PALERMO – Si è insediato oggi il nuovo amministratore di Sicilia Digitale. Si tratta di Massimo Dell’Utri, avvocato nisseno, gradito al presidente della Regione Nello Musumeci e in quota Popolari e autonomisti. Il primo giorno alla guida della società partecipata è coinciso con la prima uscita pubblica in qualità di amministratore, in occasione del “Digital day”, una giornata di incontri e tavoli tematici a Villa Malfitano a Palermo per ragionare sugli investimenti digitali in Sicilia. A Dell’Utri il compito di traghettare la società fuori da una persistente crisi economica e realizzare per la Regione il grande data center che Armao sogna da tempo e che sorgerà nella ex sede dell’Asi a Brancaccio.
L’investimento che la Regione ha in mente ammonta a 12 milioni di euro, di cui otto milioni di euro a valere sul Pon legalità e sicurezza. “I fondi – spiega l’assessore all’Economia e vicepresidente della Regione Gaetano Armao – sono pronti per essere investiti nel Psn – Polo strategico nazionale, che diventerà un punto di riferimento digitale nazionale e mediterraneo”. Il data center deve sempre accompagnarsi a un disaster recovery, una struttura d’appoggio che permetta di far fronte alle emergenze che ne intacchino il regolare funzionamento. Il disaster recovery sorgerà al Maas di Catania, cuore dei mercati agroalimentari della Sicilia orientale. “Quando il progetto sarà realizzato – dice Armao – il data center siciliano sarà il centro digitale più potente del Mediterraneo e potremo offrire servizi digitali a tutti i paesi rivieraschi”.
Ecco, quindi, che il ruolo di Dell’Utri diventa molto complicato. Specialmente se si considera la grave situazione debitoria della società partecipata. L’ex amministratore, Paolo Corona, proprio poco tempo fa, aveva presentato in audizione in Commissione Bilancio all’Ars una durissima relazione sullo stato della società partecipata, ex Sicilia e-Servizi, che si occupa dei sistemi informatici della Regione, mettendo nero su bianco la grave situazione finanziaria. Una relazione che, di fatto, puntava il dito contro la gestione degli ultimi anni del socio unico: vale a dire la Regione. A far franare le fondamenta di Sicilia Digitale non sarebbero soltanto i debiti, infatti, ma anche i crediti accumulati e non riscossi che la società vanta nei confronti dei propri clienti. Che è sempre la Regione. Per non parlare dei contenziosi che Sicilia Digitale ha attualmente in corso in tribunale: alcuni riguardano l’ex socio privato, Sicilia e-Servizi Venture, alcuni sono contro la Regione stessa. Il più oneroso riguarda un decreto ingiuntivo da 93 milioni 163 mila euro.
“Non sono preoccupato – dice Dell’utri – entusiasta piuttosto per il ruolo che ci aspetta. Ovviamente devo ancora rendermi conto, mi sono insediato appena oggi, ma mi aspetto che la Regione abbia tutte le intenzioni di lavorare per rilanciare sul serio l’ente”.