Intimidazioni all'azienda agricola di Santa Maria di Licodia

Incendi e cani sventrati: la denuncia dell’imprenditore, “Vado avanti”

L'incubo di un'azienda agricola di Santa Maria di Licodia - VIDEO

SANTA MARIA DI LICODIA (CATANIA) – Una lunga serie di ritorsioni e intimidazioni. La casa dell’azienda agricola bruciata dalle fiamme. Due cani uccisi e sventrati. Quindici alberi d’ulivo abbattuti con una motosega. Colpi d’arma da fuoco esplosi in diversi punti della struttura.

È una storiaccia della peggior specie quella che sta subendo da giorni un imprenditore agricolo di Santa Maria di Licodia. Nino Scarcipino in quell’azienda di campagna ha investito tutto se stesso. Sono i sacrifici suoi e della famiglia: dei genitori, della moglie e dei piccoli figli.

La denuncia

Cosa sta accadendo, Nino Scarcipino lo ha raccontato a più riprese ai carabinieri della stazione di Licodia e della Compagnia di Paternò ai quali ha presentato regolare denuncia. Militari che più volte si sono recati sul posto: non solo per un sopralluogo ma anche, e soprattutto, per raccogliere indizi e prove che possano ricondurre alla mano intimidatrice.

“Non ho mai ricevuto alcuna minaccia – spiega l’agricoltore -. Ma ho comprato dei terreni che ho sottratto al pascolo ed ho avvertito che questa cosa non è piaciuta. Io mi auguro che le indagini trovino uno sbocco, i carabinieri stanno facendo il loro lavoro. Così è impossibile vivere. Ancor meno lavorare”.

Intimidazione all’azienda agricola

L’altra sera, la scena che si è presentata ad una famiglia che vive del lavoro della propria terra, è stata di quelle apocalittiche e cruente. La casa in fiamme con l’incendio sedato dall’intervento dei vigili del fuoco. Le bestiole, una delle quali necessarie alla pet therapy del figlio, letteralmente fatte a pezzi. Le caprette fatte fuggire via.

“Non mi fermo”

Questa mattina, l’ultima sorpresa. Il canalone per l’irrigazione è stato ostruito e distrutto. In compenso uno dei campi è stato letteralmente allagato e sarà inutilizzabile per almeno qualche giorno. “Non mi fermo – conclude Scarcipino -. Ma confido nel fatto che non si venga lasciati soli dinanzi a fatti del genere”. 

Nel frattempo, le indagini proseguono.


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