Appropriazione indebita dei mobili: lui la denuncia, lei viene condannata

Si appropriò dei mobili: lui la denuncia, lei viene condannata

Una convivenza naufragata sul nascere finisce in tribunale

PALERMO – Sei mesi, pensa sospesa, per “appropriazione indebita” dei mobili di quello che doveva essere il loro nido d’amore. Capita che le relazioni non funzionino e ci si lasci prima di fare il grande passo della convivenza. Rarissimo che lei finisca sotto processo per gli arredi che lui aveva comprato per la casa in cui progettavano di vivere insieme.

La sentenza è del giudice Antonina Bucchieri del Tribunale di Palermo. La parte offesa, A.S., era venuto in aula a spiegare che nel 2017 la sua ex fidanzata – C.C., sono le sue iniziali – cambiò la serratura del portone di ingresso dell’abitazione che si trova nella zona di corso Calatafimi.

“Dentro ci sono i mobili che ho comprato con i miei soldi”, disse l’uomo parte civile al processo con l’assistenza dell’avvocato Flavio Runfola. Che li elencava: camera da letto modello Chantal, cucina componibile modello Planet, cameretta Network Metron, lavatrice e frigorifero Samsung, lavastoviglie Kendo, forno a microonde Ariston, piano cottura Whirlpool, caldaia, tavolo, sedie etc etc.

Insomma, la maggior parte dei mobili necessaria per la convivenza sotto un unico tetto, naufragata prima ancora di iniziare. Arredare casa comporta una spesa non indifferente. Alla parte offesa è stato riconosciuto il pagamento delle spese legali. Il danno subito sarà stabilito in sede civile.


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