Schifani lancia un appello: "Il Centrodestra sia unito" - Live Sicilia

Schifani lancia un appello: “Il Centrodestra sia unito”

L'ex Presidente del Senato mette in guardia gli alleati.
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

PALERMO – Il rischio è che il centrodestra corra diviso alle regionali e alle politiche. Il senatore azzurro Renato Schifani mette nero su bianco una preoccupazione di non poco conto. Le spaccature che stanno emergendo nella ricerca di una quadra sulle amministrative sono la spia di una situazione da scongiurare. Da qui l’appello agli alleati bizzosi. “Il centrodestra sia unito sui fatti e non sulle parole”, dice Schifani che non risparmia stoccate ai compagni siciliani di Forza Italia ma auspicando una sintesi. “Confido in una ricomposizione interna le divisioni di Forza Italia non aiutano”, spiega l’ex presidente del Senato. 

Senatore Schifani, partiamo dal vertice di mercoledì.

Il vertice si è concluso con un nulla di fatto, ma le anticipo una mia preoccupazione di fondo.

Quale?

A questo punto è doveroso fare un’analisi. In cinque anni di legislatura il centrodestra è stato unito in Parlamento soltanto quindici mesi quando ha fatto l’opposizione al governo Conte bis. Per tutto il resto del tempo è stato diviso tra il Conte uno e il governo Draghi. Non vorrei che questa distanza stia creando delle lacerazioni esiziali per l’unità in vista dei prossimi impegni amministrativi, regionali e nazionali. L dico proprio tutta per essere chiaro.

Prego.

Non vorrei che una rottura del centrodestra alle elezioni regionali possa fare precipitare l’unità della coalizione alle successive elezioni politiche che si terranno da lì a quattro mesi. Quindi occorre vigilare e buon senso da parte di tutti.

Abbiamo parlato delle spaccature interne al centrodestra, ma anche dentro Forza Italia in Sicilia c’è una guerra ancora aperta.

Non posso negare che dentro Forza Italia vi sia una fibrillazione che tocca vari punti: la linea politica con metà partito favorevole alla continuità del governo Musumeci e l’altra no, il tema della gestione del gruppo all’Ars da parte dell’attuale presidente che non mi sento di potere condividere.

Perché?

Perché un capogruppo che ha un potere derivato e non un potere primario e che firma un emendamento contro il governo sul semestre bianco governativo senza avere informato il gruppo e non lo convoca quando la maggioranza dello stesso glielo chiede…un capogruppo che, leggendo la tabella delle Commissioni pubblicata qualche giorno fa, dà delle indicazioni di assegnazione del tutto distoniche rispetto a quelle che avrebbero dovuto essere perché mi rifiuto di credere che i tre presidenti uscenti abbiamo indicato commissioni diverse da quelle presiedute, non va bene. Mi confortano tuttavia le rassicurazioni della presidenza ars che trattasi di una semplice ipotesi di lavoro

Mi sta dicendo che Calderone che non va bene?

Non va bene.

Nodo commissioni: lei, che è stato presidente del Senato, a sei mesi dalle elezioni le avrebbe azzerate?

No, non lo avrei fatto perché il regolamento prevede che si faccia a metà legislatura.

Ars e non solo. Anche nella partita per le amministrative di Palermo i conti dentro il partito non tornano e prevalgono le divergenze. Proprio ieri Marcello Dell’Utri ha benedetto le candidature di Lagalla e Musumeci, a occhio e croce Un modo per mettere alle strette Miccichè. Lei all’interno di questo quadro come si colloca? Che consigli si sente di dare agli amici del partito?

Dell’Utri non fa più politica ma è uno dei fondatori di Forza Italia e rivendica a pieno titolo la possibilità di esprimere le sue opinioni che io rispetto. Ha detto che parlava da uomo libero come è sempre avvenuto nel partito di Berlusconi. Nel centrodestra il quadro è affollato ed è secondo me la conseguenza della mancanza dello scioglimento del nodo gordiano della Regione da un lato, dall’altro quando leggo che si realizzano vertici nazionali e locali senza invitare il primo partito della coalizione su base nazionale e regionale, mi riferisco a Fratelli d’Italia, non va bene.

Insomma la pensa come i dirigenti di Fratelli d’Italia. E’ impensabile fare un vertice nel quale si esclude un ragionamento complessivo sulle regionali che si terranno subito dopo le amministrative. 

Esatto. Ed è impensabile escludere degli alleati come è avvenuto fino adesso. Confido però nelle dichiarazioni di Matteo Salvini che ieri ha dichiarato di voler coinvolgere tutti.

A questo punto non posso non farle una domanda: il Musumeci bis è più vicino o più lontano? E lei che ne pensa della ricandidatura del Presidente?

Ho sempre posto una posizione ufficiale sia all’interno del mio partito sia parlando con gli alleati. Quando si dichiara che il presidente della Regione lo scelgono i siciliani io ci sto. Non i siciliani che stanno a Palazzo, ma quelli che vivono la quotidianità. Facciamo i sondaggi e vediamo effettivamente qual è il consenso di Musumeci e quello di altri politici. Finora comunque nel centrodestra ha prevalso la riconferma degli uscenti salvo motivate eccezioni.


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