Sì, servirebbe una Dc | Ma quello era un vero partito - Live Sicilia

Sì, servirebbe una Dc | Ma quello era un vero partito

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    la Democrazia Cristiana di Piersanti Mattarella, Alcide De Gasperi, Tina Anselmi, Benigno Zaccagnini, Giorgio La Pira, Aldo Moro e’ un forziere valoriale attuale e linfa della vita civile e democratica del Paese.
    Praticare concretamente i valori esercitati dalle personalita’ citate con la loro esistenza esempio, richiede il possesso di spessore etico, culturale, morale, e di una capacita’ di trasfonderli nella vita pratica di tutti i giorni rendendoli attuali, accattivanti, necessari per la crescita civile e interiore della persona.
    Professare i valori espressi dalla Democrazia Cristiana rinnovata alla luce delle personalita’ che ne hanno realmente incarnato i valori che costituiscono l’essenza di un grande partito cattolico, laico, popolare, richiede l’impegno degli uomini Liberi e Forti che devono essere testimoni dei valori con la loro esistenza coerente, limpida, trasparente, senza se e senza ma, controcorrente, svolta con impegno e sacrificio per l’Italia, la democrazia, l’Uomo.
    La Democrazia Cristiana non si e’ estinta, ma semplicemente e priva di persone capaci di operare alla luce dei valori che essa con le persone esempio elencate, incarna.
    Non credo nelle operazioni volte a creare aggregazioni politiche che creano surrogati e sottoprodotti della D.C..
    Spero nei giovani che avvicinandosi a Piersanti Mattarella, Luigi Sturzo, Aldo Moro, Tina Anselmi, Giorgio la Pira, Alcide De Gasperi si sentano inebriati, attratti, affascinati dalla loro esistenza esempio e imitandoli, trasfondano i loro valori e insegnamenti nella vita civile e democratica di tutti i giorni per creare una Italia bella, libera, pulita.
    L’italia bella, pulita, libera dalle tresche, dagli intrallazzi, dalle mafie, dalle raccomandazioni, dall’odio, dalla intolleranza, dallo squallore etico e morale che la ammorba.

    Ottimo articolo di Pippo Russo che tiene insieme molte delle aspirazioni della classe media, oggi priva di un’affidabile e duratura rappresentanza e che, angariata da una crisi che, soprattutto nel sud Italia e massimamente in Sicilia, si è spinta in larga misura – e suo malgrado – verso il populismo per disperazione ideologica o verso le sirene di una destra senza identità che guarda, anche in termini sociologici e culturali, più al passato che al futuro e sollecita anche in molti giovani sensazioni forti ma potenzialmente distorcenti. Il testo, tuttavia, non manca di alcuni caveat che Italia Viva, cui in molti guardiamo con attenzione, dovrebbe tenere ben presente, a cominciare dalla progressiva formazione di quadri e militanti, affidabili nel tempo oltre “il partito di Renzi” che condividano valori solidi e non negoziabili nella prospettiva della costruzione di un partito del PIL o della Nazione il cui richiamo all’Italia che vogliamo di Romano Prodi (Micromega 94) può certamente rappresentare un’orizzonte di contenuti e proposte opportunamente attualizzati alle nuove esigenze del Paese. Ciò potrebbe ricondurre al nascente soggetto politico anche aree centriste quali quelle rappresentate da Azione di Carlo Calenda al centro nord o da Idea Sicilia di Roberto Lagalla, quest’ultima, a mio avviso provvisoriamente aggregata, dopo il disastro Crocetta e in mancanza di alternativa politica centrista di qualità alla non certo brillante esperienza del Presidente Musumeci. Una prospettiva come quella delineata potrebbe anche configurare una suggestiva seppur molto anticipata ipotesi di salvaguardia della città di Palermo, una volta apertasi l’inevitabile successione a Leoluca Orlando con il conseguente rischio di apertura di un pericolosissimo baratro da evitare ad ogni costo. L’indistinto popolo delle sardine, che c’è da augurarsi non si trasformi in velleitario e caotico soggetto politico, avrebbe così più porti sicuri verso cui articolarsi e dirigersi nel rispetto delle diverse identità culturali, visioni della società ed aspirazioni di cambiamento che vi si agitano magmaticamente all’interno.

    Incredibilmente la classe politica della cosiddetta prima repubblica era migliore di quella di oggi come preparazione.

    La velocità anche nell’informazione non lascia spazio al partito di ieri. Ricordo le notti per dibattere sul punto di n documento finale di un’assemblea che spesso diventava mozione di minoranza……… Valla a spiegare per un like in più……..mettici una foto di gruppo senza birra o stigghiola e mettila in corsa per quello che è nella visione generalista dell’impegno politico……….. Secolo e millennio scorso sono veramente lontani. Resiste solo l’amicoecompagno Orlando che nella sua dimensione cosmopolita e quale buddista d’oceano riesce a catturare consenso e fiducia. Ma è un caso unico perché la sua è una esperienza unica. Il resto………. Argomento di riflessione per studiosi e reduci……… L’orizzonte è generazionale e l’età media dei parlamentari lo esprime palesemente.

    Orlando riesce a catturare consenso solo da una minoranza di cittadini di Palermo.

    Baratro con la fine di Orlando sindaco? perchè adesso dove siamo?

    L’Italia va verso un governo di centrodestra con alla guida Salvini, altro che Sardine, lo dico da non elettore della Lega. x quanto riguarda il suo giudizio sulla non brillante esperienza di Musumeci non fa testo se detta da un elettore di Orlando.

    Va menzionato il fatto che il segretario della Lega Nor ottiene consensi a Palermo, risultando essere il piu’ votato come preferenze alle passate elezioni Europee a Palermo.

    Sicuramente migliore come preparazione sul versante della corruzione. Fino agli inizi degli anni ’70 molti politici e prelati legati alla DC sostenevano che la mafia non esisteva.

    Renzi ha un grosso peccato originale: non si può dimenticare il tentativo, fortunatamente respinto dal referendum, di trsformare lo stato di diritto costituzionale in un’assemblea privata controllata da un solo “partito”.

    Quello è stato un voto su Renzi.

    va bene **gaspare** ma questi attuali sono proprio scarsi in tutto. buttano solo fumo, si fanno i pomposi e poi vengono derisi a livello internazionale e con loro tutti noi, invece per quanto se ne possa dire almeno CRAXI ha dimostrato a tutti a Sigonella che l’Italia è un paese sovrano, qui cosa si è dimostrato? quanto è servile questo paese? od almeno la politica attuale? e coloro che vi si riconoscono?

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Non esiste vergogna né carità per L'Oda . Se a gennaio gli stipendi da pagare erano 2 , ad oggi siamo arrivati a quattro stipendi non corrisposti : ciò vuol dire che per i solerti amministratori di quest'ente caritatevole il 2024 non è neanche iniziato visto che l'ultimo stipendio corrisposto è quello di dicembre 2023 . Le conseguenze sono facilmente immaginabili . Lavoratori stremati , indebitati e impossibilitati a raggiungere la sede di servizio per mancanza di fondi . Eppure la Regione paga L'Oda , ma i soldi che fine fanno ?

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