Sfratto alle librerie di via Libertà | "Pericolose per le piste ciclabili" - Live Sicilia

Sfratto alle librerie di via Libertà | “Pericolose per le piste ciclabili”

Commenti

    Solerti fortunati amministrativi debbono trascorrere oziosamente il tempo ( ben pagato dai contribuenti) per studiare con dovizia provvedimenti IDIOTI in una città che è di suo un paradosso, rompendo le scatole a chi tenta di sopravvivere anche a loro. VERGOGNA

    Piste ciclabili sui marciapiedi??? Evidentemente chi le fatte non ha visto quelle di altre città.

    Più che altro, sono i libri che sono pericolosi per i ciclisti di via Libertà… ignoranti come sono del codice della strada e non solo… !!

    solo a Palermo due strisce dipinte a terra diventano piste ciclabili. Poi ci sono milioni di pali e ostacoli e quelli non sono da intralcio per i pedoni. Terzo mondo mascherato da città civile.

    Perfetto così anche queste persone che avevano una piccola attività ben avviata verranno ridotte in povertà in virtù di una scelta scellerata dell amministrazione , così a Palermo niente bancarelle di librai strano per la capitale della cultura , niente nuovi progetti centri commerciali che porterebbero nuovi capitali e occupazione , va be ci rimane solo lo street food e le piste ciclabili a comparsa infatti appena dipinte scompaiono perché biodegradabili

    Le bancarelle dei librai vanno sfrattate perché pericolose per le piste ciclabili?
    Verrebbe quasi da crederci se non fossimo nella “città” “amministrata” dal TROMBONE e dalla sua cricca di radical chic.
    Le bancarelle dei librai, quelli che a Parigi chiamano Bouquinistes (famosi in tutta Europa), creano pregiudizio per ciclisti e pedoni; e mi pare giusto visto che abbiamo le migliori piste ciclabili del mondo.
    E come no.
    Nella “città” del TROMBONE, purché non si dica che non vi siano piste ciclabili, che si fa?
    Si realizza una pista ciclabile? Noooooo.
    Si prende un pennello, lo si intinge nella vernice gialla e si tracciano due ridicole linee sul marciapiede; et voilà: ecco le piste ciclabili di palermo.
    E poco importa se finiscono contro un albero o contro una edicola (non ambulante); o se ad un tratto svaniscono del tutto.
    Così come poco importa se i ciclisti palermitani (soprattutto quelli travestiti da APE MAIA) siano tra i più incivili che esistano.
    Poco importa se, pur di non arrestare la pedalata, facciano (col semaforo ROSSO) lo slalom tra le auto che (col semaforo VERDE) attraversano gli incroci.
    Poco importa se questi ciclisti pedalino appaiati, anche in tre o quattro, rendendo impossibile la circolazione.
    Loro possono tutto, perché sono benedetti dal TROMBONE e dall’ex Assessore alla Immobilità ed Invasione.
    Quindi, è ovvio che delle innocenti bancarelle debbano essere sfrattate: danno fastidio agli UNTI DAL SIGNORE.
    palermo, se la conosci la eviti.
    Se non la eviti, …..zzi tuoi.

    Trattasi di MARCIAPIEDE, le piste ciclabili sono tutt’altro e non bastano due strisce di vernice bianca per farne una. Poi, che il sindaco e i suoi ci facciano ingoiare anche questa, è tutt’altra roba.

    non ho mai capito cosa vendono

    Quando quei geni incompresi del comune,che hanno messo la pista ciclabile sul marciapiede,non hanno visto che oltre ai pedoni c’erano le bancarelle dei librai?????…Certo che sono persone altamente preparate!!!!!!

    Se le bancarelle sono troppo vicine alle piste ciclabili sono pericolose per i ciclisti, non per i pedoni. Infatti possono costituire un pericolo solo per ciclisti zigzaganti.
    Qualche rischio, in verità, i pedoni lo corrono perché costretti a dividere lo stesso spazio, comunemente detto marciapiede, con i ciclisti di prima.
    Le cose stanno così: delle tre opzioni bancarelle, pedoni, ciclisti, il comune per ora ha scelto di cacciare le bancarelle.
    Per i pedoni si vedrà.

