Schifani incontra i meloniani: FdI chiede 4 assessori - Live Sicilia

Schifani incontra i meloniani: FdI chiede 4 assessori

Nessuna trattativa è stata intavolata, ma...

PALERMO – La maggioranza del presidente Renato Schifani imbocca il sentiero che porterà alla definizione della squadra di governo. Ieri pomeriggio il secondo step: la riunione interlocutoria con la delegazione di Fratelli d’Italia. 

Erano presenti i due dioscuri (coordinatori regionali) Giampiero Cannella e Salvo Pogliese, la truppa dei 13 deputati eletti sotto l’egida della fiamma e i gli onorevoli palermitani (freschi d’elezione) Carolina Varchi e Raoul Russo (solo di passaggio per un saluto istituzionale). 

“Un clima cordiale e distensivo, basato sulla fiducia reciproca”, dice più di uno dei protagonisti della riunione commentando l’incontro. Nessuna trattativa è stata intavolata, ma un passaggio saliente sulla futura squadra di governo è stato fatto da Salvo Pogliese che, nel suo discorso introduttivo, ha ricordato, a più riprese, il passo di lato fatto da Nello Musumeci riconoscendo al nuovo presidente doti di mediazione ed equilibrio. Insomma, i meloniani (artefici della scelta azzeccata e vincente dell’election day) non faranno scherzi, ma allo stesso tempo faranno valere il loro peso specifico.

Il primo partito siciliano alza il prezzo: la richiesta avanzata al nuovo inquilino di Palazzo d’Orleans è di quattro assessori e la presidenza dell’Ars. Un modello ribattezzato “Forza Italia”. 

Lo schema ricalca quello di cinque anni fa quando il primo partito della coalizione, Forza Italia, incassò lo stesso bottino. “Senza contare la nomina di Vittorio Sgarbi come assessore tecnico richiesta (e ottenuta) dal Cavaliere in persona a Musumeci”, si lascia andare qualcuno a microfoni spenti. 

Tuttavia, la composizione di quella maggioranza vedeva ben altri rapporti di forza tra partiti maggiori e minori. Un’obiezione che avrebbe fatto lo stesso presidente (“la mappatura della scorsa legislatura era diversa perché era più frantumata mentre questa parte con una geografia più assestata”). Al presidente Schifani toccherà tagliare questo nodo gordiano.

Il commentatore malizioso potrebbe fare notare che cinque anni fa all’azzurro Gaetano Armao andò anche la vicepresidenza. Che ci sia anche questa richiesta dietro la formula “modello Forza Italia?” I beneinformati smentiscono questa ipotesi o meglio la sua fattibilità sottolineando che la vicepresidenza di Armao nasceva in modo diverso da un’intesa diversa legata al fatto che l’assessore ritirò la candidatura alla Regione: una mediazione portata avanti da Berlusconi.

“Siamo stati leali e ci aspettiamo altrettanta lealtà da parte del garante della coalizione”, è il mantra che viene recitato dai big meloniani nel corso nella riunione. E in effetti nel corso della riunione non ci sono state frizioni, semmai scambi reciproci di vedute. Ad esempio sul punto degli assessori-deputatati. Pogliese ha fatto notare che la maggioranza potrebbe trovarsi a rischio in occasione del voto in aula quando, come spesso capita, gli assessori sono in missione. Un’idea, per dribblare questo rischio, avanzata nel corso dell’incontro, potrebbe essere quella di riorganizzare i lavori d’aula. In ballo c’è anche l’ipotesi di ricorrere a una deroga, idea che però il presidente non vorrebbe prendere in considerazione salvo casi particolari. Schifani potrebbe accettare soltanto davanti a nomi di primissimo piano e in assenza di profili “competenti della materia” all’interno di sala d’Ercole. Ad ogni modo, il tempo a disposizione della maggioranza per trovare la quadra non è poco e va di pari passo con quello dell’insediamento dell’assemblea.  


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