Schelotto, una scelta logica | Palermo: panchina senza pace - Live Sicilia

Schelotto, una scelta logica | Palermo: panchina senza pace

Appena trenta giorni: questa la durata dell'avventura in rosanero del tecnico argentino, in Sicilia in realtà da dirigente accompagnatore. Un ruolo in pectore mai ricoperto, i tempi lunghi per il tesseramento e la decisione di lasciare. Un quadro al limite del surreale e una salvezza da conquistare a ogni costo.

PALERMO – Ballardini sessanta giorni, Barros Schelotto trenta da guida in pectore. Le avventure dei tecnici a Palermo, per motivi diversi, continuano ad avere scadenze assai limitate. L’argentino con tanto di rivoluzioni tattiche non riesce neppure a chiudere il mese e lascia il club rosanero. Il motivo è dovuto al tesseramento per il quale serviva almeno un anno, se non addirittura qualcosa in più. Una situazione difficilmente sostenibile, la scelta del Mellizo è sensata per non rimanere prigioniero di un ruolo che non sarebbe stato il suo. Venuto qui per allenare, non certo per essere ombra pronta ad accomodarsi in panchina in qualità di dirigente accompagnatore. Nessuna deroga, l’attesa per un patentino che rischiava di diventare snervante. Oltremodo logica la decisione di lasciare. Prima ancora di cominciare a tutti gli effetti.

Semmai viene da chiedersi come mai il Palermo non abbia provveduto a effettuare le necessarie verifiche prima di lanciarsi in un’avventura rivelatasi, ancora una volta, infruttuosa. Mettersi al riparo da sorprese burocratiche è dovere e diritto di un club che intende seguire un percorso con un allenatore. Bastava poco, volendo, per evitare una situazione spiacevole, dalla quale emerge la necessità di dovere ricominciare da zero. Tanto per cambiare. Il progetto targato Barros Schelotto si avvia a essere un ricordo, addirittura prima di nascere. Gli scenari delineati dal patron Zamparini che vengono meno per assenza di presupposti. Un vero peccato. Con una squadra ancora alle prese con una lotta salvezza tutt’altro che conclusa, nonostante quello che sulla carta appare un rassicurante vantaggio sulle terzultime.

Iachini, Ballardini, Viviani, Barros Schelotto e Bosi, Barros Schelotto e Tedesco: adesso, parrebbe, Tedesco e Bosi. Comunque vada, l’addio dell’argentino porterà al sesto avvicendamento sulla panchina rosanero. Magari provvisorio, con vista sul settimo cambio alla guida della squadra. Chissà. Situazione al limite del surreale, con il tecnico di Ascoli Piceno nonostante tutto ancora primatista di presenze stagionali con 12 gare concluse, seguito dal successore capace di reggere per i successivi sette match. Dopodiché un timbro per il tattico, uno per il tecnico della Primavera assistito dal Mellizo, tre sfide per la strana coppia. In mezzo a questo disastro la vitale necessità di continuare a calcare i palcoscenici della Serie A, conditio sine qua non per continuare a respirare. Bisogna fare punti per non dilapidare quel poco che rimane.


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