Schifani-Lagalla, guerra di nervi: braccio di ferro sulla Giunta - Live Sicilia

Schifani-Lagalla, guerra di nervi: braccio di ferro sulla Giunta

Pressing del governatore contro Iv ma il sindaco conferma l'assessore renziano

PALERMO – È grande freddo tra il governatore Renato Schifani e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla sulla permanenza di Italia viva nella giunta comunale del capoluogo. Dopo gli attacchi del capogruppo renziano alla Camera Davide Faraone al presidente della Regione Siciliana, tra Palazzo d’Orleans e Palazzo delle Aquile i rapporti sono al minimo storico e tendenti a zero.

Italia viva pomo della discordia

Schifani chiede una verifica che porti Iv fuori dalla giunta di centrodestra a Palermo, Lagalla conferma fiducia all’assessore renziano Totò Orlando. Da piazza Indipendenza si chiede un chiarimento a Lagalla e sul punto c’è concordia con le forze di centrodestra. Il passo successivo dovrebbe essere l’espulsione di Iv dalla giunta comunale.

Lagalla conferma il renziano Orlando

Lagalla in una dichiarazione pubblica ha rinviato “a metà mandato”, quindi a fine 2024, l’eventuale “tagliando alla Giunta” ma le differenze con il pensiero di Schifani emergono non solo dalle dichiarazioni ufficiali. Nel corso di una riunione tecnica sui cimiteri, tenutasi ieri, Lagalla avrebbe confermato piena fiducia al suo assessore, presente all’incontro. E i contatti, tra il sindaco e Faraone, non si sarebbero mai interrotti, tanto che i renziani si dicono sicuri sulla permanenza di Orlando.

Pressing per una verifica di maggioranza

Davanti a questo quadro, i rapporti tra Lagalla e Schifani, che sembravano migliorati, adesso sono tornati gelidi. “A Palermo il centrodestra ha vinto in base ad un progetto politico di coalizione – è il ragionamento che filtra dal quartier generale di Palazzo d’Orleans -, non può sottrarsi a una verifica doverosa su Italia viva. I renziani attaccando Schifani attaccano il centrodestra, ciascuno si prenda le sue responsabilità”.

Faraone e i rifiuti “la goccia fatale…”

Le dichiarazioni di Faraone sui poteri commissariali nelle mani del governatore per il dossier termovalorizzatori hanno rappresentato “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Nel calderone vengono messi infatti anche gli attacchi dei mesi scorsi, soprattutto sulla sanità e le nomine nelle aziende del sistema sanitario regionale. Un atteggiamento continuato con una nuova dichiarazione e che viene visto come “aperta ostilità” da parte di Iv “nei confronti del centrodestra regionale ma anche del governo Meloni”.

Tregua sul Teatro Massimo

In questo quadro di incertezza e nervi tesi, l’unico elemento di stabilità sembra rimasto il Teatro Massimo. Regione e Comune di Palermo sarebbero concordi sulla conferma di Marco Betta nel ruolo di sovrintendente e anche le recenti dichiarazioni del ministro della Cultura Alessandro Giuli sembrano indirizzare verso quella strada. “È una decisione corale che deve tener conto delle esigenze della città, non ci sono nomi che si calano dall’alto o che spuntano dal basso”, ha affermato dalla kermesse di FdI a Brucoli.

Aeroporto, nuovo scontro?

È sul futuro della Gesap che invece potrebbero riacuirsi le tensioni tra Comune e Regione. Schifani, con una nota, ha chiesto a Vito Riggio di ritirare le dimissioni da amministratore delegato della società che gestisce l’aeroporto di Punta Raisi, di cui si terrà a breve un’assemblea dei soci.

Una fiducia che ha un obiettivo dichiarato, ossia la privatizzazione di un’azienda come Gesap, in cui però la Regione non ha quote. Il pacchetto di maggioranza è tutto nelle mani di Lagalla, nella doppia veste di sindaco cittadino e metropolitano, e né l’ex rettore, né Fratelli d’Italia che esprime il presidente di Gesap, Salvatore Burrafato, sarebbero pronti a vendere tutto e subito. L’ennesima divergenza di opinioni che rischia di mettere ancora una volta a dura prova i rapporti tra Lagalla e Schifani.


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