"Seviziato dal branco" | Orrore a Ballarò, due condannati - Live Sicilia

“Seviziato dal branco” | Orrore a Ballarò, due condannati

La raccapricciante storia capitata a un nigeriano inizia nel febbraio scorso in una casa di via Scillato e finisce in una bettola del popolare quartiere dove l'uomo sarebbe stato punito per via della relazione sentimentale intrattenuta con una connazionale. Si indaga ancora per individuare gli altri presunti complici.

PALERMO – Avrebbero fatto parte del branco che sequestrò, picchiò e violentò un connazionale “colpevole” di avere avuto una relazione con la donna. Le indagini hanno finora fatto emergere le presunte responsabilità di due nigeriani – Atu Innocent, 20 anni e Pricess Oge Iloaunusi, di 44 – ora condannati a nove anni ciascuno di carcere dal giudice per l’udienza Maria Pino. Ma erano dieci o forse dodici le persone che avrebbero partecipato a quella che fu una punizione collettiva.

La raccapricciante storia inizia nel febbraio scorso in una casa di via Scillato e finisce in una bettola di Ballarò. Qualcuno chiama i carabinieri. Ha sentito un uomo gridare aiuto dall’interno di un’abitazione. I militari piombano al quinto piano di una palazzina di via Scillato, nella zona di via Perpignano. “Sto morendo, fate presto”. Buttano giù la porta. C’è un uomo a terra. Dolorante e disperato. Lo prendono in cura i sanitari dell’ospedale Ingrassia. L’uomo racconta della relazione con la connazionale e di quel maledetto incontro avvenuto la sera prima nella zona della stazione centrale.

All’appuntamento la donna si presentata con un amico. Almeno così aveva detto. Sarebbero stati i due nigeriani condannati a convincerlo ad andare assieme nella casa di via Scillato. Qui la vittima scopre che i due non sono amici, ma compagni. La donna pronuncia la frase: “È lui”. Spuntano altri dieci uomini. “Io ero nel salone e gli uomini mi hanno preso con forza e trasportato in cucina. Uno mi ha dato un calcio alla gamba. Sono caduto a terra. Un altro mi ha colpito al viso con un pugno”.

È solo l’inizio dell’incubo. In quattro gli impongono di salire in macchina. Lo conducono a Ballarò dove lo aspettano una dozzina di persone. La vittima racconta ai carabinieri: “Loro bevevano, alcuni si sono ubriacati. Credo che fossero dodici. Il marito (si riferisce al nigeriano condannato ndr) mi ha detto che dovevamo andare in bagno per il giuramento. Mi hanno tolto i pantaloni e le mutande. Mi hanno picchiato, facendomi cadere a terra”.

È un’escalation di violenza: “Uno si è presentato in bagno con un bastone. Un altro ha preso qualcosa che facesse da lubrificante. Mi facevano piegare in avanti e mi penetravano con il bastone. Io piangevo e chiedevo aiuto. Mi dicevano che stava per finire e invece mi hanno obbligato a prendere in mano il mio pene e mi hanno infilato dentro uno stuzzicadenti. Mi dicevano che avevo finito di fare sesso”.

Infine, l’uomo è stato condotto di nuovo nella casa di via Scillato. La casa dove i carabinieri hanno messo fine alla sua sofferenza. Il pubblico ministero Claudio Camilleri, che ha chiesto e ottenuto la condanna dei due nigeriani, indaga ancora per scoprire l’identità degli altri componenti del branco.


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