Scissione, congresso, regionali |La partita tripla del Pd siciliano - Live Sicilia

Scissione, congresso, regionali |La partita tripla del Pd siciliano

Ecco gli schieramenti in campo nel partito. Crisafulli potrebbe uscire. Lumia con Emiliano.

PALERMO – Scissione, congresso, regionali. Una partita tripla si gioca tra le file del Pd siciliano. Con grandi manovre in corso tra le correnti del partito. Agitato in questi giorni dalle polemiche sul tesseramento, con i casi di Enna e Catania, dove si sono registrati boom di richieste, che hanno fatto discutere.

La sfida principale è quella del 30 aprile. Nella corsa a tre tra Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano il partito siciliano si divide. Ma gli schieramenti non sono ancora definiti.

Con Renzi c’è ovviamente il gruppo che fa capo a Davide Faraone, nel quale sono confluite anche varie new entry di questa legislatura. A sostegno dell’ex segretario ci sarà anche, con una sua lista, Areadem di Dario Franceschini. Che in Sicilia è guidata da Giuseppe Lupo. Con lui l’assessore al Turismo Anthony Barbagallo, altro big della corrente. E poi Marika Cirone, Teresa Piccione e altri. E poi i Giovani Turchi di Matteo Orfini, a cui è vicino il segretario regionale Fausto Raciti.

Ma è proprio in quest’area di ex Ds che i giochi sono ancora aperti. Infatti la corrente guidata da Antonello Cracolici, a cui aderiscono diversi deputati ex diessini, è tentata dalla candidatura di Andrea Orlando. I catanesi più vicini a Cesare Damiano, ad esempio, molto probabilmente sceglieranno il ministro della Giustizia. C’è stata una riunione d’area nei giorni scorsi che non ha partorito una decisione e l’interlocuzione con Matteo Orfini è aperta.

E poi c’è Emiliano. In Sicilia la campagna del governatore pugliese è guidata dal deputato regionale Pino Apprendi. E può contare sull’appoggio di un big del partito come Beppe Lumia. Il senatore vicinissimo al presidente della Regione ha fatto la sua scelta ed è pronto alla mobilitazione. “L’area ha avviato un dialogo con tanti amministratori locali”, racconta Lumia. Il suo alter ego Crocetta difficilmente si esporrà in prima persona nel congresso, ma le sue simpatie sarebbero tutte per il magistrato pugliese.

Insomma, gli schieramenti sono ancora fluidi. Quel che pare certo è che il Pd dovrebbe arrivare al congresso quasi integro. Le defezioni seguite alla scissione nazionale non sono state numerose nell’Isola. Ai Democratici e Progressisti hanno aderito solo due parlamentari nazionali, l’ex presidente della Regione Angelo Capodicasa e il siracusano Pippo Zappulla. All’Ars non si è sfilato ancora nessuno. Bruno Marziano, dato tra i papabili scissionisti, assumerà una decisione con i suoi a breve, ma le previsioni lo danno più dentro che fuori, a sostegno della candidatura di Orlando. In dubbio Mariella Maggio, che non si è ancora pronunciata.

Chi è ancora in bilico tra l’andare e restare è Mirello Crisafulli. Il big di Enna è tentato dal seguire il vecchio amico Massimo D’Alema nella nuova creatura politica a sinistra del Pd. “Non ho ancora deciso, faremo una riunione domani con i miei amici sul territorio per parlarne”, conferma lui. E se rimanesse? Orlando o Emiliano? “Prima vediamo se resto, non escluderei nessuno dei due”.

Intanto a Enna si litiga sull’exploit di tessere dell’area Crisafulli. Il segretario organizzativo Antonio Rubino si occuperà della vicenda. E anche a Catania c’è stata alta tensione tra le varie anime del partito per l’exploit delle tessere.

Sullo sfondo resta la partita per Palazzo d’Orleans. I giochi sono congelati in attesa del congresso. Rosario Crocetta tiene il punto della sua ricandidatura, accentuando la sua vena grillina con uscite “anticasta”. Davide Faraone prosegue nella sua rincorsa, con i “saggi” radunati a Palermo impegnati a scrivere il programma elettorale. Saranno le primarie a decidere? In quel caso anche Antonello Cracolici potrebbe misurarsi nell’agone. E a quel punto chissà che anche Giuseppe Lupo possa essere tentato in quella che si trasformerebbe in una prova di forza tra correnti. Alla fine la via d’uscita potrebbe ancora essere rappresentata dal sindaco di Catania Enzo Bianco, renziano atipico che dialoga bene con la sinistra del partito. Ma è difficile che qualcosa si smuova prima del congresso del 30 aprile. Tutto fa il gioco di Crocetta. Che forte delle debolezze altrui potrebbe davvero strappare la ricandidatura a un partito che si sveglia fuori tempo massimo.


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