    Sono le piste ciclabili SUL MARCIAPIEDE ad essere pericolosissime per anziani, bimbi e gente che passeggia distrattamente perché si vuole rilassare senza dover badare alle biciclette.
    Boh, cittá gestita all’incontrario e sempre nell’interesse di pochissimi.

    ridicolaggine quella di fare le piste ciclabili sui marciapiedi disegnandone i bordi con la vernice.ma hanno mai visto com’è fatta una pista ciclabile?

    Vergogna .padri di famiglia in mezzo la strada .per le biciclette. Palermo distrutta .si vergogni orlando

    Orlando e tutti i venditori abusi di prodotti clonati? Loro possono stare vero?

    In verita’ sono pericolose le piste ciclabili sui marciapiedi ma, nella capitale della cultura, danno fastidio le …..librerie!!!

    Ma quali piste ciclabili. Con questo Sindaco e questi politici a Palermo dovranno fare le piste per i cammelli. Tanto diventerà AFRICA DEL NORD

    Quelli sono marciapiedi no piste ciclabili , è pericoloso per i pedoni, lasciate stare i librai ,che sono storia della nostra via libertà

    Mi capita spesso di passeggiare in via libertà e mi fermo a guardare i libri nelle bancarelle che ormai sono una presenza confortante in una città che rischia di perdere non il suo patrimonio ma le sue abitudini culturali. Ciò che trovo folle è la pista ciclabile al centro dei marciapiedi che impedisce di passeggiare salvo a invaderla continuamente. Il problema non sono le bancarelle ma una scriteriata confusione tra piste ciclabili e marciapiedi, sui quali come ricordato anche dal nome si va a piedi.

    Prima di abitare a Palermo avranno sicuramente vissuto tutti quanti in Australia, Giappone o Regno Unito dove si circola in senso contrario al nostro. Ma sono soprattutto i ciclisti non italiani che ad es. in via Ruggero Settimo prendono sempre controsenso rischiando di investire i pedoni, quasi ci fossero cartelli stradali che glielo imponessero….

    Hanno bisogno di un medico bravo. Siamo alla follia.

    Non capisco in via dante un marciapiede di 6 metri la pista ciclabile sotto il marciapiede con ristrigimento di strada che oggi è artiera principale .viene ristretta per la pista ciclabili .vergogna passano ambulanze forze dell’ordine. E la restringe per le biciclette

    ….si fosse trattato di bancarelle di extracomunitari sarebbero stati attenti a non interferire con il loro commercio, siccome si tratta di piccoli librai concittadini che sbarcano il lunario e, comunque, non hanno i mezzi per aprire un punto vendita al coperto, la zelante macchina comunale si scopre attenta alla sicurezza delle gente. Il tutto perchè si deve accreditare l’immagine di Palermo, città della cultura, dell’accoglienza, della solidarietà e via dicendo, ha pure una rete urbana di piste ciclabili. Poi c’è l’altra Palermo, quella dei trenini che da Borgo Nuovo viaggiano vuoti, dell’immondizia che è colpa di Cammarata, dei marciapiedi dissestati, delle strade piene di fossi, di viali e strade di notte al buio, di 200 bare che da mesi restano insepolte in deposito ai Rotoli e del forno per la cremazione che aspetta sempre un introvabile pezzo dalla Germania per funzionare, etc. etc. Ma con orgoglio possiamo spendere che al pari di Amsterdam, Amburgo, Bruxelles anche a Palermo è possibile pedalare in centro. Se poi si deve fare lo slalom tra i pedoni sui marciapiedi o si ha bisogno della mountain-bike per saltare i fossi quello è un altro discorso. i marciapiedi o disastrate come quelle in viale Regina Margherita, è un’altro discorso. Comunque, al posto dei librai proverei a disobbedire come il Sindaco fa con il decreto di Salvini.

