PALERMO – “Ce l’abbiamo fatta. La piccola Ayeda dall’Afghanistan all’Ismett di #Palermo. Un grandissimo lavoro di squadra”. Con questo post su Facebook il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha salutato l’atterraggio all’aeroporto Falcone-Borsellino di Punta Raisi, l’aereo della Turkish Airline che ha portato su suolo siciliano la piccola Ayeda, una bambina afghana di due anni che soffre di una rara malattia epatica.
Ayeda è stata la protagonista di una grandissima mobilitazione internazionale con in prima linea una rete di associazioni italiane che hanno lanciato un appello al ministro degli Esteri Antonio Tajani. La bambina, profuga in Iran con i genitori, è affetta da una rara malattia al fegato e aveva poche settimane di tempo prima della scadenza del visto e della possibilità di andare in un Paese dove possa essere curata e salvata. Da qui la mobilitazione italiana che ha portato al trasferimento della bambina a Palermo dove potrà essere curata in un centro di eccellenza mondiale come l’Ismett.
Una corsa contro il tempo
La vicenda di Ayeda è stata un corsa contro il tempo: è cominciata lo scorso giugno, quando la madre, rifugiata in Iran insieme alla famiglia, ha contattato via social Francesca Lombardozzi, presidente di Pfic Italia Network. Le condizioni cliniche della bambina peggioravano rapidamente, in Iran non erano disponibili le cure necessarie e il visto della famiglia stava per scadere. Il rischio era il rimpatrio forzato in Afghanistan, dove per Ayeda non sarebbero state disponibili neppure le cure di base. Portarla in un Paese sicuro, dove potesse avere accesso alle più moderne terapie, era diventata una necessità vitale.
La rete di solidarietà e il ruolo decisivo di Schifani
Nel giro di poche settimane si è attivata una rete di solidarietà. Lombardozzi ha coinvolto l’Osservatorio malattie rare (Omar) e poi Nove Caring Humans, organizzazione umanitaria da anni attiva in Afghanistan, e la Croce rossa italiana e il comitato siciliano della Cri arrivando al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, il cui coinvolgimento diretto ha giocato un ruolo decisivo.
Il governatore ha contattato l’ambasciatrice d’Italia a Teheran, Paola Amadei, ottenendo lo sblocco del visto sanitario indispensabile per il trasferimento della bambina. Parallelamente, ha seguito due aspetti cruciali: ha mantenuto contatti diretti e costanti con la direzione dell’Ismett, per assicurarsi che Ayeda fosse presa in carico dall’équipe medica specializzata, e ha disposto una donazione per garantire alla famiglia vitto, alloggio e assistenza a Palermo per tutta la durata della convalescenza dopo il trapianto, condizione necessaria per l’ottenimento del visto stesso. L’intervento del presidente Schifani è stato determinante per permettere alla catena di solidarietà di completarsi con successo, consentendo l’arrivo della bambina in Sicilia.
Il governatore: uno dei giorni più belli della mia vita
“Oggi è uno dei giorni più belli della mia vita – ha aggiunto il presidente della Regione -. Di fronte al grido di aiuto della piccola Ayeda e della sua famiglia la #Sicilia non si è voltata dall’altra parte. Si è messa in moto una straordinaria mobilitazione umanitaria che ha visto istituzioni, associazioni e cittadini uniti da un solo obiettivo: salvare una vita. Sono certo che abbiamo messo Ayeda nelle migliori mani possibili e che l’accoglienza e la generosità dei siciliani sapranno accompagnarla in questo delicato percorso di cura e speranza”.
Il governatore, che aveva scritto “ce l’abbiamo fatta: la piccola Ayeda dall’Afghanistan all’Ismett di #Palermo, un grandissimo lavoro di squadra”, nel post, dice “grazie a Pfic Italia Network Odv, Nove Caring Humans, Omar – Osservatorio Malattie Rare, Ismett Palermo, Regione Siciliana, Ambasciata d’Italia a Teheran e Croce Rossa Italiana – Italian Red Cross”.
La mamma della piccola: la nostra vita stava andando a rotoli
“Le nostre vite stavano andando a rotoli, tornare in Afghanistan avrebbe significato la morte certa per mia figlia. Sapere che saremmo arrivati in Italia è stata la notizia più bella della nostra vita – afferma la mamma di Ayeda -“.
“Come associazione di pazienti – sottolinea Francesca Lombardozzi, presidente di Pfic Italia network odv – è stato emozionante assistere con i miei occhi a ciò che può accadere quando veniamo ascoltati da istituzioni, associazioni e media. Questa esperienza ha rafforzato una consapevolezza che già avevo: collaborare significa garantire il diritto alle cure anche per quei bambini nati dalla parte sbagliata del mondo. Questa rete ha dimostrato che professionalità, solidarietà e impegno umano possono davvero cambiare il destino dei più fragili”.
“Ci sono giornate come quella di stamattina, all’aeroporto di Palermo, in cui la vita ti sorprende con la forza della gioia – dice Arianna Briganti vicepresidente di Nove Caring Humans – oggi abbiamo assistito a qualcosa di semplice e grandissimo allo stesso tempo: la possibilità, per una bambina di due anni, di cominciare a vivere la vita che ogni bambino dovrebbe avere. Perché non si tratta di un privilegio, ma di un diritto assoluto, irrinunciabile”.
