Errori alla Camera di commercio |I dati del segretario Pagliaro - Live Sicilia

Errori alla Camera di commercio |I dati del segretario Pagliaro

Numeri differenti sulle percentuali di errore che hanno portato la Camera catanese alla ribalta nazionale.

CATANIA – Catania, ieri, è balzata agli onori della cronaca nazionale per un record non proprio edificante che riguarderebbe errori sospetti nei bilanci di aziende e negozi depositati alla Camera di Commercio. Un articolo pubblicato dal Corriere della Sera a firma di Sergio Rizzo che ha svelato presunti errori imputabili alla Camera catanese con percentuali da brivido che sarebbero – secondo l’autore – correlabili l’accorpamento delle Camere del Sud Est.

Ma partiamo dall’inizio. L’articolo contiene presunti dati e le percentuali – provenienti da un esposto anonimo – con cui viene denunciato che “i due terzi di tutte le anomalie relative alla presentazione dei bilanci delle società di capitali rilevate nel sistema informatico camerale si concentrano nella sola Camera di commercio di Catania”. Nel 2010 sono 1.958 su 2.982, pari al 65,7%: ben 1.679 su 2.339 l’anno seguente (71,8%); 1.114 su 1.660 nel 2012 (67,1%); 906 su 1.423 nel 2013 (63,6%); 917 su ancora 1.423 nel 2014 (64,4%); 1.111 su 1.709 nel 2015”. I numeri spaventano, ma allo stesso tempo si scontrano con quelli in possesso del segretario della Camera di Commercio di Catania, Alfio Pagliaro e consegnati a Livesicilia dopo una richiesta di chiarimenti.

Questi i dati.2010: Nazionale, bilanci depositati 999.575, annullati 15.714, da

Dati CCIAA Nazionali e Catania

evadere 3.463. Catania: depositati 14.118, annullati 487, da evadere 426.

2011: Nazionale, bilanci depositati 1.007.639, annullati 12.198, da evadere 2.194. Catania: depositati 14.182, annullati 345, da evadere 286.

2012: Nazionale, bilanci depositati 1.005.822, annullati 10.075, da evadere 2.927. Catania: depositati 13.877, annullati 127, da evadere 307.

2013: Nazionale, bilanci depositati 997.848, annullati 8.552, da evadere 2.817. Catania: depositati 13.617, annullati 91, da evadere 348.

2014: Nazionale, bilanci depositati 994.327, annullati 8.309, da evadere 2.042. Catania: depositati 13.445, annullati 53, da evadere 399.

2015: Nazionale, bilanci depositati 994.031, annullati 8.542, da evadere 2.740. Catania: depositati 13.588, annullati 97, da evadere 397.

Ecco i numeri che sembrano differire dai primi ed ecco perché ci siamo chiesti, e abbiamo chiesto a Pagliaro, quali sono le fonti sulle quali si basa l’esposto anonimo, ma anche conto e ragione di ogni aspetto. “Quei numeri sicuramente provengono dalla nostra società Infocamere, non riesco a capire come siano stati estrapolati né con quale sistema”.

Lei è riuscito a procurarseli?

“Il sistema non ci consente di avere questi dati, che differiscono da quelli in nostro possesso. Questi dati non sono disponibili. Sicuramente non è una banca dati ufficiale quella da cui provengono”.

I numeri locali almeno coincidono?

“No. Nel 2015 ad esempio, io bilanci da evadere ne ho 397, mentre lì superano di tanto i mille. Però queste irregolarità non dipendono dalla Camera ma dalle imprese o dagli studi a cui si affidano. Il nostro personale una volta che fa l’istruttoria, sospende la pratica e richiede i dati mancanti. Non appena le imprese integrano le mancanze, l’ufficio evade la pratica. Se anche il dato riportato dal quotidiano si riferisse alle anomalie riscontrate durante l’anno e poi sanate, dove sta l’anomalia?”.

Potrebbe figurarsi un mancato introito, per lo Stato, in merito a sanzioni che si sarebbero potute fare e che non sono state fatte?

“No perché la sanzione viene applicata soltanto in caso di mancato deposito, in questo caso del bilancio, entro i trenta giorni previsti dall’approvazione del bilancio. E poco importa se l’ufficio evade la pratica dopo un giorno o dopo sei mesi, se c’è il ritardo la sanzione viene iscritta comunque”.

Questi dati arrivano da Infocamere?

Per forza.

I suoi archivi informatici le hanno dato dei valori? Nel 2015 si citano dati che corrispondono a 1.111 bilanci anomali presentati a Catania contro un dato nazionale di 1.709. Corrisponde?

“No. Nel 2015 Catania ha avuto depositati 13.588 bilanci, di questi sono rimasti da evadere 397, annullati – come pratiche irricevibili – 97. Posso solo presumere che inizialmente i bilanci errati fossero 1.111, bilanci che poi sono stati corretti o integrati. Ma non capisco in che modo tutto ciò possa essere responsabilità dell’ufficio camerale preposto a questo compito”.

Un cittadino qualsiasi potrebbe richiedere questi dati a Infocamere?

“Che io sappia no. Un interno della Camera potrebbe chiederli e a quella richiesta Infocamere risponderebbe con una sorta di preventivo con il conteggio delle ore necessarie e del numero degli addetti e il costo dell’operazione”.

Voi siete interni a Infocamere?

“Noi siamo i soci di Infocamere che è una società consortile fatta da tutte le Camere e che eroga servizi a pagamento”.

A fronte di questo pagamento dovrebbe esistere una fattura…

“Certo, ovvio”.

Da quando sono informatizzate le Camere di Commercio?

“Dal 2004 è partita l’informatizzazione di tutte le Camere per gli atti societari estesa, dal 2008, alle imprese individuali”.

