Sicilia, zona arancione-rossa: la proposta degli esperti - Live Sicilia

Sicilia, zona arancione-rossa: la proposta degli esperti

Cosa suggeriscono gli esponenti del nostro Comitato tecnico scientifico.

Sono diverse le proposte del Comitato tecnico scientifico, qui annunciate in anticipo, che raccoglie gli esperti siciliani nominati per affrontare la pandemia Covid. E sono drastiche perché partono dalla definizione di un quadro d’incalzante emergenza. Hanno un peso significativo che già incombe sul tavolo della politica a cui spetterà trarre le conclusioni. Il parere è stato approvato e inviato all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.

La riflessione prende il via dalla descrizione del contesto globale e locale alla luce della varianti Delta e, specialmente, Omicron. Uno scenario mutato in peggio, con due dettagli rilevanti: il vaccino protegge, già con due dosi e ancora di più con la terza dose, dagli aspetti più cruenti della malattia. Sono soprattutto i non vaccinati a incidere sugli ospedali, nello stress di un sistema che coinvolge anche il tracciamento e i tamponi.

Nel dettaglio, in sintesi, gli esperti propongono una Sicilia di colore arancione-rosso già dal 10 gennaio per un periodo di due o tre settimane, con la Dad sia per le scuole che per le università. Ovvero: subito tutti arancioni e poi rossi a seconda, eventualmente, dell’evoluzione pandemica. Si affronta anche il problema del contact tracing, proponendo di concentrare le forze sui positivi sintomatici, per i contatti stretti sintomatici, e positivi e contatti stretti di non vaccinati anche asintomatici.

Un altro paragrafo suggerisce un impegno sul versante della telemedicina e dell’assistenza territoriale, per non gravare troppo sugli ospedali. Poi si affronta la questione della mobilità dei non vaccinati, con maggiori controlli ‘a monte’, proponendo anche il tampone molecolare o l’antigenico di ultima generazione, per chi arriva da regioni con contagi alti, nelle quarantotto ore precedenti all’approdo in Sicilia. Infine, si chiede di introdurre una divisione delle zone di rischio – elevato, alto, medio, basso e così via – considerando anche la percentuale di vaccinati con ciclo completo sul territorio. A riguardo si prendono in considerazione due parametri che contribuiscono a stabilire le zone: l’85 per cento dei vaccinati per gli over 12, il 90 per cento per gli over 60.

Una linea già espressa dal professore Cristoforo Pomara, esponente del comitato in una intervista con LiveSicilia.it, che indicava le priorità: “Restrizioni per i non vaccinati, le più determinate. Chi non vuole coprirsi con il vaccino almeno si assuma la responsabilità nei confronti della sua comunità. Più del settanta per cento di ospedalizzati per Covid è di non vaccinati. Sono loro che riempiono i reparti e inceppano il sistema. Dobbiamo mettere in campo una diversa e più efficace strategia di contact tracing secondo le ultime indicazioni del CDC e del CTS. Poi, certo, il dibattito verte sulla limitazione della circolazione dei non vaccinati. Stiamo discutendo tutte le misure più restrittive possibili. E se arrivi in Sicilia devi essere coperto”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI