PALERMO- Forti piogge, inondazioni, auto travolte dall’acqua. Morte e distruzione nelle immagini arrivate dalla Spagna (nella foto), negli ultimi giorni colpita dal fenomeno “Dana”, con un bilancio ancora provvisorio di più di duecento persone che hanno perso la vita e più di settanta dispersi. In otto ore, nella zona di Valencia, sarebbe caduta la pioggia di un anno.
“Non sono fenomeni rari”
L’apice di eventi climatici sempre più violenti e frequenti, che nelle scorse settimane non hanno risparmiato neanche l’Italia: “Non sono fenomeni così rari – spiega Nikos Chiodetto, meteorologo di 3Bmeteo -. Sono in grado di formarsi in tutte le zone che si affacciano sul Mediterraneo, che raggunge ormai temperature fuori noma”.
“Quest’anno, in alcune zone, il mare ha infatti toccato i trenta gradi nonostante la stagione autunnale sia inoltrata. Si tratta di “gocce fredde”, ovvero di aria fredda presente in quota che tende a isolarsi e a scontrarsi poi con l’aria calda e umida in bassa quota. Più forte è il contrasto termico, più violento sarà l’evento meteorologico”.
“L’Italia è predisposta alle alluvioni-lampo”
Fattori che renderebbero l’Italia particolarmente soggetta alle alluvioni-lampo: “E’ già capitato – spiega l’esperto – e quello che è successo ultimamente in Emilia Romagna ne è l’ennesima dimostrazione”. Anche il Sud non sarebbe escluso: “Calabria e Sicilia, soprattutto lungo la zona Ionica, sono particolarmente predisposte a fenomeni di questo genere”. ( Per domani è prevista l’allerta).
“Le masse di aria fredda oceanica – prosegue – si scontrano con l’aria calda alimentata anche dai venti che provengono dall’Africa e si formano localmente delle zone di convergenza che rilasciano una fortissima energia, scaricando enormi quantitativi d’acqua con estrema potenza. In passato – precisa – fenomeni del genere si sono già verificati, ma i tempi di ritorno non erano brevi come accade adesso”.
Sempre a Valencia, ad esempio, nell’ottobre del 1957 un’altra alluvione provocò la morte di decine di persone: le forti piogge fecero esondare il fiume Turia, che scaricò fino a 300 milioni di metri cubi di acqua inondando la città.
“Puntare alla prevenzione sul territorio”
Ma è possibile prevedere questi fenomeni o limitarne i danni? Secondo l’esperto sono due gli aspetti da non trascurare: “Anzitutto è fondamentale il monitoraggio degli eventi dal punto di vista climatico. In secondo luogo, bisogna sempre più puntare sulla prevenzione. Se si va a costruire ancora in zone particolarmente fragili, la minaccia aumenta notevolmente. L’abusivismo diffuso fa crescere i rischi e nelle zone dell’Italia più colpite ha spesso rappresentato un fattore determinante”.