Si concorre per "teatro nazionale" |La decisione dell'assemblea - Live Sicilia

Si concorre per “teatro nazionale” |La decisione dell’assemblea

Lo Stabile etneo presenterà la domanda e la documentazione al Ministero dei Beni Culturali. Il presidente del TSC, Nino Milazzo, la ritiene una sfida che sollecita l’impegno culturale e civico di tutta la comunità.

CATANIA – Il dado è tratto. L’Assemblea dei Soci del Teatro Stabile di Catania, riunitasi oggi martedì 30 dicembre alle ore 16 negli uffici di via Museo Biscari, ha deciso all’unanimità di concorrere allo status di “teatro nazionale”. Si è trattato di una scelta condivisa, partecipata e – quel che più conta – affermata sul piano istituzionale: come riconoscimento del prestigio dello Stabile etneo e quale attestato di fiducia nei confronti della gestione dell’ente.

Per la Regione Siciliana hanno partecipato il Marcello Giacone, capo della segreteria tecnica dell’Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo (collegato da Palermo in videoconferenza); per il Comune di Catania il vicesindaco Marco Consoli; per la Provincia Regionale di Catania il ragioniere generale Francesco Schilirò, per l’Ente Teatro di Sicilia Renato Sgroi. Il voto unanime dell’assemblea testimonia la forza culturale e artistica che da oltre mezzo secolo, e ancora oggi, rappresenta il Teatro Stabile di Catania, le cui pluripremiate produzioni sono applaudite dal pubblico di tutta Italia e apprezzate dalla critica nazionale più qualificata.

Perciò lo Stabile etneo presenterà la domanda e la documentazione al Ministero dei Beni Culturali. Il presidente del TSC, Nino Milazzo, la ritiene una sfida che sollecita l’impegno culturale e civico di tutta la comunità. Si tratta di una svolta che non è esagerato definire di portata storica. Infatti, alla luce della radicale riforma del settore dei teatri pubblici, attuata con il decreto firmato lo scorso 1° luglio dal Ministro Dario Franceschini, il Teatro Stabile di Catania – al pari degli altri Stabili italiani – è chiamato ad una decisione di enorme rilievo ed importanza. Il suddetto decreto del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, entrato in vigore il 19 agosto con la pubblicazione in “Gazzetta ufficiale”, pone in essere una rivoluzione, a ragione definita epocale, già avviata dal Ministro Massimo Bray.

Il nuovo assetto, com’è noto, cancella i Teatri Stabili e introduce invece la distinzione tra “teatri nazionali” e “teatri di rilevante interesse culturale” (tric). La qualifica di “nazionale” spetterà esclusivamente alle vere e proprie eccellenze; è ambita sia per l’intrinseco prestigio, sia per la maggiore stabilità e capacità produttiva: attraverso il Fus, il Ministero assegnerà più fondi ai “teatri nazionali” che ai tric. Nella riunione odierna, il presidente Milazzo e il direttore Giuseppe Dipasquale hanno illustrato e dimostrato come l’attività del Teatro Stabile di Catania, dal punto di vista organizzativo, produttivo e dell’immagine nazionale, sia pienamente in linea con i parametri richiesti dal decreto in questione (“Nuovi criteri per l’erogazione e modalità per la liquidazione e l’anticipazione di contributi allo spettacolo dal vivo, a valere sul Fondo unico per lo spettacolo, di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163”).


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