Sgarbi e la mostra al Parco di Segesta: "Mostruosità" - Live Sicilia

Sgarbi e la mostra al Parco di Segesta: “Mostruosità”

Il critico d'arte: "Perché violare la sacralità di luoghi così pieni di poesia e bellezza con queste mostruosità?“

SEGESTA – Mostruosità a Segesta. Tuona così il critico d’arte Vittorio Sgarbi, commentando la mostra curata dalla Fondazione Merz al Parco Archeologico di Segesta: “Mi chiedo: perché violare la sacralità di luoghi così pieni di poesia e bellezza con queste mostruosità?”

La mostra a cura di Agata Polizzi e Beatrice Merz della Fondazione Merz, nel Parco archeologico di Segesta, s’intitola ‘Nella natura come nella mente’, ed è una riflessione sul rapporto tra scienza, arte e paesaggio. Protagoniste le opere di Mario Merz, Ignazio Mortellaro e Costas Varotsos, che dialogano con il sito archeologico siciliano, per la prima volta sede di un evento di arte contemporanea.

Il giorno dell’inaugurazione, Rossella Giglio, direttrice del Parco archeologico di Segesta, ha sottolineato come “artisti contemporanei di questo livello offrono ai visitatori un’opportunità di conoscenza in più per poter apprezzare al meglio un sito come questo”. Qualche giorno dopo l’inaugurazione l’Assessore Regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana Alberto Samonà ha inviato una nota al suo dirigente generale che mette fine alle polemiche e detta un stop alle mostre all’interno delle aree archeologiche, che dovranno, come prevede la legge, essere preventivamente sottoposte alla approvazione del dipartimento beni culturali e dell’identità siciliana. Come si legge nell’atto di indirizzo dell’assessore Samonà. Si è avuto modo di constatare che talvolta presso le aree e i Parchi archeologici della Regione Siciliana vengono proposti, soprattutto dagli operatori economici concessionari dei cosiddetti “servizi aggiuntivi”, degli allestimenti di mostre d’arte contemporanea. Nel merito preme qui richiamare l’attenzione rispetto ai profili di criticità che possono presentare queste iniziative, non essendo spesso consone al carattere specifico delle aree archeologiche, quando non addirittura interferenti con la corretta fruizione delle stesse. Chi scrive, pur non essendo in via generale contrario a questi allestimenti, ritiene che gli stessi devono essere sempre complementari rispetto al contesto nel quale vengono impiantati e devono agevolare la creazione di un armonico rapporto tra antico e contemporaneo che esalti il contesto archeologico, che in nessun caso deve essere alterato, ovvero subire nocumento dall’allestimento contemporaneo. 

Per le suesposte valutazioni si invita codesta Direzione generale a diramare una direttiva finalizzata a far si che ogni singolo allestimento di arte contemporanea da realizzarsi in aree e Parchi archeologici venga preceduto dalla presentazione, da parte del soggetto proponente, di un dettagliato progetto espositivo da sottoporre alla preliminare autorizzazione dipartimentale, che nel caso di Parchi archeologici si attesta, ex articolo 22 della Legge regionale 20/2000. 

Sembra che Mondo Mostre, organizzatore dell’iniziativa, stia valutando di spostare l’opera più contestata “La spirale” in ferro e vetro del greco Costas Varostos, posta alla destra del tempio, in un luogo meno impattante con il monumento.

La mostra è visitabile fino al 6 novembre 2022.

Il post del critico d’arte
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