SANTA VENERINA – Salvatore Greco, candidato sindaco a Santa Venerina con “La Svolta”, presenta ai cittadini il suo programma e parla di ricostruzione in un momento difficile per il paese e spiega: “ Santa Venerina è in agonia, abbiamo 7 milioni di debito”
Salvatore Greco, con “La svolta” Lei è candidato a Santa Venerina, ci dice di più?
La Svolta non è una coalizione di partiti che per opportunità decide di non esporre i simboli tradizionali: è un soggetto autenticamente civico, dove non sono ammesse le ingerenze delle segreterie partitiche e dove invece le appartenenze dei singoli individui che vi aderiscono costituiscono un valore aggiunto di interculturalità e di rapporti. Ci tengo particolarmente a dire che io chiamo tutti a concorrere a questo progetto nuovo per Santa Venerina. Nessuno è indispensabile ma tutti sono utili. Ci possiamo ritrovare benissimo tra persone che in passato hanno fatto esperienze diverse, persino che sono stati su fronti contrapposti; ci possiamo trovare tra chi ha una storia di militanza politica e chi no; non dobbiamo essere d’accordo sulla politica nazionale o regionale bensì su quello che serve a Santa Venerina, non dobbiamo necessariamente avere la stessa opinione su esperienza amministrative passate o presenti di Santa Venerina, dobbiamo avere unità di intenti su come deve essere e cosa deve fare la prossima amministrazione.
La politica, oggi, come dovrebbe essere interpretata?
Credo che la politica sia lo strumento per immaginare, pianificare, preparare e realizzare il futuro in cui vogliamo vivere. I problemi che viviamo oggi sono stati futuro: cinque, dieci, quindici anni fa. C’è un grande malinteso: abbiamo pensato che la politica sia solo il momento elettorale, quel fermento di rapporti, strategie, accordi che precedono ogni volta le elezioni amministrative. Invece la politica è quella costruzione del futuro che si fa una volta eletti: con le scelte del sindaco, della giunta, del consiglio comunale. E quando queste scelte, queste politiche, non sono le più giuste, o le più inefficaci, o sono assenti, ecco che ci troviamo a vivere dei futuri non realizzati: come adesso. Io non mi permetto di fare processi pubblici, nella mia mente ho chiaro quali siano stati gli errori, quali le occasioni mancate, ma mi sforzo di non fare processi pubblici: però su una cosa mi aspetto che tutti – persino chi sarà candidato sindaco in concorrenza a me – possiamo convenire sul fatto che qualcosa non è andato per il verso giusto. E questo argomento non lo uso contro qualcuno, non lo uso per dire chi non votare. Lo uso invece per capire cosa dobbiamo fare. Nessuno può offendersi se diciamo che i modelli politici che abbiamo attuato sin qui, tutti, anche se molto diversi tra di loro, e fatte salve le buone intenzioni di chi ha concorso a questi modelli politici, non sono soddisfacenti. Non bastano. Non sono quello che ci serve. Ci serve tornare alla politica. Ci serve certamente di vincere, ma di sapere cosa bisogna fare dopo, e ci serve di saperlo fare, e di creare e, non di meno, mantenere, le condizioni per poterlo fare bene.
Ci parli di Santa Venerina, quali sono stati gli errori di gestione del Comune?
Santa Venerina è un paese in agonia. Vero è che la crisi è generale, ma basta guardarsi un poco intorno per capire che siamo davvero rimasti indietro anche rispetto a centri delle nostre stesse dimensioni e potenzialità, o addirittura minori, rispetto a tanti altri centri che un tempo ci guardavano come un modello molto più avanti di loro. Siamo stati nel passato un esempio per tutti. Siamo stati una piccola capitale agro-industriale e con un modello di sviluppo totalmente compatibile con la conservazione e valorizzazione dei caratteri del territorio. Sono sicuro che quel carattere operoso esiste ancora, che Santa Venerina è piena di lavoratori instancabili, di persone oneste e perbene. È compito dell’amministrazione creare le condizioni perché questi caratteri positivi si possano esprimere al meglio: è suo compito ridare motivazioni ed obiettivi. È compito di chi guida l’amministrazione, del sindaco essere il conducente, non un passeggero e nemmeno il bigliettaio. Qui c’è un paese da cambiare. Ci dobbiamo mettere mano!
Quali sono i problemi maggiori su cui è urgente intervenire?
