"C'è aria di vittoria a Caltanissetta | Il governo con la Lega durerà" - Live Sicilia

“C’è aria di vittoria a Caltanissetta | Il governo con la Lega durerà”

Intervista a Giancarlo Cancelleri. "Il Pd non sembra più un partito di sinistra. Musumeci? Era meglio Crocetta".

L'intervista
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4 min di lettura

Giancarlo Cancelleri è impegnato nella campagna elettorale nella sua Caltanissetta. Qui il candidato grillino Roberto Gambino ha acciuffato il ballottaggio. E la corsa nissena può essere decisiva per non colorare delle tinte della debacle la tornata amministrativa per i grillini.

Come sono andate queste amministrative secondo lei?

“Secondo me sono andate bene, se guardiamo il dato che è relativo al Movimento 5 stelle. Quasi ovunque siamo la prima forza politica cittadina. Nel voto delle comunali un po’ di voti si perdono appresso alle dinamiche della conoscenze dirette”.

Bene, dice. Non avete eletto un sindaco. Avete perso Bagheria che era vostra e pure a Gela, dove avevate vinto l’altra volta, siete andati male…

“A Gela il sindaco lo avevamo perso dopo sei mesi, perché abbiamo preferito rinunciare alla poltrona del sindaco per non perdere la nostra coerenza. Quindi lo sapevano che saremmo stati perdenti. Però ripartiamo da un 15 per cento che ci dà la possibilità di ripresentarci fra cinque anni credibili e forti”.

E a Bagheria?

“A Bagheria abbiamo fatto cose importanti, non abbiamo saputo comunicarle bene. Le questioni giudiziarie hanno offuscato un grande lavoro fatto. Oggi Bagheria è una città migliore rispetto a 5 anni fa, i cittadini però hanno scelto altro: in bocca al lupo al nuovo sindaco. Dobbiamo riflettere su questa cosa”.

Avete due ballottaggi, Caltanissetta e Castelvetrano: potete vincere?

“Io dico che se vinciamo l’unico capoluogo di provincia che adesso va al voto, le amministrative hanno un bilancio completamente diverso”.

Nella sua Caltanissetta partite da inseguitori. Siete stati in passato esperti di rimonte al secondo turno: è fiducioso?

“Sì, perché da due giorni cammino qui con il nostro candidato sindaco e lui viene fermato ogni metro da qualcuno. È una festa continua, lo sento nell’aria. Come era stato al primo turno quando molti avversari ci hanno sottovalutato. Possiamo archiviare una fase storica a Caltanissetta, chiudere con le solite facce, i soliti noti. Michele Giarratana faceva l’assessore comunale nel 1992”.

Chiederete una mano alla Lega?

“No, non stiamo chiedendo una mano a nessuno. Roberto Gambino ha incontrato tutti i candidati sindaco che hanno perso, trasferendo a tutti lo stesso messaggio: siamo pronti a dialogare, a costruire”.

Lei però ha detto che se i vostri attivisti guardano al governo nazionale…

“Mi hanno chiesto cosa faremo dove non siamo al ballottaggio, come a Gela. Noi come indicazione generale stiamo dicendo a tutti che i voti sono dei cittadini, che sono liberi. È chiaro però, aggiungo, se poi qualcuno guarda all’esperienza di governo nazionale, ha una vicinanza… Ma ognuno di noi ha una sensibilità. Per esempio per la Lega quello di Mazara e quello di Gela sono due ballottaggi diversi”.

In sintesi: a Caltanissetta quelli della Lega vi votano.

“So che per dei dissidi che hanno avuto con l’altro candidato forse diranno di non votarlo. Ma noi non facciamo apparentamenti. Comunque nessuno c’è venuto a chiedere niente”.

Lei a Mazara voterebbe il candidato della Lega?

“Non sono cittadino di Mazara, non lo so”.

Ma Lega e 5 Stelle staranno ancora insieme a lungo?

“L’esperienza di governo a livello nazionale sta producendo dei buoni effetti su tanti provvedimenti. Io lo vedo qui sul reddito di cittadinanza. Poi ovviamente ci sono le situazioni su cui non si indietreggia di un millimetro. Il caso di Siri ad esempio. Secondo me questo governo durerà tutta la legislatura. Non conviene a nessuno dei due fare cadere il governo, sarebbe impopolare. E poi la Lega per ora sta facendo un’opa su Forza Italia: in Sicilia forse l’unico che non se ne sta accorgendo è Micciché, che per ora è impegnato a usare termini da osteria parlando di Salvini e Di Maio e non capisce”.

Veramente Micciché sembra averlo capito eccome, tanto che predica di prendere le distanze da Salvini. Forse non lo hanno capito quelli che ancora lo corteggiano nel centrodestra, non crede?

“Ma se la contromossa di Micciché è andare verso il Pd mi viene da pensare che abbia qualche disegno fantascientifico. L’unica cosa che non farebbe uno di Forza Italia è andarsene con il Partito democratico. E poi non mi pare che il Pd di Zingaretti vada in quella direzione”.

E voi invece con il Pd ci dialoghereste? Se n’è tornato a parlare in questi giorni.

“Io in questo momento credo che il Pd siciliano sia inguardabile. Al netto di alcuni personaggi che possono essere più o meno validi mi pare che non sia neanche più definibile un partito di sinistra. Non è attento ai temi sociali, non si occupa delle cose di cui si dovrebbe occupare un partito di sinistra. Se cambia, allora forse potremmo avere qualcosa da dirci”.

Il Pd non è abbastanza di sinistra dice lei che a Roma sta al governo con uno dei soggetti politici più di destra che si sia visto in Italia negli ultimi decenni.

“In futuro se il Movimento 5 Stelle dovrà ripetere l’esperienza non sarà strano fare un contratto di governo con un eventuale partito di sinistra. Se ci ritroviamo sui temi, perché no? Noi abbiamo proposto a Musumeci di fare quattro o cinque cose importanti per la Sicilia con leggi di riforma, lo avremmo fatto con lui”.

È sempre valida la proposta a Musumeci?

“È come quando chiedi a una ragazza di uscire, puoi aspettare qualche settimana non tre anni. Forse lui non s’è reso conto che è meglio che ce ne andiamo tutti a casa, fossi in lui proverei imbarazzo, persino Crocetta era dieci spanne avanti e ho detto tutto”.


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