Santapaola, Nizza e Cursoti |Vivere nel regno dello spaccio - Live Sicilia

Santapaola, Nizza e Cursoti |Vivere nel regno dello spaccio

Lo scenario sociale dei giovani che vivono nei quartieri controllati dai clan. L'anticipazione dell'inchiesta del mensile "S" disponibile in tutte le edicole.

La copertina del mensile "S" disponibile in tutte le edicole che contiene uno speciale sui Cursoti

CATANIA – Disagio sociale e criminalità minorile sono legati a doppio filo. Per tanti ragazzi dei quartieri popolari il rischio di andare a ingrassare le fila della manovalanza criminale è molto alto. Sono abbastanza chiari i dati sulla “criminalità organizzata minorile a Catania”, contenuti nella relazione del magistrato Angelo Busacca pubblicata su “Enciclopedia delle mafie”. Qualunque analisi sul fenomeno “non può prescindere” dallo studio “delle considerazioni socio economiche del territorio e delle conseguenze sul disagio giovanile”, scrive il magistrato. “Per sconfiggere la mafia serve un esercito di maestri elementari”. Così diceva scrittore Gesualdo Bufalino impartendo una lezione valida nel tempo.

Disoccupazione giovanile e dispersione scolastica sono, infatti, i pilastri sui quali si fonda il reclutamento di giovani leve da parte della malavita. La segregazione nei quartieri satellite fa il resto. A parlare sono i numeri del 2013 snocciolati e commentati da Busacca. La fotografia delle periferie catanesi è disarmante. La disoccupazione sfiora quota 20,6% nella città etnea “con punte in comuni della provincia fino al 31%, il dato è destinato a crescere in riferimento a maschi tra il 15 e i 29 anni: in Sicilia la cifra si aggira intorno al 42,7%.

Le cifre fanno il paio con i numeri riguardanti la dispersione scolastica: 26 ragazzi su 100 nel 2013 non andavano a scuola. “Tale analisi- scrive Busacca- assume particolare rilievo per ciò che riguarda la città di Catania come luogo di provenienza della maggior parte delle indagini di criminalità organizzata con coinvolgimento diretto o indiretto di minorenni”. La mappatura dei rioni cittadini racconta di un esodo dai quartieri storici in favore delle nuove periferie da monitorare. Nei decenni precedenti, infatti, la criminalità minorile era maggiormente consolidata nei quartieri del centro storico come San Cristoforo, Antico Corso e Fortino, rioni dove “erano radicate storicamente le principali famiglie mafiose a partire da quella dei “Santapaola”. “Tali quartieri, pur mantenendo un ruolo centrale soprattutto nell’ambito del traffico di stupefacenti, da tempo, non rappresentano più formalmente i territori di “residenza” di un sempre crescente numero di nuclei familiari trasferiti, intorno agli ’70, in quartieri dormitorio della periferia catanese originati sia da interventi voluti dal Piano Regolatore Piccinato (Librino con circa settantamila abitanti), che dallo sviluppo a carattere virale ed inarrestabile dell’abusivismo edilizio (Fossa della Creta, San Giorgio tra i più popolosi)”, spiega Busacca. Si attesta insomma “il fallimento” delle città-satellite nate anche con la deportazione degli abitanti come nel caso di San Berillo Nuova dopo il tristemente celebre sventramento della città vecchia, un modello da ripensare e riformare con forti azioni politiche e sociali. Continua a leggere sul mensile “S” in edicola, acquistabile anche online


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