C’è bisogno subito di un piano regolatore giusto, equo, moderno, illuminato, per recuperare danni e ritardi. Ne sento parlare da sempre. Basta ora bisogna farlo. Perché c’è un solo motivo per continuare a parlare del piano senza farlo: non deludere le aspettative di nessuno, o, peggio, per creare aspettative a fini elettorali. Ma ci dobbiamo capire: sul piano tutti dobbiamo cambiare modo di pensare. Le uniche aspettative che si devono avere sul piano è che sia equo ed efficace. Dal piano ci dobbiamo aspettare che migliori la viabilità, che introduca le aree artigianali, che incentivi la riqualificazione del costruito esistente, che quindi complessivamente faccia aumentare il valore del nostro territorio e delle nostre proprietà, ma in modo equo, finalizzato al bene comune. Ad ogni campagna elettorale io sento parlare di circonvallazione: sempre. Bene, credo che il problema non sia mai stato affrontato nella giusta ottica. Santa Venerina è il punto in cui convergono a raggiera 7 strade provinciali ed alcune attraversano il suo centro come la via Vittorio Emanuele. In cosa deve consistere questa circonvallazione se non nel fare un anello che unisca queste strade provinciali prima che si infilino nel centro urbano? E perché realizzare questo anello deve essere un onere solo di Santa Venerina. La circonvallazione di Santa Venerina non è un problema locale, è un problema di interesse sovra comunale e quindi deve chiamare in causa la competenza della Provincia regionale di Catania. Insieme ai Comuni vicini dobbiamo esercitare una pressione decisa sulla Provincia perché inserisca nella sua pianificazione di spesa la congiunzione delle provinciali esistenti al di fuori dell’abitato. O si procede così o vi assicuro che la cosiddetta circonvallazione non si farà mai. Anche per un fatto semplicissimo: che è un impegno troppo oneroso per un solo comune. Ci vuole una programmazione seria ed efficace, bisogna predisporre un parco progetti mirato e strategico, che punti alle priorità: e se prima di un palazzetto (che poi finisce che diamo in gestione a 500 € l’anno) serve un posteggio nel centro, magari alberato e gradevole, si programmi prima il posteggio. Bisogna arrivare preparati sperando di prendere qualcosa dalle briciole – se ne sono rimaste – della programmazione 2007-2013: quando i bandi vengono pubblicati in Gazzetta ufficiale è già tardi. Bisogna conoscere la programmazione di spesa regionale ed attendere che venga bandita facendosi trovare pronti, anche su poche cose, ma su quelle che si servono prioritariamente.
Ricostruzione post sisma 2002, attesa e mai arrivata, quali sono le possibilità?
Il terremoto è un capitolo archiviato per la politica, ma non lo è nei fatti. Le 600 domande di contributo presentate con la seconda direttiva, non sono state neanche toccate. Di queste 600, circa 100 riguardano edifici inagibili: io credo che il comune debba rappresentate con molta forza di quanto fatto finora che non è ammissibile che cali il sipario su 100 edifici inagibili. Come se niente fosse, almeno su quelli. E dobbiamo difendere i nostri interessi. Sulla Gazzetta ufficiale regionale 41 del 2012 ho letto che l’assessore regionale all’economia ha spostato 13 milioni dal fondo di riserva e li ha messi sul capitolo 516050 che si chiama “spese per la riparazione del patrimonio edilizio privato danneggiato dal sisma di Santa Venerina dell’ottobre 2002”. Di questi, una parte servirà sicuramente per finanziare il restauro della chiesa di Bongiardo e questo ci fa senz’altro piacere. Ma dobbiamo vigilare che la restante parte non prenda una strada che allontana questo denaro da Santa Venerina, perché non si ripeta quello che è già successo, cioè che con i soldi del sisma 2002 si sono realizzate opere pubbliche anche in comuni della Provincia dove il terremoto non l’hanno neanche sentito: e questo rende l’idea di “quanto contiamo”.
Santa Venerina ha un debito economico preoccupante, cosa può dirci al riguardo?
Il gravissimo problema economico di Santa Venerina è stato per troppo tempo sottovalutato ed ora ha assunto proporzioni scoraggianti: un debito di 7 milioni scaturente dal contenzioso che la società che potabilizza l’acqua ha promosso dopo che il Comune, all’inizio della sindacatura in corso, ha revocato unilateralmente il contratto che avevamo con questa società: contratto che anche secondo me poneva dei problemi e richiedeva una via d’uscita, come ad onor del vero nella sindacatura ancora precedente si stava riuscendo a fare, ma è chiaro che uscendone in questo modo ci siamo messi dalla parte del torto e siamo stati pluricondannati. Siamo in questa situazione anche perché la nostra rete idrica perde circa due terzi dell’acqua che vi viene immessa: si capisce allora l’importanza ha la corretta programmazione dei lavori pubblici.
Qual è, quindi, il suo impegno?
Sono consapevole che se avremo il privilegio di essere chiamati ad amministrare questo strano paese sarà difficile dare da subito l’immagine di una buona amministrazione. Perché ci troveremo davanti ad emergenze grandi con pochissimi mezzi economici. Ma sono sicuro che a ciò suppliremo con l’impegno, con l’approfondimento dei problemi, con la competenze della squadra assessoriale e non ultimo con un po’ di fantasia amministrativa. A chi vorrà sostenermi, mi sento di promettere solo una cosa in cambio della mia elezione: un impegno senza riserve e la soddisfazione di essere orgogliosi di avermi aiutato. Forse non da subito, ma presto, sarà chiaro che Santa Venerina ha cambiato direzione, ha fatto la svolta, ed inizia a viaggiare verso il futuro migliore che meritiamo di avere.