pressi della scuola, infatti, non registrano mai un’immagine della vettura nell’orario indicato dalla madre del bambino. La circostanza emerge dall’analisi fata dagli investigatori di polizia e carabinieri dei video installati dalle telecamere a Santa Croce Camerina. Veronica ha infatti raccontato di essere transitata da via Giacomo Matteotti, nei pressi della scuola elementare Falcone e Borsellino e di aver lasciato il figlio a poche decine di metri dall’ingresso. Ma tra le 8.30, l’orario in cui escono da casa la donna e i due figli e le 8.40 – l’orario in cui un’altra telecamera riprende l’auto nei pressi della ludoteca dove verrà lasciato il figlio più piccolo – non c’è traccia del passaggio della polo nera nelle immagini registrate dalla telecamera comunale all’incrocio tra via Matteotti e piazza Unità d’Italia. Un punto dove la donna ha sostenuto di essere passata.

14.19. “Non si toccano i picciriddi, né ora né mai perché sono il nostro futuro”. Lo ha detto l’imam di Santa Croce Camerina, Abel Rouine, un tunisino che da 25 anni vive nel Ragusano. Dopo la preghiera del venerdì nel centro islamico del paese, l’imam sottolinea che “i bambini non si toccano mai” e a questa vicenda i fedeli hanno dedicato le loro invocazioni di oggi durante la preghiera. “Siamo rimasti tutti molto colpiti, veramente male – ha aggiunto l’imam – una morte la sentiamo sempre, sia che avvenga qui a casa nostra, sia che avvenga in Iraq o in Palestina: per noi è la stessa cosa”. A Santa Croce Camerina c’è una numerosa comunità di arabi, di religione islamica, come dimostrano anche alcuni cartelli davanti a chiesa e monumenti del paese, che sono scritti in tre lingue, italiano, romeno e arabo.

13.41. “Il papà di Loris, su pressioni della mamma, ci ha dato una confezione, aperta, di fascette di plastica bianche, sostenendo che sarebbero dovute servire al bambino nei lavori in classe proprio il giorno in cui era scomparso”. Lo ha ricordato la maestra Teresa Iacona, confermando così la ricostruzione fornita dalla dirigente della scuola Falcone e Borsellino, Giovanna Campo. “Noi – ha aggiunto – siamo rimaste sorprese perché non avevamo mai chiesto di portarle, perché sono pericolose, e non era previsto il loro utilizzo a scuola. La mia collega ha chiamato la polizia e successivamente le abbiamo consegnate in Questura. Nessuno mai a scuola ha chiesto fascette per esperimenti”. “Mentre parlavamo con la madre – ha ricordato l’insegnante – ci ha detto che c’erano queste fascette che a suo dire noi avevamo chiesto di comprare per fare esperimenti, era una confezione aperta. E’ stata la madre a sollecitare il padre dicendogli: ‘valle a prendere’. Lui le ha portate e noi ci siamo molto sorprese, meravigliate, non avevamo mai chiesto una cosa del genere, per questo abbiamo deciso di informare gli investigatori. E’ importante fare chiarezza – ha aggiunto Teresa Iacona – perché a scuola materiale pericoloso non è mai entrato”.

13.00. Sarebbero compatibili con quella utilizzata per strangolare Loris le fascette di plastica che la mamma del bambino ha consegnato nel pomeriggio di lunedì scorso, assieme ad altro materiale scolastico che apparteneva al piccolo, alle sue due maestre. Per avere un riscontro definitivo occorreranno giorni. I primi accertamenti effettuati dalla Scientifica e dal medico legale farebbero ritenere le fascette di plastica compatibili con i segni trovati sul collo di Loris. Il responso però non è ancora definitivo perché esami sono in corso per avere un esito certo e definitivo. Le fascette di plastica, secondo quanto confermato anche dal dirigente scolastico della Falcone-Borsellino Giovanna Campo, sarebbero state consegnate alle due mastre del piccolo nel pomeriggio di lunedì scorso, quando si sono recate a trovarla a casa per farle le condoglianze. Secondo questa ricostruzione, le insegnanti si sarebbero sorprese perché non avevano richiesto mai l’utilizzo di fascette di plastica per esperimenti scolastici, ritenendole pericolose. Per questo hanno successivamente informato gli investigatori, consegnando loro tutto il materiale che avevano ricevuto dalla mamma di Loris.

12.38 La polizia torna nuovamente dove è stato trovato il corpo del piccolo Loris vicino al vecchio mulino. Si indaga ancora. Non si lascia nulla al caso.

12.20 Alle ore 12:30 nella Moschea di Santa Croce la comunità musulmana si riunirà in preghiera per ricordare il piccolo Andrea Loris. Intanto nei pressi del vecchio mulino, presidiato dagli uomini della sezione volanti di Comiso, frazione alle porte di Ragusa, si riversa qualche curioso. E qualcuno fa il segno della croce, poi va via.

11.40. ”L’autopsia e il Dna daranno tantissime risposte”. Lo ha detto Orazio Fidone, il cacciatore che sabato scorso ha ritrovato il corpo del piccolo Loris, intervistato questa mattina a “Mattino 5”. “Dobbiamo ricostruire l’immagine di questo paese, abbiamo bisogno di serenità. Ricostruite l’immagine di questo paese, ve ne saremo grati tutti” ha concluso.

11.30. “Secondo quanto mi hanno raccontato le maestre, la mamma di Loris quando sono andate a trovarla per farle le condoglianze ha consegnato loro delle fascette per farle vedere” perché avrebbero fatto parte di un lavoro non concluso a scuola. Lo afferma la preside della Falcone-Borsellino di Santa Croce Camerina, Giovanna Campo, su ricostruzioni di stampa, “escludendo che a scuola siano state chieste fascette: sono oggetti pericolosi” e “nessuno ne ha portate in aula, se non di nascosto”.

11.10. Nuove indicazioni sul percorso seguito il 29 novembre scorso, giorno della scomparsa di Loris, dall’auto della madre potranno venire dall’esame del rilevatore Gps presente sulla vettura. Tecnici stanno cercando di accertare se è possibile estrapolare dati utili. La notizia, anticipata da La Sicilia, ha trovato più conferme. “La mamma di Loris ha autorizzato volontariamente l’acquisizione del Gps – spiega il legale di Veronica Panarello, l’avvocato Francesco Villardita – che era stato istallato nella sua auto nell’ambito di un contratto stipulato con la compagnia assicurativa. Non è stato sequestrato, così come la Polo: è acquisita agli atti dell’inchiesta perché la mia assistita non è indagata. Ed è estranea ai fatti”.


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