Quali società hanno l’obbligo di depositare i bilanci?

“Tutte le società di capitali che, a Catania, sono circa 25.000”.

Però nei vostri dati i bilanci presentati nel 2015 sono 13.588, quasi diecimila in meno!

“Evidentemente ci sono società che non hanno depositato il bilancio. Se un domani dovessero depositarlo è chiaro che sarà sanzionato perché arrivato in ritardo”.

E se non lo depositano?

“Dovrebbe essere fatta una verifica per il mancato deposito del bilancio”.

Voi fate queste verifiche?

“Se avessimo personale a sufficienza, sì”.

Si potrebbe pensare che, per evitare la sanzione, converrebbe non presentare il bilancio.

“Sì, se fosse solo per la sanzione, ma conviene presentarlo. Il bilancio depositato è la prima cosa che si chiede, a una società di capitali, nei suoi rapporti con le banche, con i fornitori o per la partecipazione a una gara”.

Quante sono le imprese iscritte alla CCIAA di Catania?

“Oltre centomila”

Pagliaro queste anomalie sono state collegate all’accorpamento delle Camere del Sud Est (Catania, Siracusa e Ragusa).

“Il fatto che le imprese associate alle varie organizzazioni, siano società di capitali o ditte individuali è ininfluente. L’analisi avviene in due step. Nel primo vengono ripartite le imprese iscritte alla CCIAA per settore economico. Agricoltura, Commercio, Industria, Assicurazioni e credito e via dicendo. Ripartizione che avviene in base a regole comunicate dal Ministero ogni anno a giugno e che corrispondono a: numero di imprese iscritte, numero di addetti, il valore aggiunto prodotto e la quota di diritto annuo pagata alla CCIAA dalle imprese di quel settore. Dalla sommatoria di questi dati diviso per un coefficiente (che per Catania è 3,30) e poi diviso per 4 si ottiene il numero dei seggi. Seggi che sono 33, di cui 30 assegnati per settore economico. A questo punto entrano in gioco le associazioni datoriali tramite la loro forza, cioè il numero di imprese associate. In base all’elenco di imprese associate – e non dal bilancio, precisa Pagliaro – si determina il grado di rappresentatività. A questo punto la Regione, non io, tramite il metodo D’Hondt assegna i seggi a ciascuna organizzazione”.

Il tasso di anomalie della CCIAA di Catania, qual è?

“L’unica percentuale che sono riuscito a estrapolare è quello delle pratiche annullate sul totale e quella delle pratiche in arretrato. Dei bilanci annullati, perché irricevibili è dello 0,025%, mentre il dato nazionale è dello 0,0048%. Le pratiche in arretrato: il dato nazionale è di 0,017%, quello catanese 0,039%. La differenza non è così elevata, sono dati omogenei”.

Ma il dato catanese è doppio rispetto a quello nazionale.

“Sicuramente, ma sono irregolari perché è una questione fisiologica? Dipende dagli studi che inviano i dati? Io non lo so. Quello che farò è contattare l’Ordine dei commercialisti e fare dei seminari ad hoc come ho già fatto per i notai”.

Possiamo dire di essere già arrivati, e da tempo, “alla conta” per l’insediamento del nuovo Super Consiglio, quello della Camera del Sud Est?

“Certamente! Si aspetta il decreto di nomina, perché ormai il 94% delle designazioni è stata fatta. Giorno 8 settembre scade il termine per la designazione del “Servizio alle Imprese””.

Pare ci sia ancora un altro errore nel nuovo decreto.

“Qualcuno me l’ha detto”.

Questo consentirà un altro mese di ritardo?

“Teoricamente sì, anche se la normativa dice che essendoci i due terzi dei componenti, il Consiglio può essere insediato”.

Quindi si potrebbe procedere?

“Sì. E l’unico nome rimasto in bilico si rimanda a quando scadono i trenta giorni. Ma l’organizzazione potrebbe comunicarlo anche il giorno dopo”.

È stato scritto che “decine delle imprese per cui si registrano anomalie nel deposito dei bilanci, sono in odore di mafia”. 

“Noi non dobbiamo verificarlo. Anche se ci fosse una misura interdittiva per un’impresa, si tratta di provvedimenti che ci comunica il Tribunale, in cui ci dice che tale società è sottoposta a questa misura che noi inseriamo. Ma tutto questo non esclude l’obbligo, per quell’azienda, di depositare il bilancio. Né io ho l’obbligo di verificare se una società ha queste misure interdittive annotate. Ciò che devo verificare è se c’è il bilancio, la relazione, le firme e i diritti. Per me sono anonime”.

Si parla anche di un “ordito che coinvolgerebbe dipendenti della Camera”.

“Ma questa è la denuncia che è stata presentata – i più dicono da Confindustria, specifica Pagliaro – in cui si dice che 800 società hanno potuto presentare il bilancio in ritardo senza la sanzione. Ma questa è una bufala enorme. Intanto la sanzione è di un centinaio di euro che scatta se il bilancio è stato depositato in ritardo”.

I soldi della sanzione a chi vanno?

“Direttamente allo Stato tramite F24”.

Ultima domanda. Sono diversi gli accorpamenti che si stanno facendo in Italia, la norma è uguale anche in Sicilia? E poi in quanti casi il commissario ad acta coincide con il segretario della Camera capofila?

“La legge che lo regola è identica e in tutti i casi la nomina coincide per una regola voluta dal Ministero che individua nel segretario della Camera che accorpa, il commissario ad acta. In un caso questo non sta accadendo, nell’accorpamento di Caltanissetta, Agrigento e Trapani in cui le giunte delle tre Camere hanno deciso di nominare commissario ad acta il segretario di Caltanissetta e non quello di Trapani”.

 


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