L'assessore Castronovo lascia | I contrasti e la successione - Live Sicilia

L’assessore Castronovo lascia | I contrasti e la successione

Marcella Castronovo

Le voci delle dimissioni si rincorrevano da giorni, la scelta sembra dovuta a motivi personali. Ma c'è dell'altro. Ci sono, per esempio, le tensioni e i contrasti con Mariella Lo Bello (nella foto a sinistra). Chi sarà il successore.

Motivi personali
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PALERMO- Le dimissioni erano nell’aria ormai da settimane. Problemi personali, di natura familiare certo. Ma probabilmente non solo quelli. Marcella Castronovo si dimette e lascia, dopo meno di due mesi, la giunta Crocetta. Quella della svolta e dell’unità dei partiti. Una giunta che quindi perde un pezzo. E uno dei più importanti.  L’Assessorato alla Funzione pubblica, infatti, rappresenta oggi un crocevia di storie e una matassa assai ingarbugliata di questioni da sciogliere. Ed è proprio lì, nell’intreccio di queste questioni che potrebbe scorgersi anche il motivo “in più” che ha spinto l’assessore a levare le tende.

A dire il vero, nella lettera di dimissioni consegnata a Crocetta la Castronovo fa riferimento esclusivamente alle vicende di natura “famigliare e personale”. Anzi, rivendica la propria azione, seppur nel breve periodo in cui è stata componente della giunta, soprattutto sul piano del funzionamento della “macchina burocratica” e sulla riduzione dei “costi della politica”. Ma proprio sulle questioni relative al personale e ai tanti temi che ruotano attorno all’assessorato della a Funzione pubblica possono essere ravvisate le altre motivazioni che hanno spinto la Castronovo all’addio. Un primo momento di tensione, pochi giorni dopo il proprio insediamento, riguardò la scelta della Castronovo di “stoppare” i trasferimenti di dipendenti regionali al dipartimento della Formazione. Una posizione, quella dell’assessore in quota Udc, che non fu molto gradita dall’attuale vicepresidente e vero e proprio braccio destro di Crocetta, cioè Mariella Lo Bello.

Un atteggiamento, quello dell’assessore dimissionario, che si basava sulla necessità di intavolare un dialogo con lavoratori e sindacati, almeno sulle scelte che riguardavano la categoria. Così, alla Castronovo non sarebbero nemmeno piaciute molto le manovre di avvicinamento a un bilancio che prevede già interventi drastici e corposi nei confronti  dei dipendenti pubblici. Da qui, una presa di distanze non tanto dalle decisioni dell’assessore all’Economia Baccei, con il quale, fanno sapere fonti interne dell’Udc, la sintonia era totale, al punto da far intravedere la longa manus del governo romano sulla Sicilia, quanto sulla gestione complessiva dell’attività di governo, improvvisata e a tratti confusionaria. Non solo sulle questioni inerenti il personale della Regione, ma anche su altri aspetti che al momento rappresentano un vero enigma, come il futuro delle Province.

Problemi personali o politici (o magari entrambi), di certo c’è che adesso si apre la corsa alla successione. Da settimane rimbalza il nome di Antonio Vitale, caldeggiato soprattutto dal segretario regionale Giovanni Pistorio. E non a caso. Vitale infatti era vicinissimo all’Mpa di Raffaele Lombardo. Il governatore di Grammichele, di cui Pistorio è stato a lungo tra i più stretti collaboratori, lo aveva anche scelto per guidare Sicilia e-Servizi. Un fatto che adesso appare come un ostacolo nella corsa verso la giunta. Anche perché lo stesso Vitale non fu così “disponibile” (almeno stando alle spiegazioni, in quei giorni, dell’ex pm) all’arrivo di Antonio Ingroia alla guida della società. Crocetta ha rilanciato col nome del costituzionalista Giuseppe Verde. Ma la mossa appare solo utile a spingere D’Alia a puntare su un nome al di sopra di ogni sospetto. Intanto, gli “sfortunati” governi Crocetta perdono un altro pezzo. E ormai, in 24 mesi, gli assessori nominati sono più di trenta.

 


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