Segre: "Viviamo tempi difficili| Reagire tutti insieme" - Live Sicilia

Segre: “Viviamo tempi difficili| Reagire tutti insieme”

Commenti

    Tempi bui pieni di odio. Che tristezza

    Tutti i sindaci italiani dovrebbero mostrare sensibilità e condivisione a chi ha subito il terrore delle persecuzioni nazifasciste e a tutti i militari che hanno combattuto, fino all’ultimo respiro, contro il potere assoluto delle dittature.

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    Condivido i valori incarnati dalla Senatrice, ma rivolgendomi alla cosiddetta area culturale di sinistra, mi chiedo se sia “democratico, costituzionale e antifascista” creare e diffondere notizie false circa i reiterati attacchi social di odio e minacce alla Senatrice?
    Questo sì che alimenta odio e divisione e certamente danno alla cristallina persona della Senatrice Segre.

    la scuola e l’Universita’ dovrebbero organizzare incontri e dibattiti docenti-studenti-cittadini, sugli orrori del Nazi-Fascismo e delle altre dittature, per fortificare la coscienza democratica e civile dei nostri giovani, con il ripudio e il rigetto della violenza e dell’annientamento dell’Uomo esercitata dalle dittature, alla luce della Costituzione, del nostro Tricolore, del Vangelo.

    MAI PIU’ DITTATURE, CAMPI DI ANNIENTAMENTO E DI MORTE!

    Le bugie hanno le gambe corte anche se sui social possono fare molta strada molto in fretta. Una delle più mortificanti di questi tempi riguarda la senatrice a vita Liliana Segre, e l’allarme lanciato da Repubblica: riceve 200 minacce al giorno, ogni giorno, compresi i festivi, in ragione della sua tremenda esperienza di sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti. Una tragedia vera serviva a generare la farsa della commissione eponima, inquietante psicopolizia del pensiero ad uso e consumo della sinistra.
    Solo che non erano duecento attacchi al giorno, erano all’anno (2018) e non erano affatto per la Segre, erano a vario titolo per qualsiasi figura pubblica, di origini ebree. A confermarlo non è qualche famigerata testata sovranista ma l’Osservatorio antisemitismo della Fondazione CDEC, non sospettabile di parzialità perché la sua missione sta appunto nel controllo e nella verifica delle maligne pulsioni contro esponenti del popolo ebraico in Italia. Dopo giorni e giorni di isteria, dopo una mitopoiesi forsennata, con la stampa di regime a lanciare granate d’allarmi, una figura barbina da paraculi militanti – che fa il paio con l’altra, opportunamente ramazzata sotto il tappeto del silenzio: ad appiccare l’incendio alla libreria antifascista “La pecora elettrica” di Roma, non sono stati truci camicie nere in fez e manganello ma un tunisino irregolare, un migrante (clandestino, per la cronaca e per l’Ordine, non si può più dire, ti vengono a prendere a casa).

    Concordo : gli insulti a Liliana Segre sono stati opportunamente ingigantiti allo scopo di fare approvare quella commissione che di democratico non ha proprio nulla, dal momento che la più che legittima lotta all’antisemitismo viene usata dalla sinistra come pretesto per imbavagliare gli avversari politici e, più in generale, chi non segue il loro pensiero.
    Se non si può più usare la parola “clandestino”, vorrà dire che, da ora in poi, userò il termine “irregolare” …

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Ad ogni legge di stabilità mi piace la coerenza di PD e M5S che accettano il 30% dei soldi (parliamo di milioni di euro), ma alla fine dichiarano che la legge di stabilità non è buona. Ma allora perché accettate tutti quei soldi?

Già alle 22 la situazione non lasciava presagire nulla di buono. Almeno 700 ragazzini, età media dai 14 ai 18, ammassati come bestie. Qual è la capienza del locale? Quanti biglietti sono stati venduti? Pare abbiano falsificato i biglietti…ma quanti? E perché se è successo gli stessi organizzatori non denunciano. Eravamo lì , seconda esperienza che per lungo tempo sarà anche l’ultima, per ragazzine di prima liceo; 35 o 40 euro a cranio per il Privé , che serve per convincere noi genitori su un modello di sicurezza che invece è totalmente assente. Alcool servito senza alcun controllo e, ragazzine evidentemente ubriache, accompagnate fuori ed “affidate” ai primi adulti malcapitati in attesa dei figli. Il problema non sono i ragazzetti facinorosi, è tutto il sistema dall’organizzazione al controllo, che non funziona.

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