Sicilia, tutti contro FdI: abiura o il governo è ai "titoli di coda"

Sicilia, tutti contro FdI: abiura o il governo è ai “titoli di coda”

Note e contro note. Con il caso Cannes il clima è tesissimo

PALERMO – Se Fratelli d’Italia voleva metterci una pezza allora probabilmente è stata peggio del buco. Anzi dello strappo, politico e profondo. A giudicare dalle parole ascoltate c’è in discussione la permanenza di Fratelli d’Italia nella giunta Schifani. Ma la politica, si sa, è compromesso.

Gli alleati della maggioranza di centrodestra alla Regione aspettano che qualcuno tra le file del partito del premier Giorgia Meloni lanci un messaggio che vada in senso opposto all’affondo dell’ex assessore Manlio Messina sul caso Cannes.

Messina se l’è presa con il presidente della Regione. Era lui “l’assessore ad interim”, ha detto l’esponente della precedete giunta di Nello Musumeci, quando fu dato il via libera agli eventi siciliani al Festival internazionale del Cinema. Delle due l’una: “O non ha letto le carte, ed è gravissimo, o non ha saputo leggerle”.

Insomma, non è stato proprio tenero. Da qui le reazioni indignate dei più autorevoli rappresentanti delle forze di maggioranza: Forza Italia, Lega, Nuova Dc, Mpa.

E siamo alla pezza, e cioè alla nota di Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia. L’incipit ha le buone intenzioni della distensione: “Come Fratelli d’Italia siamo al fianco del presidente Schifani e di Francesco Scarpinato nel chiedere chiarezza per ogni singolo euro di denaro pubblico speso o in procinto di essere impegnato”.

Poi scivola nel rimprovero collettivo: “Facciamo un appello a tutti, a 360 gradi, a interrompere lo stillicidio di dichiarazioni, supposizioni, congetture e retroscena che fanno solo il gioco dei nostri avversari. Con senso di responsabilità che deve accomunare tutti, nessuno escluso, verifichiamo non sulle agenzie ma nei luoghi deputati la correttezza di ogni singolo passaggio per poi dare all’opinione pubblica tutte le opportune informazioni complete e controllate”.

Apriti cielo. Più che un segno di distensione ha finito per essere nuova benzina sul fuoco se è vero, come è vero, che il capogruppo di Forza Italia all’Ars, e schifaniano di ferro, Stefano Pellegrino ha risposto per le rime: “Con il dovuto rispetto, riteniamo che l’onorevole Donzelli dovrebbe rivolgersi ai suoi colleghi di partito quando parla di stillicidi di dichiarazioni e richiama tutti alla sobrietà. Sia forza Italia, sia il Presidente della Regione hanno assunto, sin dall’inizio di questa delicata vicenda, un atteggiamento attento e rigoroso, senza mai dar luogo ad esternazioni di sorta”.

Insomma in Fratelli d’Italia si pensi a guardare in casa propria: “Lo stesso non può dirsi per alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, con un suo assessore in carica che ha esternato di non voler rassegnare dimissioni non richiestegli, ed un ex assessore che ha sferrato un inaccettabile e gravissimo attacco pubblico al Presidente Schifani sulla base di considerazioni tanto offensive quanto infondate. Dichiarazioni che hanno creato sconcerto in gran parte dell’opinione pubblica. La nostra terra ha bisogno di una politica dei fatti e non di pericolosi protagonismi.”

Fratelli d’Italia si è infilata dentro un imbuto. Come uscirne? La strada la suggerisce Totò Cuffaro, commissario regionale della Nuova Dc, in una nuova nota, l’ennesima di una giornata dove si scrive tanto: “Da parte della Dc nessuno stillicidio di dichiarazioni e meno che mai supposizioni e congetture”.

Non potevano non “stigmatizzare le incredibili dichiarazioni dell’onorevole Messina del tutto infondate e fuori luogo”. E non possono bastare le dichiarazioni dell’onorevole Donzelli, “crediamo che sia opportuno una revisione delle dichiarazioni dell’onorevole Manlio Messina ed una più pacata riflessione dell’assessore Scarpinato senza sfuggire dal proprio ruolo e delle responsabilità ad esso legate”.

Come dire, qualcuno in Fratelli d’Italia convinca Messina a fare un passo indietro, ad abiurare le proprie dichiarazioni e Scarpinato a mostrare segni di ravvedimento. Altrimenti, come ha detto l’onorevole Marianna Caronia della Lega, si rischia “di giungere politicamente ai titoli di coda”. Se non è crisi questa.


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