    Orlando si è ormai affidato a certi soggetti che lo hanno portato a fare delle decisioni sbagliate le piste ciclabili non si fanno in pieno centro e nelle strade artiera principale. Cerca di rimediare e lasciare almeno per una volta il segno .

    Questi librai pagano regolarmente il suolo pubblico e il denaro va nelle tasse del comune (per cui devono essere cacciati) ma saranno sostituiti da venditori e da delinquenti abusivi che pagano in nero e il denaro (tanto) va nelle tasche di qualcuno …. lo sapete di chi…

    Sono più pericolosi i pedoni che invadono le piste ciclabili.

    Concordo sulla follia del provvedimento. Bisogna però precisare che la scellerata pretesa di collocare piste ciclabili a Palermo anche dove materialmente lo spazio non c’era (si pensi a via Giusti, per esempio), l’ha avuta la precedente amministrazione comunale.

    Dopo aver dato sfogo alla pancia, chi contro i ciclisti, chi contro i burocrati, chi contro il sindaco, ora che l’assessore ha dichiarato di non saperne nulla e di aver sospeso il provvedimento in tanti avranno avuto un travasio di bile non avendo più nessuno su cui evacuarla. Che brutto non sapersi esprimere con decenza!

    Il titolo capitale della cultura è stato un farsa un regalo del governo del pd.

    P I A N O O O O O O
    ordinanza già bloccata.
    Speriamo duri

    Se tu fossi ciclista la penseresti diversamente.

    Ma via Libertà, come Palermo, è accogliente: accoglierà pedoni, ciclisti e librai

    Ma questo pseudo assessore non sa mai nulla? Dei piani commerciali non sa nulla, di piste ciclabili manco a parlarne. Ma dove passa il suo tempo? Sempre stesso bar?

    Libri caro signore, libri

    Giusto NON esprimersi con la pancia. Io sono un ciclista ma è RIDICOLO definire una pista ciclabile due striscie bianche sul marciapiede dove camminano i pedoni. Questa, purtroppo, è una città amministrata in maniera Ridicola !

    Tralasciando il discorso della posta ciclabile (che tale non è), quei cosi verdi stanno ai libri come Palermo sta a Tokyo, vendono robaccia e sono fatiscenti.

    I librai autorizzati li fanno chiudere, però si tengono gli stigghiolari abusivi per tutta la città.
    Questa è l’amministrazione comunale a Palermo.

    Ti scrivo dopo avere letto della revoca del provvedimento, per fortuna di quelle famiglie che sarebbero state buttate in un attimo nella disperazione , questa è la nostra amministrazione comunale , una macchina ottusa e senza pietà nei riguardi di chi lavora duramente sotto gli occhi di tutti al caldo o al gelo , mentre chi ha firmato il provvedimento sta dentro una stanza climatizzata a dovere , e se non ci fosse stata una levata di scudi popolare contro il provvedimento se ne sarebbe fregata la nostra amministrazione radical chic di gettare quelle famigliare la strada , SONO LETTERALMENTE DISGUSTATO

    Dopo questa ulteriore perla penso proprio che vera reimpostato da Leoluca che lo sostituirà con qualche altro pericolosissimo radical chic con ravanata scura ma rigorosamente griffata

    Cico, ma il progetto era della ancora precedente amministrazione, quindi sempre quella di adesso. Oltre via Giusti aggiungerei Via G. Galilei.
    Comunque, comincerei col riumuovere Edicole, doppie pensiline di fermate Amat e Fiorai che occupano anche le zone blu, vedi villa sperlinga, non dando la possibilità di parcheggio.

    Siamo alla fiera del ridicolo. Quelle strisce di gesso disegnate sul marciapiede le chiamano piste ciclabili? È normale che i ciclisti camminano sul marciapiede facendo lo slalom tra i pedoni? E il problema sarebbero le librerie? Il problema sono le teste d’uovo che stanno in Comune.

