TREVISO – Un dispositivo simile ad un chip che, posizionato su due precisi punti del corpo, consente alle persone colpite da sclerosi multipla di riacquistare mobilità, forza muscolare e capacità di movimento più che nei pazienti sottoposti alla riabilitazione tradizionale. Si chiama Taopatch ed a crearlo è stata Tao Technologies, di Castelfranco Veneto (Treviso), sulla base di studi di biofisica che sfruttano l’emissione di fotoni in modo analogo a quanto avviene con le terapie laser ma in modo continuativo grazie a strumenti indossabili.
Il ruolo dell’Università di Palermo
La sua efficacia, sviluppata in un articolo della rivista “The European Journal of Translational Myology”, è stata riscontrata da uno studio condotto su pazienti affetti da sclerosi multipla in vario stadio, durante il periodo di lockdown, da un’unità di ricerca dell’Università di Palermo. “I risultati sono stati sicuramente soddisfacenti – rilevano i ricercatori siciliani – perché hanno evidenziato l’efficacia di questa terapia combinata nel miglioramento della forza muscolare degli arti superiori, evento molto raro quando si parla di sclerosi multipla. Questo studio – concludono – apre molte porte nel trattamento terapeutico di questo tipo di pazienti”.
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