Sicilia, la Sanità in codice rosso nelle mani della politica

Sicilia, la Sanità in codice rosso nelle mani della politica

La sanità siciliana, la sofferenza, il Covid e le mire della politica.
UN SETTORE IN CRISI
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3 min di lettura

Dalla seduta di ieri all’Ars è arrivata una notizia attesa e prevedibile, da noi anticipata. Il personale impegnato nell’emergenza Covid otterrà la tanto agognata proroga, secondo l’annuncio dell’assessore alla Salute, Giovanna Volo. Del resto, l’assessore Volo aveva spiegato come la pensava su quel gruppo di ragazze e ragazzi nella sua prima intervista, con il nostro giornale: “Mi auguro fortemente che possa essere impiegato per aiutarci a costruire una sanità migliore”. Ma è sempre necessario non dimenticare i conti, in un momento così delicato. Ancora l’assessore aveva, in quella chiacchierata d’esordio, sottolineato il punto dolente della tenuta economica. Ora, comunque, ci sono parole che hanno il crisma dell’ufficialità: “Daremo una proroga al personale sanitario. E poi cercheremo con la normativa nazionale provvedimenti ancora più solidi”.

Chi saranno i ‘salvati’

Di chi si parla? Di una parte, quella più strettamente ‘sanitaria’, di tutti? La questione intreccia politica, lavoro e salute pubblica. Siamo davanti a uno snodo essenziale. Covid o non Covid, un modello come la struttura commissariale della Fiera del Mediterraneo – ma ricordiamo che il coronavirus non è stato abolito – potrebbe incrociare, con mezzi, risorse e idee, il panorama disastrato dei nostri ospedali per risollevarlo, incidendo sul territorio? La scommessa dell’assistenza è cruciale e diventerà via via più centrale per una popolazione sempre più anziana e sempre più fragile. Il presidente della Regione, Renato Schifani, nel suo intervento, lo ha ricordato, definendo un ‘bubbone’ le liste d’attesa e impegnandosi ad alleggerirle. E sarà importante dare una risposta ai pronto soccorso, per evitare di vedere corpi distesi a terra, come abbiamo raccontato qui (nella foto).

Medici, amministrativi e…

“Tutte le figure sono necessarie per quei servizi, erogati a una platea di un milione di persone, isole di Ustica e Lampedusa comprese – ha chiarito, sempre ieri, a LiveSicilia.it il commissario per l’emergenza Covid a Palermo, il dottore Renato Costa, in corso di replica ad altre dichiarazioni -. Noi seguiamo quasi quattromila positivi e lavoriamo sempre. Voglio ricordare che gli amministrativi sono passati da 140 a sessanta ore mensili, con un abbattimento del sessanta per cento, che i medici hanno un monte di quarantotto ore settimanali e che la macchina va avanti grazie all’abnegazione e al sacrificio dei ragazzi che non hanno mai guardato l’orologio. Non parlo di me, non è in gioco la mia persona, ma una cosa, però, voglio dirla: i ragazzi della Fiera meritano rispetto, perché hanno affrontato il Covid, rischiando, senza risparmiarsi, mettendo in sicurezza Palermo”. Anche questo è un passaggio cruciale: come consideriamo i lavoratori dell’emergenza Covid? Se, fino a qualche mese fa, erano ‘angeli’ ed ‘eroi’, oggi, non possono essere diventati, improvvisamente, superflui. Per trovare una corretta collocazione sarà meglio evitare eccessi, in qualsiasi direzione, e stare ai fatti.

La Sanità nelle mani della politica

Il rapporto tra Sanità e politica non lo scopriamo adesso. Non negando che ci possano essere perfino impulsi idealistici, si tratta di un settore che fa gola, per consenso, potere e risorse. La vicenda dei precari Covid è stata presa in carico dall’appassionato intervento dell’onorevole Ismaele La Vardera. Dopo la notizia della proroga, non sono mancati i comunicati di commento. “Formuliamo il nostro apprezzamento per le dichiarazioni dell’assessore Volo che in aula ha formalizzato la posizione del governo sul futuro dei precari della sanità siciliana assunti durante la pandemia – così si è espresso in una nota il deputato questore all’Ars Vincenzo Figuccia – l’intero comparto che vede insieme sanitari e amministrativi, nutre forti speranze e legittime aspettative sull’operato di questo governo che sono certo, non farà mancare il proprio contributo nel percorso di stabilizzazione di queste professionalità”. “La Dc lavorerà affinché si arrivi presto ad una soluzione. Sarebbe un peccato per l’intera collettività disperdere tutta l’esperienza acquisita da questi professionisti negli anni – ha chiosato Totò Cuffaro -. Le stesse motivazioni valgono per il personale non sanitario che sta svolgendo un prezioso ed indispensabile lavoro”. Sanità e politica si intrecciano, ovvio. E sarebbero auspicabili trame virtuose e differenti da troppa consuetudine. La politica ha il compito di rianimare la Sanità siciliana in codice rosso. Non sarà un’impresa facile (Roberto Puglisi)


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