    …e il campo nomadi quando lo rimuovono?!!!!!

    Le piste ciclabili esistono in altre città, ma create con raziocinio; a Palermo no, il raziocinio non è contemplato:
    a) Piste ciclabili PERICOLOSE per il ciclista in via Dante
    b) In via Libertà , sarebbero differenziate per i due sensi di marcia, la cartello stica è stata affissa ma MAI che siano osservate e prescrizioni.
    Voler insistere nel creare piste ciclabili in questo modo, sol perchè altre città le abbiano create, equivale al nano che crede di poter giocare a basket, sol perchè altri giocano.

    Non dimentichiamo le prime piste ciclabili di via Libertà che terminavano contro le pareti laterali delle edicole…

    Spiace leggere che gli addetti ai lavori e nello specifico il Sign. Anthony Passalacqua di Mobilitapalermo e la Sign.a Chiara Minì di Fiab Palermo Ciclabile non siano a conoscenza delle norme del Codice della Strada:

    In un particolare caso, i ciclisti sono esonerati dall’obbligo di percorrere la ciclabile: è il caso della pista ad uso promiscuo bici/pedoni (quale proprio quella di via Libertà).

    Quando gli spazi siano condivisi indistintamente da ciclisti e pedoni, infatti: “Tale fattispecie non può considerarsi quale pista riservata alla circolazione dei velocipedi, secondo la definizione di cui all’art. 3, comma 1, n. 39 del Nuovo codice della Strada (DLs n. 285/1992), proprio perché ammette la circolazione promiscua di velocipedi e di pedoni. Pertanto, per essa, non sussiste l’obbligo di cui all’art. 182 comma 9 del Codice”

    Purtroppo, come al solito, chi parla lo fa senza prima informarsi…

    @ Cico (l’originale).
    L’attuale “amministrazione” e la precedente (sempre del TROMBONE con l’ex Assessore alla Immobilità ed Invasione) hanno fatto le due più grandi nefandezze che si potessero fare:
    1) le “piste ciclabili” nella favorita (un vero e proprio tentato omicidio);
    2) le “piste ciclabili” in Via Dante (altro vero e proprio tentato omicidio).
    Cammarata non avrebbe nemmeno provato a realizzare due simili, IMMENSE IDIOZIE.

    Come fa un assessore a sospendere un provvedimento di cui NON SA NULLA?
    E chi ha preso questa iniziativa che sarebbe stata, invece, una sua prerogativa?
    L’ennesima ridicolaggine dell’attuale “amministrazione”.

    @giuseppe
    Palermo è una città grande e le strade devono fare scorrere il traffico delle auto. Restringerle o bloccarle crea traffico enorme e inquinamento. Le piste ciclabili si devono fare se rispettano anche gli automobilisti. Meglio NON farle che farle MALE come a Palermo. Dipinte sul marciapiede? UNA BESTIALITA’

    Già fatto: via Torrearsa, via Mazzini, via Libertà fino alla via Archimede. Abusivi che vendono, senza scontrini e senza pagare occupazione di suolo pubblico, merce scadente non tracciata, compresa roba elettrica. Poi scoppiano gl’incendi negli appartamenti, ma non importa

    @ Pollo. Dove sta il problema? Basta togliere i pedoni dal marciapiede.
    Ma all’assessorato non lo sapevano. Allora come avranno preso la loro decisione? Probabilmente avranno scritto nella busta n. 1 la parola bancarelle; nella 2, pista ciclabile; nella 3, pedoni. Poi avranno chiuso le buste e chiamato una collega, si incarica sempre una donna per queste operazioni, e le avranno chiesto di scegliere: ”la 1, la 2 o la 3”. Qualche momento di resistenza della collega, qualche attimo di suspense. Poi finalmente fu la 1. E non poteva essere altrimenti: una signora sceglie sempre il numero 1.

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