CATANIA – Dopo un lungo travaglio, i vertici della federazione etnea di Sel lasciano il partito di Vendola. Una scelta amara, che avviene a ridosso del congresso provinciale di giorno 30. “Un gesto sofferto, ma anche un atto d’amore nei confronti della sinistra”, riferisce Franco Faro, ormai ex componente del coordinamento provinciale. “Noi riteniamo – spiega ancora – che in una situazione in cui tutti puntano all’autoconservazione e non al mutamento, sia opportuno fare scelte forti”. Ed è appunto la scelta di supportare la candidatura di Enzo Bianco alla carica di Primo cittadino ad aver determinato un dibattito interno, per molti aspetti logorante, tra chi è legato ad un’idea di centrosinistra non aperta agli autonomisti e chi, invece, ha accettato un programma di coalizione allargato: “La decisioni di schierarsi con Bianco all’interno della coalizione di centrosinistra è nata dalla valutazione dello scontro in atto a Catania con il centrodestra. Noi – spiega Claudio Grosso, coordinatore dimissionario – abbiamo ritenuto che la nostra collocazione naturale fosse di stare accanto a Bianco. Noi rivendiamo il fatto di aver contribuito, anche se di poco, alla sua vittoria. Allo stesso tempo – continua – manteniamo un’autonomia dall’Amministrazione. Noi dobbiamo verificare negli atti quello che verrà fatto in termini di coerenza tra ciò che ci siamo detti durante la campagna elettorale e quello che verrà realizzato”.
Alla vigilia del congresso cambiano dunque gli equilibri all’interno di Sel a Catania. Ma la scelta di abbandonare il partito in questa fase – precisano i componenti del gruppo dirigente uscente – non vale come una exit strategy: “No, la nostra è una scelta politica. Scegliamo – riferisce Pierangelo Spadaro – appunto di non partecipare a questo congresso. Qui assistiamo a scontri continui tra gruppi dirigenti. Non siamo disponibili a metterci alla berlina di nessuno. Vogliamo pensare alla possibilità che la sinistra possa costruire qualcosa per Catania. I continui litigi non portano sicuramente a nulla”.
Sarà con molta probabilità la sigla Sinistra per Catania, il cartello già proposto alle scorse amministrative, a raccogliere l’eredità degli ex vendoliani: “A livello catanese – aggiunge Spadaro – è fondamentale realizzare una sinistra popolare, viva e radicata nel territorio. L’esperienza della lista è da continuare e portare avanti. E perché no, da strutturare anche come associazione politica. La Sinistra deve essere, sempre più, forza di governo”.
Ma non sono stati soltanto gli equilibri catanesi ad aver determinato la frattura nella sezione catanese del partito di Vendola. “In questa fase – spiega ancora Faro – Sel avrebbe dovuto mantenere un’autonomia di giudizio politico-culturale che avrebbe dovuto portarla, a sua volta, a essere un polo attrattivo per la sinistra. Tutto ciò non è avvenuto, nonostante l’attuale posizione di minoranza gliene dava tutta la libertà. La medesima assenza si è verificata, poi, anche sul territorio regionale. Sul governo Crocetta, ad esempio, non si capisce quale sia l’effettiva posizione di Sel”.