Sea Watch: "Aiutateci ora | Fa sempre più caldo" - Live Sicilia

Sea Watch: “Aiutateci ora | Fa sempre più caldo”

Foto d'archivio (Credits: Felix Weiss)

L'appello di Verena, il medico a bordo. Ma Salvini scrive a Conte e ribadisce: "Porti chiusi"

Al largo di Lampedusa
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“Per favore, non sto parando da medico ma da essere umano, abbiamo 43 persone a bordo che hanno bisogno di cure mediche, serve un porto sicuro per per far sì che queste persone abbiano la sicurezza che meritano. Aiutateci ora”. E’ l’appello di Verena, medico a bordo della Sea Watch, postato su Twitter dalla ong. “Il mare – spiega la donna – è calmo ma sta facendo sempre più caldo, soprattutto nella zona dove stanno gli ospiti. Quindi hanno problemi di disidratazione, cosa sulla quale non possiamo intervenire. Inoltre – aggiunge – abbiamo molte persone che hanno vissuto traumi e torture e quindi hanno bisogno di supporto psicologico, stanno in uno spazio molto ristretto e non possiamo prevedere come reagiranno allo stress che aumenta col passare dei giorni. Hanno bisogno di supporto psicologico il prima possibile. Inoltre – conclude il medico – abbiamo molti pazienti con dolori incontrollabili a causa delle torture e non possiamo gestire la situazione ancora a lungo”.

Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha scritto al premier Giuseppe Conte per ribadire la politica dei “porti chiusi” e per chiedere che sia l’Olanda a farsi carico della Sea Watch, da 9 giorni ferma in acque internazionali a 15 miglia da Lampedusa. E’ necessaria, dice Salvini, una “nuova energica iniziativa di sensibilizzazione” nei confronti dei Paesi Bassi, visto che la nave batte bandiera olandese. Olanda, dice ancora il ministro, a cui spetta un “responsabile esercizio dei propri poteri sovrani sulla nave e sulle persone a bordo, nonché sulla conseguente esigenza di porre in essere, prontamente ed efficacemente, ogni azione necessaria, anche sotto il profilo dell’ordine pubblico, affinché sia assicurato il rispetto integrale del complessivo quadro normativo”. Quanto a Sea Watch, nella lettera Salvini ribadisce che la Ong ha tenuto fin dall’inizio della vicenda una “condotta la cui gravità è resa palese dalla ferrea volontà” di far rotta verso l’Italia dopo aver rifiutato “il Pos (place of safety, porto sicuro, ndr) offerto dalle competenti autorità libiche” ma anche dal fatto di esser rimasta ferma davanti a Lampedusa sette giorni “pur avendo richiesto sin dall’inizio un porto di sbarco anche al proprio paese di bandiera che avrebbe potuto raggiungere con una navigazione di durati inferiore”. Per questo, aggiunge ancora Salvini, “non appare potersi legittimamente consentire ad alcuno di decidere autonomamente, al di fuori dell’esistente quadro giuridico, dove e come condurre cittadini di paesi terzi”.


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