"Siamo preoccupati", il Covid minaccia l'estate siciliana

“Siamo preoccupati”, il Covid minaccia l’estate siciliana

La variante Delta è già qui. Costa: "Sono preoccupato".

Non è forse simpatico mettere nero su bianco un discorso del genere, nel clima imperante di ritorno alla normalità un po’ senza freni che stiamo osservando. Ma la realtà dice una cosa sola: il Covid è ancora con noi. Se ci vaccineremo, se saremo prudenti, se vivremo i nostri spazi, come è giusto che sia, con attenzione, avremo un autunno sereno. Altrimenti, corriamo il rischio che questo sia semplicemente il tempo della cicala della nota fiaba. Quella che cantò in estate per ballare di sofferenza con l’arrivo dell’inverno.

Analizziamo quello che sta succedendo, partendo dalle parole del commissario Renato Costa, che si occupa dell’emergenza Covid a Palermo e provincia: “La situazione è preoccupante”. Il dottore Costa è sul campo da molto tempo. Ed è preoccupato perché vede aumentare i casi di variante Delta tracciati all’aeroporto di Palermo. Trovati, cioè, grazie all’imponente cordone sanitario voluto dal presidente Musumeci. Significa che ‘l’invasione’ del Covid è in atto. E che non possiamo essere sicuri che, attraverso le rotte delle vacanze, la garanzia sia assoluta.

Da un po’ tutti dicono che la variante Delta diventerà prevalente in Europa. Da un po’ tutti dicono che dobbiamo vaccinarci di più. Da un po’ tutti dicono che dobbiamo evitare che il virus circoli. E poi sembra che si incrocino le braccia rispetto all’inevitabile che dovrebbe essere assolutamente evitato. E sembra che soltanto la Sicilia prenda sul serio la minaccia, con la sua idea di rendere quasi obbligatorio il vaccino, tanto criticata ma, forse, opportuna e con la ‘difesa dei confini’ attivata grazie al tracciamento per chi viene da Spagna e Portogallo. In mancanza, non ci saremmo accorti di niente.

Dopodiché, qualche dubbio è lecito. Si racconta della variante Delta in transito a Palermo, negli ultimi giorni. I casi positivi li trovi, quando li cerchi. Palermo non è un ‘lazzaretto’, ma è semplicemente un luogo in cui la sorveglianza funziona. E il resto della Sicilia? Che notizie giungono dalle altre province? Come vengono effettuati i controlli? Sono domande che è sacrosanto porre in attesa di risposte.

Secondo le ultime notizie, in attesa di elementi certi, pare che la variante Delta possa ‘bucare’ più facilmente le due prescritte dosi di vaccino. Non si finisce in ospedale, non si muore – poi dipende sempre dalla risposta immunitaria singola -, si può essere contagiati, senza conseguenze gravi, e contagiare. Ne conseguono deduzioni elementari: è importantissimo vaccinarsi in massa, per proteggersi e perché – secondo i medici più autorevoli – la carica virale di un immunizzato è più bassa, dunque meno contagiosa. E dobbiamo tenere sempre la mascherina a portata di mano per garantire noi stessi e gli altri, in caso di incontri troppo ravvicinati con tante persone, che, tuttavia, andrebbero scongiurati.

Purtroppo, non sta accadendo. Gli assembramenti e le feste senza precauzioni sono il pane mediatico di ogni giorno. I raduni di tifosi dopo le partite della Nazionale pure. E sono pochi i siciliani riparati dalla doppia somministrazione, intorno al trentatré per cento. Stiamo, insomma, percorrendo una strada potenzialmente rischiosa, né pare il caso di affidarci alla sorte, mentre siamo alle prese con una tremenda pandemia. La cicala dell’estate sarebbe più accorta se imparasse qualcosa dalla saggezza della formica: in fondo non ci vuole molto per essere normali, evitando il ritorno di fiamma del coronavirus, magari con nuove varianti. Sarà antipatico ricordarlo, però le cose stanno (di nuovo, purtroppo) così.


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