Siccità, in Sicilia sale la tensione: fondi bloccati e dighe a secco

Siccità, in Sicilia sale la tensione: fondi bloccati all’Ars e dighe a secco

Coldiretti di fuoco e nel Ragusano resta ancora critica la fornitura di acqua a 1.200 aziende

PALERMO – Dighe a secco e il blocco dei fondi stanziati un mese fa a causa della mancanza dei politici in Commissione: sale la tensione tra gli agricoltori. Coldiretti di fuoco e nel Ragusano resta ancora critica la fornitura di acqua a 1.200 aziende.

Siccità, la commissione e l’attacco di Coldiretti

“Nonostante la situazione tragica che vivono gli allevamenti siciliani, che peggiora ogni giorno di più, la terza commissione all’Ars (Attività produttive) che dovrebbe dare seguito a quanto stabilito con il presidente della Regione Renato Schifani non riesce ad avere il numero legale e quindi definire il percorso avviato per il voucher del fieno”.

Le parole di Coldiretti arrivano in uno dei giorni più caldi della lunga emergenza siccità, quello che si è consumato durante la seduta della commissione Attività produttive dell’Ars, con l’assenza di numerosi deputati regionali e il blocco dei fondi stanziati per il sostegno degli allevatori.

I fondi bloccati

Dieci milioni di euro erano stati stanziati col decreto “foraggio” per l’acquisto del fieno, ma serve il parere della commissione sul provvedimento. Solo con questo passaggio le risorse possono essere sbloccate “in 24 ore”, come ha confermato il dirigente del dipartimento Agricoltura, Dario Cartebellotta.

Coldiretti Sicilia lancia l’allarme sulla mancanza di foraggio per gli animali e “nel contempo stigmatizza – scrive l’associazione – un comportamento assolutamente non condivisibile di politici che evidentemente dopo le elezioni ritengono l’agricoltura un tema non più interessante”.

“Assistiamo ad uno spettacolo indecoroso – sottolinea ancora l’organizzazione – visto che da giorni di aspettano i dettagli tecnici che potrebbero portare un sollievo agli allevatori. Invece si continua a far governare l’indifferenza verso uno dei comparti vitali della Sicilia”.

Il dramma del Ragusano

L’emergenza siccità attanaglia la Sicilia, da Messina a Trapani, momenti tragici anche nel Ragusano, in particolare nel sub comprensorio Acate-Pedalino, con 1.200 aziende all’attivo, che danno lavoro a migliaia di operai e coprono diverse migliaia di ettari.

Confagricoltura aveva chiesto una gestione “più funzionale dell’invaso Ragoleto-Dirillo, che serve il sub comprensorio Acate-Pedalino (circa 1200 aziende, tra cui realtà strutturate che danno lavoro a migliaia di operai e che si estendono per parecchie migliaia di ettari), c’è stato un incontro in Prefettura, un altro presso il Consorzio di Bonifica, è stato interessato il Presidente della Regione, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto l’intervento di S.E. il Prefetto, richiesta condivisa anche dai sindaci di Comiso, Acate e Vittoria. Tutto questo – insiste l’organizzazione – non è servito a far smuovere la situazione di un millimetro, nulla è cambiato rispetto a prima”. 

I precedenti nel Ragusano

Nel passato alle aziende agricole dell’ipparino dalla diga Ragoleto venivano erogati 3 milioni di metri, adesso ne arriveranno appena 600 mila metri cubi. “Una quantità – commenta Confagricoltura – parecchio al di sotto delle esigenze fisiologiche delle imprese agricole del territorio”. 

L’organizzazione contesta anche che all’impianto Enichem, con un dissalatore non in funzione, “continueranno ad essere erogati 1.800.000 mc, una quantità spropositata rispetto ai fabbisogni di uno stabilimento che opera a basso regime.”

“Dalla preoccupazione siamo passati alla consapevolezza del dramma in atto”, dichiara il Direttore di Confagricoltura Ragusa, Giovanni Scucces . “Ribadiamo il nostro appello a tutte le Istituzioni interessate – aggiunge – affinché si pongano in essere interventi risolutivi che non possono essere più rinviati, il tempo è finito e non si può assistere inermi alla morte delle nostre aziende agricole e zootecniche”.

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