Savarino: "Dimissioni? Aspettiamo la scelta di Musumeci" - Live Sicilia

Savarino: “Dimissioni? Aspettiamo la scelta di Musumeci”

La portavoce di Diventerà Bellissima fa il punto sullo stato dell'arte della coalizione.
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

PALERMO – Il sodalizio tra Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima non scricchiola. Anzi. La portavoce del Movimento del presidente Musumeci, la deputata Giusy Savarino, rivendica la scelta di avere aderito alla formazione meloniana. Un modo per dare voce alle istanze dei territori sui tavoli nazionali. In attesa di conoscere la decisione del presidente sulle dimissioni, Savarino tende la mano agli alleati lanciando un appello all’unità. “Mi auguro che si possano superare personalismi e differenze caratteriali, che pure sono evidenti, e che si trovino le ragioni per stare insieme come è accaduto varie volte in passato”, dice. E sul futuro del centrodestra siciliano impantanato nel guado dei veti incrociati rimanda tutto a Meloni e La Russa. “Ci rimettiamo alle trattative che stanno conducendo”, dice. 

Savarino, rompiamo il ghiaccio. Il presidente Musumeci si dimette o no?

Io gli ho consigliato di dimettersi perché ritengo che ci sia un risparmio ed è meglio non stressare gli elettori due volte nel giro di un mese. E non solo. 

Cos’altro? 

Perché evitiamo di chiudere le scuole due volte nel giro di un mese ed è più facile fare passare un messaggio forte e identitario insieme alle politiche. Però non sono io a decidere: aspettiamo che lui valuti i pro e i contro di questa sua scelta personale. 

Come procede l’intesa tra Db e Fratelli d’Italia alla luce del duplice appuntamento politiche e regionali?

Bene. Diventerà Bellissima è una comunità che è molto cresciuta in questi anni: abbiamo una cinquantina di sindaci e centinaia di consiglieri comunali. Abbiamo creato un ricambio generazionale importante e avevamo voglia di farlo. Abbiamo anche notato che c’è la necessità che le nostre istanze trovino voce anche a Roma. Per cui la scelta di aderire a Fratelli d’Italia è una scelta che ci vede tutti convinti anche perché, e lo dico da donna di centro del centrodestra, Meloni sta costruendo un partito che va al di là di una semplice destra. E’ un partito che si rifà ai valori cristiani (abbiamo apprezzato la battaglia per rendere l’utero in affetto reato universale) e che è attento alle esigenze delle imprese (abbiamo abbracciato svariate iniziative come quella sul cuneo fiscale). Siamo stati in sintonia su tante battaglie che trovano voce alle esigenze che noi abbiamo raccolto sul territorio siciliano. 

A Roma il centrodestra è unito. In Sicilia i toni dello scontro sono particolarmente sferzanti. Come pensa si possa trovare la quadra?

Mi auguro che si possano superare personalismi e differenze caratteriali che pure sono evidenti e che si trovino le ragioni per stare insieme come è accaduto varie volte in passato quando le lacerazioni erano molto più evidenti perché Lombardo aveva buttato fuori dal governo Forza Italia, Forza Italia aveva rotto con i centristi: c’era un problema di dialogo molto più acuito e si è superato. Adesso ci sono delle frizioni dettate, a mio avviso, da rapporti personali logorati, e mi dispiace perché questo poteva essere il momento per fare il resoconto di una legislatura che, nonostante i numeri risicati della maggioranza in assemblea dettati dalla legge elettorale, ci ha visti tagliare numerosi traguardi. Tanti risultati sono stati raggiunti sia come governo, sia come assemblea. Penso alla legge più importante venuta fuori per altro dalla mia commissione: la legge sull’urbanistica. La legge che abbiamo modificato dopo 40 anni ripensa la Sicilia secondo gli aspetti più innovativi della rigenerazione urbana: dal consumo del suolo zero alla riqualificazione delle nostre città senza invadere con costruzioni le periferie ma riqualificando i nostri centri. Come questa tante altre: mi dispiace che le polemiche non diano spazio ai risultati che invece ci sono stati al governo e in assemblea. Ed è un peccato per tutti. 

Lega e Forza Italia sono pronti ad avanzare un nome. Sul tavolo ci sono l’azzurra Stefania Prestigiacomo e i leghisti Pagano e Minardo. Che cosa rispondete?

Noi abbiamo delegato le trattive sul centrodestra in Sicilia a Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. Ci siamo riconosciuti in ogni parola pronunciata soprattutto da La Russa che ha seguito personalmente la vicenda. Per cui anche adesso ci rimettiamo a quanto con grande pazienza sta cercando di fare La Russa anche per noi.

Porrete anche voi dei veti? E se gli alleati proponessero un acerrimo nemico del presidente Musumeci?

Io mi auguro che ci siano ragioni politiche e non di inimicizie a spingere le scelte sul futuro del centrodestra e staremo a vedere. Certo, il meccanismo dei veti incrociati è un meccanismo vecchio. Il centrodestra è sempre uscito dal guado dei veti incrociati facendo riferimento ai sondaggi. Una pratica sollecitata da Berlusconi che finora ha funzionato. E’ stato fatto anche cinque anni fa quando si arrivò alla scelta di Musumeci, per cui non so se possa essere utile anche adesso. Ma rimetto la scelta a Meloni e La Russa. 


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