Cosa Nostra e le scommesse illegali: 15 arresti a Palermo - Live Sicilia

Cosa Nostra e le scommesse illegali: 15 arresti a Palermo

Blitz fra la Sicilia e la Campania dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria

PALERMO – Dopo gli arresi dello scorso giugno le indagini della finanza sulle agenzie di scommesse targate Cosa Nostra sono andate avanti fino al blitz di oggi.

Su delega della lo Procura della Repubblica, l’inchiesta è coordinata dal procuratore Aggiunto Salvo De Luca e dai sostituti Dario Scaletta e Maria Pio Ticino, i finanzieri del comando provinciale di Palermo, hanno eseguito un’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Walter Turturici nei confronti di quindici persone, tra cui dei volti noti.

Sei in carcere: Salvatore Rubino, 59 anni, Vincenzo Fiore, 42 anni, Christian Tortora, 44 anni, Rosario Chianello, 48 anni, Michelangelo Guarino, 43 anni, e Giovanni Di Noto, 46 anni.

Nove agli arresti domiciliari: Salvatore Barrale, 63 anni, Maurizio Di Bella, 46 anni, Pasquale Somma, 50 anni, Giovanni Castagnetta, di 36, Davide Catalano, di 41 (da aprile 2019 percepisce 900 euro al mese di reddito di cittadinanza la cui erogazione sarà sospesa), Giacomo Bilello, 36 anni, Pietro Montalto, 31 anni, Antonio Inserra, 55 anni, e Salvatore Lombardo, di 36.

Sono accusati a a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo delle scommesse e truffa ai danni dello Stato, e trasferimento fraudolento di valori.

Il gip ha disposto il sequestro preventivo di 6 agenzie di scommesse a Palermo e in provincia di Napoli, per un valore complessivo stimato di circa un milione di euro. Oltre 100 militari stanno eseguendo in Sicilia e in Campania.

Nella prima tranche dell’indagine denominata “All-in” finirono sotto sequestro cinque “imprese mafiose” che avevano acquisito le concessioni statali rilasciate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la raccolta di giochi e scommesse sportive.

Poi, però, come già ricostruito in questo articolo dei mesi scorsi, si è scoperto che esisteva una rete di gioco illegale e parallela.

Gli specialisti antimafia del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo hanno sviluppato un secondo filone d’indagine. Sarebbero state organizzate due distinti associazioni a delinquere, parallele ma entrambe riconducibili a Salvatore Rubino che, così era emerso alcuni mesi fa, per la sua scalata avrebbe usato capitali mafiosi. Le due organizzazioni gestivano un giro di scommesse non inferiore 2,5 milioni di euro al mese.

Il primo gruppo criminale, capeggiato da Vincenzo Fiore e Christian Tortora e composto da Salvatore Barrale, Maurizio Di Bella, Pasquale Somma e Giovanni Castagnetta, gestiva una rete di agenzie affidate a persone di fiducia, chiamate master.

La seconda organizzazione, che pure gestiva centri scommesse attraverso cui operava la raccolta illecita, aveva come figure di rilievo Chianello Rosario e Guarino Michelangelo e si avvaleva della collaborazione di Giovanni Di Noto, detto “Gianfranco”, già arrestato con l’accusa di eassere elemento di spicco della famiglia mafiosa della Noce.

Di questo gruppo criminale avrebbero fatto parte anche Davide Catalano, Giacomo Bilello, Pietro Montalto, Antonio Inserra e Salvatore Lombardo.

La raccolta illegale delle scommesse avveniva attraverso lo “schermo” di agenzie autorizzate dai Monopoli. I gestori sottobanco accettavano scommesse che venivano gestite non sulla rete ufficiale ma attraverso piattaforme straniere illegali.



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