Sicilia gialla, il medico: "Vi offro una settimana in ospedale"

Sicilia gialla, il medico: “Vi offro una settimana in ospedale”

'L'invito' del primario del Policlinico di Palermo.

Sono arrabbiati i medici. E anche gli infermieri. E tutti quelli che lavorano nella sanità pubblica. Che poi, spesso, è una trincea in cui l’eroismo del singolo tenta di supplire al marasma del contesto. Sono arrabbiati, i medici, di più. Sono… con una parola che non si può scrivere. Qualcuno, al telefono, sfoga la rabbia con rabbia. Qualcuno la stempera con il sarcasmo. Qualcuno ha la voce che trema. Tutti sono al limite perché non vedono il traguardo della maratona Covid. C’è il vaccino? E ci sono persone che non si vaccinano. Che finiscono in terapia intensiva. E gli siamo vicini nella sofferenza. E chi ha un camice lo onora, curando il prossimo. Ma la Sicilia gialla, la Sicilia che annaspa, la Sicilia che ancora si interroga, avrebbe potuto vivere tempi più sereni, con maggiore protezione per tutti. Invece, la libertà di scelta sta producendo il caos. Hanno torto, i medici, a essere arrabbiati?

“Venite nel mio ospedale”

Vittorio Giuliano, primario del pronto soccorso del Policlinico di Palermo, è un uomo coriaceo e appassionato del suo lavoro. Si è vaccinato. Ha preso il Covid in forma grave, come abbiamo raccontato. E dice: “Il vaccino mi ha salvato”. Adesso, l’affondo con il suo consueto stile ironico-ruvido: “Scriva così, per piacere. Il dottore Giuliano offre gratuitamente una settimana in pronto soccorso a tutti coloro che hanno dubbi, senza se e senza ma. A tutti i no vax, a tutti quelli che pensano che il vaccino non serve. Venite a vedere quello che c’è negli ospedali. Vi offriamo pure il caffè”. Una evidente provocazione che sottolinea uno stato d’animo diffuso. Chi ha un camice addosso lo sta sta indossando con pesantezza, proprio quando pensava che l’alba fosse vicina.

La Sicilia in zona gialla

Un sentimento di fatica che si comprende e si condivide. La Sicilia in zona gialla marcia spedita verso colorazioni peggiori, se non interverrà il senso di responsabilità. Se i non vaccinati continueranno a non vaccinarsi. Se ci sarà – e questo riguarda tutti – la follia di assembramenti senza precauzioni. “Non cambia molto col ‘giallo’, ma il passaggio di colore deve suonare come un campanello d’allarme”, ha detto il presidente Musumeci.

I colori del dolore

A prescindere dai colori, purtroppo, stiamo raccontando ancora storie di vite che si spengono, magari per non essersi protette, di dolore e di un allarme che pensavamo almeno attenuato. Il voltafaccia diffuso nei confronti del vaccino, quando qualcuno farà i conti definitivi con il Covid, verrà ricordato con stupore. In questo momento, mentre finiamo di scrivere, nelle corsie comincia una notte di respiri faticosi che culminerà, in qualche caso, nell’ineluttabile. Ed è una consapevolezza che fa male.

Il dottore Vittorio Giuliano

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